Musica
STOCCOLMA - GIORNO 1
Mi sono svegliata adesso, di soprassalto, con un braccio completamente addormentato.
Al di là dell'oblò, alla mia destra, una distesa di nuvole a fiocchi copre un puzzle infinito di campi verdi e marroni. Non me ne intendo molto, ma, con tutta probabilità, stiamo sorvolando la Germania.
Ininzia quindi, in queste ore, il nostro viaggio estivo 2024, direzione Scandinavia e, in particolare, Stoccolma e Helsinki, perché noi, distanti dalla quiete del Nord, non ci sappiamo proprio stare.
Appena atterrati ad Arlanda, neanche il tempo di uscire dall'aeroporto, abbiamo fatto merenda: un kanelbulle e un secchio di tè verde rovente.
Questa settimana alla ricerca di caffé deca sarà una sfida, vedremo come riuscirò a organizzarmi con tè e tisane calde.
Dall'aeroporto abbiamo preso un bus comodissimo, che, dopo quaranta minuti tra boschi e prati ci ha portati in centro, poco distanti dall'Hellsten Hotel dove alloggeremo.
L'albergo è bellissimo, una vecchia costruzione nel quartiere di Sodermalm. Ci hanno dato la possibilità di selezionare la stanza sul momento e noi non potevamo che scegliere l'abbaino: una mini camera mansardata, con un oblò delizioso che affaccia sull'enorme albero nel cortile.
In questo momento, per dire, sto scrivendo da qui:
Giusto il tempo di cambiarci al volo e siamo usciti direzione tramonto a Skinnarviksberget, una collinetta in pieno centro da cui si gode di un panorama incredibile su tutta la città.
Arrivati in cima, l'atmosfera che si respirava era molto simile a quella incontrata l'anno scorso a Primerose Hill: gruppi di ragazz*, qualche famiglia, tra chiacchiere e pic nic al calar del sole; la prima compagnia che abbiamo incontrato stava ascoltando Unfinished Sympathy dei Massive Attack davanti a questa vista
Siamo scesi da quel posto magico unicamente per andare a cena, mezz'oretta di passeggiata in cui abbiamo realizzato che Stoccolma non è la città tranquillona che ci aspettavamo: locali pienissimi, gare di BMX in piazza, ma, soprattutto, discoteche all'aperto super affollate... alle 20.00.
Come da tradizione la prima sera cucina tipica e, sempre come da tradizione, troverete tutte le info sul cibo a fine post.
Siamo rientrati in hotel con la metro perché quest'anno, udite udite, mentre io me la sto cavando con un piccolo acciacco e con la solita eparina per volare, Andrea ha la schiena bloccata e l'ansia di condizionare le vacanze. Insomma, sta facendo un viaggio d'istruzione nel mio cervello.
Bene, detto questo, direi che il primo giorno lo possiamo salutare così, dal mini letto, nella mini stanza, con due mini trapunte. In che senso due mini trapunte? Fa così freddo? No, sono una per uno, così non c'è pericolo di rubarsele durante il sonno. Che incredibile segno di civiltà, eh!
STOCCOLMA - GIORNO 2
Cosa scrivevo ieri?
Io tutto ok, Andrea mal di schiena? Beh... ribaltone!
Ma andiamo con ordine.
Dopo una bella colazione in hotel siamo usciti a piedi e abbiamo espolorato il nostro quartiere per arrivare, piano piano, a Gamla Stan, la parte più antica della città.
Come tutte le volte che veniamo al nord ci siamo stupiti per la tarda apertura dei negozi, una (sana e sacrosanta) abitudine che fa il paio con l'anticipata chiusura: 11-18 al massimo ma, tendenzialmente, alle 17 (16 nel weekend) tutti a casa.
Dopo una doverosa (e leggerissima) princess cake siamo andati a visitare il Nobel Prize Museum, dove mi sono commossa almeno dieci volte.
È stato lì che, fra me e me, ho pensato: cavoli, ho lasciato assorbenti e antidolorifici in albergo, ma vabbè, le mestruazioni devono venirmi a fine vancanza, anche se anticipassero, oggi sarebbe comunque troppo presto.
