venerdì 29 gennaio 2016

Thismustbetheblog #6: East Market Milano

Ho iniziato l'avventura di Thismustbetheblog nella primavera scorsa, visitando la splendida Erboristeria di Valeria e conoscendo finalmente dal vivo questa ragazza bellissima, gentile e dallo stile unico che ogni giorno regala foto, ispirazioni e poesia dal suo canale Instagram e dalla sua pagina Facebook.

Il viaggio è proseguito incontrando un'altra Valeria, L'inventore di mostri, con la quale è nata una bella unione a distanza, di quelle che ti fanno pensare che là fuori c'è qualcuno di simile a te, lontano ma vicino.

Poi ho trascorso una giornata in barca insieme a due meraviglie, Cinzia e Paola: con loro gli incontri sono più facili e frequenti (una vive nella mia città e fa un lavoro che in qualche modo ruota attorno a me e l'altra mi viene a trovare un sacco di volte!).

Il tour di Thismustbetheblog era fermo da questa estate, quando La Effe è passata da Genova, tornando da una vacanza al nord, con tutta la sua famiglia. Che bello è stato guardarci negli occhi per la prima volta e riconoscerci senza alcuna fatica!

Visto che ho deciso sin da subito che questi momenti di condivisione non avrei dovuto cercarli per forza ma, semplicemente, lasciare che accadessero, ho aspettato con pazienza fino a domenica scorsa, quando grazie all'East Market di Milano ho fatto il pieno di nuove blogger conosciute di persona. Non era preventivato: con il vicino-vicino abbiamo deciso venerdì di prendere su e andare a visitare la Mostra di Gabriele Basilico nella bellissima area di Porta Nuova, provando a vedere anche quella di Vivian Maier nonostante le code chilometriche e trascorrendo la mattina qui.

Premesso che la mostra di Basilico allo spazio Unicredit è bellissima e che quella della Maier, come previsto, siamo riusciti solo a sbirciarla dall'esterno a causa della fila, la mattina a Lambrate tra bancarelle vintage ed espositori handmade è stata una figata pazzesca. Avevo scoperto, quando ancora ero a casa immersa nel mio divano sputa ospiti, che ci sarebbero state Pretty in Mad, Demodé Lovely Things e Petit Pois Rose, tutte crafter bravissime che seguo da molto tempo. Appena sono riuscita a ritagliare un minuto alla voglia di perdermi tra gli scaffali e comprare tutto (fenicotteri rosa compresi) sono andata a conoscere queste tre ragazze e a regalarmi una creazione di ognuna di loro. Clara, Erika e Silvia non sono solo brave, sono anche molto gentili e mi hanno accolta con tanta premura! EriKa mi ha fatto scegliere gli orecchini a bottone che mi piacevano di più con pazienza e sorrisi, Clara ha cucito sul momento una Claratterina verde apposta per me e Silvia mi ha salutata con un abbraccio pieno di calore.
Mentre curiosavo tra gli zaini, le fasce e le pochette di Pretty in Mad ho conosciuto anche Giui, un'altra (non)artista bravissima che non potete proprio perdervi: trovate qui e qui il suo blog e il suo profilo Instagram.

Alla fine di questa lunga giornata, dopo tredici ora di camminate, stimoli, emozioni e foto, sono tornata a casa morta stecchita e mi sono accorta di aver portato con me un Thismustbetheblog bello da matti, quasi come il Bosco Verticale che vedete quassù.

Perché quando c'è bosco c'è gioia!



sabato 23 gennaio 2016

Giorni, gocce e foglie gentili

Questi, per me, sono giorni gentili.

È un periodo di impegni nuovi che devo ancora imparare a gestire e su cui ho deciso di provare a investire comunque, nonostante le incertezze, gli ostacoli inevitabili e non dipendenti da me, le difficoltà.
Ho iniziato il ciclo di laboratori in una primaria: quattordici bambini curiosi, vivaci quanto basta per tenere la mia attenzione costantemente vigile, educati anche nei momenti di maggiore entusiasmo. Per ora, preparare i materiali per andare da loro e trascorrere un pomeriggio di scienza e creatività è solamente un piacere.

Oggi, invece, mi sono dedicata al mio nuovo lavoro: ho passato la giornata al Cimitero Monumentale di Staglieno, il posto dove in futuro starò probabilmente più a lungo (e non solo da morta :-/). Siamo andati lì per l'ora di pranzo, con l'intento di scattare le prime foto per realizzare le schede diagnostiche, ma alla fine ci siamo lasciati inghiottire da viali, cipressi, gallerie, scalette e ne siamo usciti giusto in tempo per evitare di rimanere chiusi dentro. Che, detto tra noi, non deve essere propriamente una cosa divertente.
Stare tutto il giorno lì ha sortito il solito effetto: ogni oretta mi prendeva lo sconforto, mi veniva tristezza, mi facevo buia buia e poi, così come era arrivato, il malumore se ne andava. Chissà se a forza di trascorrere ore tra le tombe questa cosa prima o poi finirà (ecco il progetto a cui parteciperò).

