Musica (grazie Carola!)
Il titolo di questo post è una frase che risuona in me ormai da qualche settimana.
Se un attimo prima di morire qualcuno mi chiedesse "Cosa hai fatto nella tua vita?", d'istinto credo che risponderei "Sono passata di qui".
All'inizio mi sembrava una consapevolezza triste, una presa di coscienza di chi sa di non eccellere in nulla, di non aver costruito, almeno per ora, niente di imperituro, nessun lavoro particolarmente encomiabile, nessuna passione folle, nessun figlio, nessuna abilità degna di nota.
Con il passare dei giorni, però, ho capito che, intanto, avere una consapevolezza non è cosa da poco. In un periodo storico in cui tutti e tutte siamo chiamati a dare il massimo e a farlo sapere il più possibile, a mostrarci invicibili, preparati e sempre pronti, spesso si fa fatica ad essere davvero consapevoli di chi siamo realmente, o almeno per me è così.
Il sentirmi costantemente di passaggio mi ha portata, quest'anno più di sempre, a stare in silenzio, ad avere la sensazione di non avere niente da dire, on line (il mio ultimo post qui risale all'estate scorsa) come off line.
Probabilmente questa è la ragione per cui, ormai parecchi mesi fa, ho iniziato a concentrarmi su una parola, partecipazione, che mi aiutasse a sentirmi attiva e, appunto, partecipe della mia vita, anche se in silenzio o, forse, proprio grazie al silenzio. Quindi, per restare in tema social, che in questi giorni pullulano di progetti motivazionali e parole guida del 2025, posso dire che nel 2024 io sia stata accompagnata da due parole, apparentemente in antitesi tra loro: l'anno appena trascorso è stato per me un anno di partecipazione silenziosa.
Durante le ferie natalizie sto guardando tantissime serie TV, per lo più medical drama (come da tradizione): avete presente l'infermiera, irriconoscibile perché coperta da camice, cuffia e mascherina, che passa dietro al protagonista per poi non ricomparire mai più? Io sono sempre molto affascinata da questi personaggi, indispensabili perché rendono più reali le scene, ma tendenzialmente inutili per la trama. Le comparese, insomma.
Oggi compio quarantatre anni, l'ultimo dei quali mi sono sentita una comparsa.
Ma, badate bene, non lo dico con dolore eh, il 2024 è stato senza dubbio uno dei più belli della mia vita, perché, semplicemente e finalmente, non mi è successo nulla. I giorni e i mesi sono trascorsi senza (grosse) sorprese, sono accadute cose belle ad alcune delle persone che amo di più (per esempio sono arrivati ben tre nuovi piccoli amici!), il lavoro continua a riempire le giornate senza sconvolgere troppo le notti, il paesello ha purtroppo perso uno dei suoi componenti più longevi e a me vicini (letteralmente), quello che resta della mia famiglia, aquisita e non, tiene botta piuttosto bene.
Le puntate della mia serie hanno continuato a scorrere con me che, ogni tanto, passavo sullo sfondo delle vite degli altri, con leggerezza e discrezione, senza che l'ennesima tragedia, piccola o grande che fosse, assorbisse tutte le mie energie e mi catapultasse, inevitabilmente e inesorabilmente, nel ruolo di protagonista.
Sono profondamente grata di aver potuto riposare, di aver avuto la possibilità di utilizzare queste energie intoccate per partecipare alla mia vita più interiore, alzarmi presto e andare a yoga, leggere più del solito, viaggiare senza crisi, essere (spero) una buona collega, trascorrere del tempo sereno con quel cuore grande che ho sposato, accudire Agata al meglio delle mie possibilità, completare il percorso di cura che mi ha aiutata ad arrivare fino a qui "sana" e, soprattutto, salva.
Anche se ormai, su questi schermi, di buoni propositi non se fanno più da molto tempo, provo comunque a lasciarne uno, timido e cauto: vorrei, nel 2025, continuare la mia partecipazione silenziosa per godermi ogni istante con consapevolezza, magari, però, con un goccio di coraggio in più, che mi permetta ogni tanto di far sentire, innanzitutto a me stessa, la mia voce e di guardarmi, finalmente, come protagonista delle mie giornate anche quando va tutto bene.
Così, se un attimo prima di morire qualcuno mi chiedesse "Cosa hai fatto nella tua vita?", d'istinto credo che risponderei "Ho vissuto".
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