Usciti dal museo ci siamo imbattuti nel cambio della guardia davanti al Palazzo Reale, con tanto di banda e polizia a cavallo, da qui ci siamo spostati, sempre a piedi, nel quartiere "più nuovo".In questi giorni a Stoccolma c'è il
Kultur Festivalen, con spettacoli, palchi e animazioni un po' ovunque, oggi, per esempio, abbiamo beccato un concertino jazz di un gruppo di adolescenti adorabili (e super agitati).
A pranzo siamo andati all'
Ostermalmshallen, uno dei mercati coperti della città e, proprio dopo aver mangiato, ho realizzato: mi erano arrivate le mestruazioni e, nell'ordine, ero senza assorbenti, senza pastiglie, con i pantaloni bianchi e con l'idea di rientrare in hotel dopo cena.
La mia testa dura ha prevalso e abbiamo comunque finito il giro che volevo fare nella zona ottocentesca, prima di passare al volo in albergo per un cambio e per prendere, udite udite, la maglia di lana (considerando il caldo lasciato in Italia, ci è parso un sogno).
Dopo un ottimo ramen bollente ci siamo avventurati in metropolitana, obiettivo: visitare quattro stazioni super decorate e tutte diverse prima di andare a dormire. In pratica, dalle 21.30 alle 23.30 abbiamo vagato sottoterra, salendo e scendendo dai treni, mescolandoci tra ragazz*, partecipanti alla corsa di mezzanotte, lavoratori e lavoratrici di ritorno a casa.
Alle 24.00 circa eravamo di nuovo sotto le mini trapunte, chi a scrivere chi a definire il prossimo itinerario: domani, per me, la giornata sarà vicina al Paradiso!
Ah, per tornare all'incipit di questo scritto: io devastata (e sbadata), Andrea rinato grazie Mr Brufen (e alla mia insistenza a fidarsi dei farmaci, almeno quando li si ha nello zaino!).
STOCCOLMA - GIORNO 3
Terzo giorno di bel tempo qui!
Siamo partiti in metro per raggiungere un traghetto: ci attendevano il Moderna Museet, il Vasa Museet e il pranzo in un posto davvero speciale.
Il Museo di Arte Moderna è un piccolo gioiello, con sculture di Picasso e Niki de Saint Phalle in giardino, qualche sala permanente per raccontare gli artisti contemporanei locali più importanti e due percorsi temporanei, uno dei quali ospiterà, fino a gennaio 2025, una personale di Cattelan.
Abbiamo trascorso un (bel) po' di tempo nelle sale silenziose in legno chiaro e ci siamo concessi l'ennesima
Fika nel cafè del museo, mentre un nuovo traghetto ci aspettava al porto per portarci a pranzo a Rosendals Trädgård, un luogo che desideravo vedere da una vita.
A metà tra un vivaio, un ristorante, uno shop, un bar, un orto, in questo posto magico è possibile raccogliere fiori per comporre il proprio bouquet, pranzare nel frutteto all'ombra di un melo (come abbiamo fatto noi), leggere sull'erba, acquistare marmellate, semi, piante, articoli per il giardinaggio e prodotti tipici, trascorrendo un pomeriggio di totale tranquillità, circondati da bellezza.
Si vede che mi è piaciuto, sì?
Rientrando ci siamo fermati al Vasa Museet, dove è esposto il veliero secentesco meglio conservato al mondo. L'allestimento è molto interessante, potenzialmente ci si potrebbe stare una mezza giornata, noi siamo rimasti circa novanta minuti, fino a che non ci hanno avvisati della chiusura.
Nonostate la stanchezza da 25.000 passi, la sera siamo andati, a piedi, al ristorante, per assaggiare alcuni dei piatti più tipici della cucina svedese.
STOCCOLMA - GIORNO 4
Oggi, gita!
Siamo partiti abbastanza presto con un bus e ci siamo diretti Vaxholm su un'isola poco distante dalla capitale, circa quaranta minuti di viaggio.
Appena arrivati siamo stati accolti da un luogo molto simile a Brännö, dove siamo stati cinque anni fa (se volte recuperare quel post, con un altro itinerario al nord, lo trovate
qui): giardini, casette colorate, luce, lentezza e il mare tranquillo che lambisce tutto.