Ad ogni modo sono felice, perché quello che per anni è stato un lavoro, la materia dei miei studi, l'argomento di due tesi e di tanti pomeriggi sui libri, potrebbe di nuovo essere la mia occupazione principale, almeno per un po'.

I giorni gentili sono gentili perché sono anche giorni ragionati. Passo ore su ore a lavorare, a scrivere, a inviare e-mail, a organizzare riunioni e a volte mi accorgo di aver pranzato davanti al pc. So che così non si fa e, nell'attesa di trovare un ritmo buono e giusto ho provato a dedicare un giorno ogni tanto al relax. Che magari ha significato pulire casa, ma che a volte, invece, è stato passeggiare con Cindy negli angoli preferiti della città, trascorrere qualche ora con mamma e Agata, dormicchiare leggendo un libro sul divano.
E poi c'è il corso di stampa 3D il lunedì sera, lo spettacolo di Celestini proprio ieri e domani si va niente popò di meno che all'East Market di Milano, con mostre di Basilico e Maier annesse.

Sono queste le ragioni per cui scrivo meno quaggiù, ma non solo: come forse ho già detto, il fatto che scrivere sia diventato un mezzo lavoro, rende meno spontaneo l'aggiornamento del blog. Non so che farci ma è così, magari sarà una cosa passeggera, magari no. Chissà.
Nel frattempo ho avuto l'immenso piacere di vedere la prima bozza grafica del mio libro e chissà che questo anno bisestile non porti con sé anche la pubblicazione; io tengo le dita incrociate!

Le ultime due cose che voglio condividere sono i soliti progetti strambi in cui mi imbatto, mi lascio coinvolgere e mi fisso finché non ho raggiunto l'obiettivo prefissato: il primo è questa meravigliosa iniziativa di Tulimami, ispirata a sua volta da Dear Stranger, a tea for a day! e ripresa da moltissime altre blogger e crafter come La casa degli Antouche e la cara Effe. Io, naturalmente, ho abbracciato l'idea con tutto l'entusiasmo possibile e, un po' per gioco, un po' per mettere alla prova la mia novella passione per i timbri hand made, ho fatto nascere le #fogliegentili. Cosa sono? Queste (e queste o queste). Sono biglietti di carta morbida su cui stampo a mano una foglia, inseriti in una piccola busta con l'albero, il primo stampo che ho costruito utilizzando un vecchio kit da intaglio di mio papà. Ogni biglietto viene casualmente abbandonato dove capita, per ora i posti prescelti sono stati i bagni pubblici di una stazione e lo scompartimento di un treno. Chissà chi avrà trovato la foglia gentile, e chissà se sarà finita dritta dritta nella spazzatura oppure no.

Il secondo progetto che proverò a portare a termine quest'anno è ritrovare la mia penfriend, una ragazza inglese dal nome più comune d'Inghilterra con la quale mi scrivevo a dodici anni. Sarà un'impresa, ma ho la speranza che con una buona dose di fortuna, l'aiuto dei social network e la perseveranza che in questi casi mi contraddistingue... ce la farò!

giovedì 14 gennaio 2016

Absolute Beginners

Ciao.
Ho iniziato ad ascoltarlo da ragazzina.
Prima di riflesso come fan dei Queen, poi consapevole sulla Peugeot.
Non ho mai, proprio mai, smesso.
Ho consumato il cd, ho imparato quasi tutti i testi a memoria, li ho cantati da sola e insieme agli amici ai concerti di Edu, li ho letti, riletti, scritti su foglietti, a volte capiti e a volte no.
Quando ho conosciuto gli Arcade Fire, pochi anni fa, ho pensato che mi ricordavano il suo modo particolare di stare al mondo e di fare musica. Il loro attuale status su Facebook è questo:

David Bowie was one of the band's earliest supporters and champions. He not only created the world that made it possible for our band to exist, he welcomed us into it with grace and warmth. We will take to the grave the moments we shared; talking, playing music and collaborating as some of the most profound and memorable moments of our lives. A true artist even in his passing, the world is more bright and mysterious because of him, and we will continue to shout prayers into the atmosphere he created.