Mini spuntino al furgoncino in piazza e via per il sentiero nel bosco, una passeggiata semplice di circa novanta minuti, che vi condurrà lungo la parte più verde dell'isola, con le spiagge alla vostra sinistra e il bosco di betulle, pini, querce e bacche rosse alla vostra destra.
Il percorso è in leggera pendenza, a tratti un po' scosceso, ma, per intenderci, io l'ho fatto con le Teva ai piedi senza nessun problema.
Il meteo, ancora una volta, non solo ci ha graziati, a sto giro ci ha proprio benedetti: una giornata di sole talmente caldo che si stava bene in mezze maniche, con il pile pronto nello zaino per le zone d'ombra.
Pranzo in un café delizioso e giretto nei negozietti locali (dove per me è sempre un piacere notare la grande cultura del second hand che hanno qui) per acquistare i regalini da portare a casa.
A metà pomeriggio abbiamo iniziato a rientrare in città e, questa volta, abbiamo scelto il traghetto. Attraversando l'arcipelago di isolette, alcune così piccole da ospitare un'unica casa (che sogno!), siamo tornati a Stoccolma stanchissimi e cotti dal sole, con gli occhi e il cervello pieni di luce e meraviglia.
Cena thai al chioschetto "sotto casa" e tè caldo nella hall, con valigia già pronta che domani si parte!
STOCCOLMA - GIORNO 5
Ultima mezza giornata a Stoccolma.
Sveglia con calma perché ce n'era bisogno e colazione in giardino insieme ai passeri.
Abbiamo lasciato l'hotel e siamo passati al terminal della
Viking Line a chiudere i bagagli in un deposito.
Da qui siamo risaliti a SoFo, una zona molto carina e viva, piena zeppa di parchi urbani, negozi vintage e di articoli usati e cafè. Insomma, un condensato delle mie passioni!Abbiamo passeggiato, fatto acquisti e io, che ultimamente ho deciso di dare una svolta minimal al mio armadio predilegendo i colori neutri ed evitando le fantasie, ho comprato un maglione giallo, rosa e azzurro. Bene così.
A pranzo in un all you can eat vegano buonissimo (sì, avete capito bene) e poi di nuovo giretti.
Verso le 15 siamo tornati al terminal e ci siamo imbarcati sulla motonave Gabriella, un traghettone che, in notturna, ci porterà ad Helsinki, dove, da domani, trascorreremo le prossime tre notti.
La nave è tipo una di quelle che collegano Genova alla Sardegna, ma all'interno ci sono più bar, negozi, ristoranti e cose da fare. Il minimo comun denominatore di ogni zona, che sia il locale sul ponte o il cafè interno, che sia il carrello dello shop o il bar del casinò è... l'alcool.
Bevono tutti in allegria, tutti comprano decine di bottiglie, come se il mondo dovesse finire domani;
a Stoccolma, nei normali supermercati, non è possibile acquistare alcolici (esistono solo negozi specializzati), sulla motonave Gabriella, invece, nei corridoi rosa antico e giallo paglierino, che sembrano progettati da Wes Anderson, la gente passa con i sacchetti tintinnanti.
Comunque ci siamo subito adeguati e, dopo un gin tonic al mirtillo vista tramonto, abbiamo cenato al volo e ci siamo ritirati nella nostra cuccetta, dove io, complici il fuso avanti di un'ora e la stanchezza accumulata, ho letto un po' e sono crollata nel sonno dei giusti.
Ecco qualche foto del viaggio (quella luce, difficilmente la scorderò):
HELSINKI - GIORNO 1
Che dormita!
Incredibilmente non ho per nulla sofferto la nave, ma, anzi, sono persino riuscita a fare colazione.
Alle 10.10, puntuali al minuto, siamo sbarcati a Helsinki e abbiamo lasciato nuovamente i bagagli al deposito del terminal, per essere liberi di iniziare subito a esplorare la città.
Chiese, tra cui la cattedrale, piazze, spazi enormi inondati di sole e mercati (e mirtilli), tra cui quello coperto, bellissimo, dove abbiamo pranzato.
Nel primo pomeriggio siamo tornati a recuperare le valigie e, carichi come muli, abbiamo iniziato il nostro viaggetto verso il Majamaja, dove staremo nei prossimi giorni. Prima, però, spesa totalmente (o quasi) finlandese, per cucinare non so bene cosa, perché la metà degli ingredienti non credo di averla capita.
Dopo mezz'ora di spostamenti, tra metro e bus, siamo arrivati al limitare di un bosco e abbiamo imboccato una piccola passerella di legno. La distanza dalla strada principale, in realtà, è pochissima, ma basta qualche passo tra muschi e licheni per avere l'impressione di essere lontano da tutto.
Sulle rocce lisce, che dolcemente scivolano nel Baltico, ci sono le quattro costruzioni in legno del Majamaja Living, noi alloggeremo in quella grigia, con il piccolo patio laterale, una finestra enorme affacciata sull'acqua, proprio di fronte a un'isoletta abitata da cigni, anatre, aironi, gabbiani e altri uccellini.
Appena arrivati abbiamo esplorato i dintorni e io ho pure azzardato un bagno nell'acqua gelida.
La pace di questo posto si descrive a fatica, così come la quantità di vita che lo circonda; anche un serpente, scuro come la nostra cabina, si è goduto gli ultimi raggi del sole sullo scoglio, mentre preparavo un piccolo aperitivo da bere al tramonto.
La sera, con la luce fino a tardi, il rumore leggero delle onde e i suoni della natura, è davvero qualcosa di magico:
HELSINKI - GIORNO 2
La notte nella "nostra" casina è stata silenziosa e super riposante, così, oggi, abbiamo potuto dedicarci con calma alla visita della città.
Abbiamo iniziato con un imprescindibile giro al Mumin Store e poi merenda nel cafè di un negozio vintage dove ho scovato una tuta di Marimekko che, cosa ve lo dico a fare, è venuta via con me (ricordate la questione colori neutri e no fantasie: è rossa a righe nere).
Ci siamo poi spostati nel parco Kaivopuisto, super curato e semi deserto, un vero regalo per gli occhi e le gambe, che avevano bisogno di muoversi con leggerezza, senza il peso di zaini e borsoni.
Il pranzo lo abbiamo fatto al buffet di Oodi, la Biblioteca Nazionale della Finlandia: ecco, credo di aver visto raramente un posto così capace di riempirmi il cuore.
Famiglie, ragazz*, mamme con bambini anche piccolissimi, persone in difficoltà, turisti, chi sedut* a leggere, chi impegnat* a cucire o a stampare 3D nell'area creativa, chi concentrat* nelle salette studio a ripassare per un esame e chi rilassat* su una delle tantissime possibili soluzioni per sostare: gradoni di legno, tappeti, poltrone a uovo, divanetti... .
C'è pure un'area di libri in italiano che, se domani non avessimo altri programmi, tornerei a sceglierne e a leggerne uno, tra le piante e la luce di questo luogo meraviglioso.
Nel pomeriggio siamo stati a zonzo tra le vie della città, fino alla famosissima Chiesa nella Roccia, nulla di imperdibile per noi, ma, sicuramente, meta super gettonata e consigliata da ogni guida.
Verso le 17.00 abbiamo scelto di rientrare per goderci il nostro rifugio affacciato sul Baltico e io ne ho approfittato anche per praticare una mezz'oretta, ne sentivo veramente il bisogno.
Cena casalinga come ieri e il tentativo detox fatto comprando una zuppa teoricamente agli spinaci è miseramente fallito quando, scaldandola, mi sono resa conto della quantità imbarazzante di panna che doveva esserci dentro. Il sapore? Quello di una buonissima besciamella... però verde.
Ora sono qui, che scrivo, con il rumore del mare alle spalle, mentre rifletto su mille cose e penso alla mia Bibbi, in ottime mani, ma, comunque, tanto lontana.
HELSINKI - GIORNO 3
Ultimo giorno intero a Helsinki!
Il meteo incerto fin dal mattino presto ha fatto sì che uscissimo con sciarpa di lana e costume da bagno, scegliendo di decidere all'ultimo cosa fare.
Abbiamo iniziato con un giro al Sibelius Park, un parco intitolato a un compositore finlandese molto importante a cui è dedicato anche un monumento che ci è piaciuto un sacco:
Abbiamo quindi proseguito la nostra passeggiata costeggiando la spiaggia e, subito dopo il
Cafe Regatta, ci ha sorpresi la pioggia, perciò, costume a asciugamano sono rimasti nello zaino e al mare siamo andati soltanto a fotografare... una distesa di oche!
Visto che, poco distante, c'era il cimitero di Helsinki e che io amo tantissimo i cimiteri abbiamo deciso di attraversarlo per raggiungere il centro a piedi e Andrea si è accorto, facendo qualche ricerca, che lì riposa Tove Jansson. Per chi non la conoscesse, Tove è stata l'autrice della saga dei Moomin, una collana di storie per bambini ambientata proprio nei boschi finlandesi, con un sacco di personaggi caratteristici e indimenticabili.
Da piccola divoravo i libri giallo limone, editi da Salani nella categoria I Ricci, da adulta ho acquistato qualche volume a fumetti uscito per Iperborea e ho continuato ad amare quel mondo così bizzaro, ma anche tanto vero e attuale.
Tornando a oggi, dopo un bel po' di ricerca tra i viali e dopo aver incontrato una lepre (!) e uno scoiattolo, abbiamo trovato la piccola tomba di Tove, con alcuni regalini a tema Moomin lasciati alla base della lapide.
Mi si è riempito il cuore.
Pranzo come ieri, al buffet della biblioteca, ancora un po' di shopping per terminare i regali da portare a casa, un salto al supermercato per procurarci la cena e poi via, a fare le valigie.
HELSINKI - GIORNO 4
Ci siamo svegliati presto, come al solito, anche perché a me toccava la seconda eparina per il rientro.
Nonostante il meteo piuttosto burrascoso, strascico di una notte ventosissima e piovosa, abbiamo deciso di salutare la Finlandia esplorando i dintorni di "casa".
Nel piccolo golfo dove si trova il Majamaja ci sono spiagge, boschi, e sentieri; proprio imboccando uno di questi siamo partiti per una breve passeggiata.
Abbiamo incontrato, nell'ordine:
- un signore che nuotava solitario alle 8 di mattina (noi indossavamo pile, giacca a vento e berretto di lana)
- un sacco di persone con i loro cani, rigorosamente identici ai proprietari
- qualche ciclista
E poi betulle, querce, distese di sottobosco verdissimo, funghi, stradine morbide di aghi di pino e passerelle in legno per superare le zone fangose, vecchi patii bianchi affacciati sull'acqua, piccole casette e grandi ville, giardini selvaggi e vasi curatissimi, anatre, frutti di bosco e tronchi intagliati.
Poco più di un'ora di passeggiata per respirare l'odore costante di resina, terra e acqua salmastra e per dire arrivederci a un luogo fantastico!
Il rientro è stato semplice, l'aeroporto di Helsinki è il posto più rilassante del mondo (nel bagno c'è il rumore degli uccellini che cantano), il volo è andato benone e l'autostrada Linate - Genova stranamente liberissima. Arrivati a casa avevamo occhi solo per due "cose": Agata e la pasta al pesto.
Info generali e info per mangiare
Mezzi di trasporto
Cosa c'è da sapere? Tutto e niente, perché, come sempre, molto dipende dal tipo di viaggiatori/trici che siete.
Noi, più passano gli anni, più possiamo definirci viaggiatori comodi e le nostre scelte rispecchiano questo. Quindi, siamo volati da Linate a Stoccolma alle 13 con Scadinavian, lasciando l'auto 9 giorni nel parcheggio accanto all'aeroporto (abbiamo preferito così per essere velocissimi in caso Agata fosse stata male e avessimo dovuto rientrare in emergenza e fiondarci da Milano a Genova, nel più breve tempo possibile). Siamo tornati con Finnair da Helsinki a Linate con un volo alle 16.30.
Nessuna levataccia, solo bagaglio a mano all'andata, stiva inclusa al ritorno.
Non abbiamo affittato l'auto nè a Stoccolma nè a Helsinki, ci siamo mossi esclusivamente con bus, tram, traghetti (grandi e piccoli). Con un'automobile, chiaramente, si avrebbe più libertà di girare, uscire dagli itinerari più classici e spingersi fuori dalla città (e in Scandinavia ne vale senz'altro la pena). Noi però avevamo pochi giorni a disposizione e abbiamo preferito visitare bene le capitali e assicurarci un po' di "stacco" dormendo fuori Helsinki.
Alloggio
Ormai abbiamo collaudato questa abitudine da qualche anno: dopo la permanenza in città abbiamo bisogno di "un'isola" silenziosa e possibilmente immersa nella natura dove concludere la vacanza. Ci basta anche un solo giorno fuori dal caos (vedi la gita
dello scorso anno ai Kew Gardens dopo una settimana a Londra) per stare bene e riposare il cervello, questa volta abbiamo fatto le cose in grande (anche perchè, in primavera, nonostante i ghiottosissimi ponti, non siamo andati via) e abbiamo prenotato al Majamaja living.
Mentre l'albergo svedese era in linea con i prezzi della zona, la struttura finlandese è decisamente più costosa e, chi si aspettasse mille confort, è bene che sappia che si tratta di una cabin off grid, quindi senza corrente, acqua potabile e allaccio fognario. Tutto ottimamente sostituito: ci sono luci staccabili e sistemabili su quasi ogni parete caricate con i pannelli solari, l'acqua potabile si trova sul sentiero che conduce alla casetta, il bagno è una dry toilet che, dopo due utilizzi (giusto il tempo di prendere confidenza con il suo funzionamento!), è comodissima.
Costi
In generale, è tutto (molto) più costoso che in Italia.
Una corsa in metro costa quasi 4 euro a persona, un caffè idem, una cena al ristorante non scende mai sotto i 40 euro a testa (a meno che, come a volte abbiamo fatto anche noi, non scegliate cucine alernative a quella locale o fast food).
L'acqua è, come sempre al nord, gratis ovunque e così anche il pane (no coperto).
Una spesa al supermercato in Finlandia per 3 giorni, acquistando prevalentemente prodotti per la colazione e verdura, ci è costata quanto una spesa per una settimana qui a casa. Giusto per darvi un paragone.
Detto questo, i mezzi di trasporto sono pura fantascienza (non abbiamo mai atteso, non abbiamo mai accumulato ritardo, neppure con il traghetto notturno che doveva arrivare a Helsinki alle 10.10 e alle 10.08 stava attraccando).
Si possono trovare alternative alimentari uscendo dalle proprie abitudini (per me, ad esempio, non è stato semplicissimo proseguire con la "dieta" che seguo da ormai un anno, perché per evitare di farmi venire la sindrome sgombroide mangiando solo salmone, gamberetti e sardine, ho spesso scelto cibo vegano e quindi legumi, che il mio intestino non accetta molto volentieri) e fare a meno di caffè/vino/bevande varie, anche se, una fika ogni tanto, secondo me è obbligatoria.
Vestiti, souvenir, prodotti per la casa, sono costosi, non ci piove: una tovaglietta di stoffa da cucina, bella, magari made in Svezia, non costa meno di 45 euro.
Io però ho "svaligiato" vintage e second hand, sia per me sia per la casa. Se qualcuno fosse interessato a qualche consiglio anche in questo campo me lo scriva, sarò felice di condividere i posti che ho scovato e amato di più.
That's it.
Cibo
Eccoci con la consueta carrellata, divisa (per comodità) tra pranzi e cene, in ordine cronologico, segnalando solo ciò che ci è piaciuto particolarmente (le cene a Helsinki sono state tutte cucinate da noi a casa, quindi ve le evito).
Pranzi a StoccolmaRosendals Trädgård : quanto questo posto mi abbia rubato il cuore credo si sia capito, cibo compreso.
All'interno di una delle tante serre trovate un ristorante/buffet dove potete scegliere tra piatti semplici o un poco più elaborati e dolci deliziosi. C'è anche un piccolo cafè per merende e colazioni e, in un altro periodo (quando siamo andati noi era chiuso), all'Herbarium, potete prendere anche l'aperitivo.
Il cibo direi che è prevalentemente plant based e noi abbiamo scelto questo:
Hummus con verdure croccanti, crostini con formaggio di capra e chutney di pomodori, carrotcake
A Vaxholm abbiamo pranzato all'
Hembygdsgårds Café che sembrerebbe essere un'istituzione sull'isola.
Io insalata con patate lesse, gamberetti e una vasca di maionese e lui salmone affumicato (buonissimo) con patate annegate nella solita, deliziosa, salsa di formaggio e aneto. Purtroppo non abbiamo assaggiato i dolci, nonostante all'ingresso vi attenda un tavolo enorme imbandito su più livelli, di torte e cupcakes di ogni tipo.
L'ultimo giorno a Stoccolma abbiamo scelto
Hermans, un all you can eat vegano, davvero ottimo ed economico, che avevo prenotato prima di partire perché volevo provarlo (la prenotazione è consigliata, ma c'è tantissimo posto) e perché avevamo poco tempo per pranzare, vista la partenza pomeridiana in traghetto.
C'era una varietà di verdure crude e cotte mai vista, che potevano essere mixate a proprio piacimento e rifornite ogni volta che si voleva. Non scorderò mai le dimensioni del secchio di insalata che stava mangiando un ragazzo, seduto da solo con le cuffie: credo che sia ancora lì che rumina.
Cene a Stoccolma
La prima sera abbiamo cenato al
Kvarnen, un locale tipico nel centro del quartiere di Sodermalm. Ovviamente non abbiamo potuto esimerci dall'ordinare le polpette, con purea, cetrioli e mirtilli. Anche la salsiccia era molto buona e il contorno sempre (e per sempre) lo stesso.
Il secondo giorno cena giapponese al
Rawbata. Abbiamo mangiato super bene, il ramen era delizioso (forse ha battuto, almeno per me, quello di Londra) e il cocktail al mandarino bevuto prima di cena... ottimo! Ahimè non abbiamo foto (io al cibo non ne faccio mai, per fortuna che Andrea pone rimedio), così come non ne abbiamo della cena al
Pelikan, uno dei ristoranti più belli e conosciuti della città, dove potete trovare piatti super tipici come l'S.O.S. (antipasto a base di aringhe conservate in vari modi, burro, vasa e patate), dei ravioli di patate ripieni di funghi che sono la fine del mondo e, ovviamente, pesce in tutte le salse (nel vero senso della parola). Qui il conto più salato.
I tre precedenti ristoranti li avevo prenotati dall'Italia dieci giorni prima. Erano tutti pienissimi.
Ultima cena al thailandese vicino all'albergo, uno street food che si chiama
Little Cashew Thai Wok e che ci ha attirato grazie alle recensioni. Malgrado la posizione non proprio felice e l'aspetto generale (qualche tavolo davanti a un furgone) beh, abbiamo mangiato il pad thai più buono di sempre, senza se e senza ma.
Pranzi a Helsinki
A parte i due pranzi al buffet della biblioteca, di cui avete letto (buoni, abbondandi, economici), appena arrivati dal traghetto abbiamo mangiato al mercato coperto (con tavoli, volendo, anche all'esterno)
Hakaniemen Kauppahalli nel quartiere di Kallio. Abbiamo scelto due zuppe, Andrea con il salmone, io veg.
Erano premonitrici di quelle successivamente acquistate al supermercato per le cene: gustosissime e piene di panna. La mia non so che ingredienti avesse (ringrazio il cielo di non essere allergica a nulla, la metà di quello che ho mangiato in Finlandia non ho tuttora idea di cosa fosse), ma a giudicare dalle dimensioni assunte della mia pancia nel pomeriggio presumo moooolto porro.
Bene, direi che è tutto, come bonus posso dirvi che il coreano all'aeroporto di Helsinki è inaspettatamente ottimo e posso lasciarvi i veri protagonisti alimentari di questa vacanza, presenti ovunque, dalla colazione all'aperitivo:
Ciao! Anzi, Hej!