Non voglio scrivere un post su David Bowie, anche se ho trascorso una mattina intera a leggere e parlare di lui non più tardi di una settimana fa, per il suo compleanno. Non ne scriverò perché sono proprio addolorata e perché credo che la mia opinione su questa cosa sia più inutile della birra analcolica.
Però la sua musica mi accompagnerà mentre racconto come è iniziato questo anno, con progetti vecchi e nuovi, con presenze vecchie e nuove.
Il lavoro di prima c'è ancora, ma c'è pure un (grosso, grasso) lavoro nuovo. Non ho firmato nulla, ma mi sto già muovendo con le cose da fare, con le riunioni, le scadenze, i compiti. Sono felice perché si tratta di tornare a parlare con le pietre, con i muschi e i licheni che le abitano, con le intemperie che le sfiancano, con l'inquinamento che le ammala. Significherà dedicarmi a loro e alla loro conservazione, facendo conoscere agli altri quali problemi le affliggono e come risolverli, aiutando i restauratori negli interventi di recupero, scrivendo e facendo milioni di foto. Non vado oltre perché oltre ancora non so, ma sono contenta davvero.

Nel frattempo ieri ho ripreso i laboratori con i bambini, un bel gruppo rumoroso ma simpatico, che resterà con me per dieci settimane. Esploreremo il mondo, sotto l'acqua e sotto la terra, lo faremo usando un libro e ci divertiremo, lo sento!

Per quanto riguarda il mio, di libro, le cose procedono: tutti i capitoli sono consegnati, la grafica è al lavoro, io sono agitata (strano) e spero che tutto vada per il meglio. Dodici laboratori, disegni, approfondimenti curiosi, scienza e creatività, materiali di recupero...insomma, una marea di parole chiave che mi descrivono perfettamente. Sembra che questa cosa si potrebbe portare dietro anche altre scritture, ma per ora è prematuro parlarne (pensarci però si può!).

Sono anche andata dalla fioraia vicino a casa che cerca un collaboratore. Non potrò aiutarla nel modo che serve a lei, perché finalmente sembra che pure io quest'anno sarò molto occupata, ma potrò darle una mano durante gli allestimenti. Mi ha chiamata esperta. Mi ha resa felice.

Naturalmente, di fronte a tutte queste meraviglie, a queste opportunità davanti alle quali mi sento sempre una absolute beginner, potevo non farmi venire un attacco di fibromialgia coi fiocchi? Ovviamente no. Che poi, forse, c'è di mezzo pure un ascesso, non so, sta di fatto che mezza faccia e tutto il collo hanno deciso di farmi un male boia e scioperare dalle loro più comuni funzioni (tipo permettermi di guardare da entrambe le parti prima di attraversare la strada).

Ad ogni modo, bolle un sacco di roba in pentola e il profumo è buonissimo.

Concludo con la mia preferita (credo).
[disclaimer: entrambi i video sono orribili, lo so, ma sono live in cui lui è davvero alieno. Come sempre del resto]



lunedì 4 gennaio 2016

Quel mazzolin di cuori

[Termino e pubblico ora un post iniziato qualche giorno fa, in piene vacanze natalizie e in totale relax]

È il due di Gennaio, nevica, e sono felice.
Domani compio gli anni, a mezzanotte starò festeggiando insieme agli amici, in montagna, probabilmente con un bicchiere in mano, lontano da quello che mi fa più paura (quindi da un sacco di cose).
Oggi, mentre camminavo nella neve, con gli scarponi azzurri e il berretto da volpe, non pensavo a nulla: mi guardavo intorno e, nel silenzio sospeso che solo le nevicate sanno portare, osservavo le cose incontrate sul mio cammino.

Un mazzolino di cuori color crema, un cespuglio di bacche rosse, una gallina (!) poco convinta di appoggiare le zampe, le orme di un cane piccolo, un signore con il cappello giallo.

Questi giorni di vacanze natalizie che hanno in qualche modo sospeso il giudizio e rimandato "al dopo" verdetti, decisioni e scelte mi sono serviti per non pensare a niente. Come sospettavo, non pensando a niente ho in realtà pensato a tutto.

A cominciare dallo scorso week end nel Parco di Portofino, quando una camminata a picco sul mare, talmente esposta da impedirmi di riflettere su qualunque cosa che non fosse evitare di cadere, mi ha regalato un sacco di ricordi a cui tornare nei momenti più tristi e difficili.
Anche in questi giorni di montagna è successo, ho riempito lo zaino di esperienze piccole e ho capito che è quello che voglio perseguire nel 2016, lungo il mio trentaquattresimo anno d'età: voglio sfruttare le giornate di festa, di gioia, di camminate e di viaggi per non pensare a nulla e fare il pieno di ricordi belli. Fino ad oggi, quando le cose non andavano per il verso giusto, rivedevo il passato e i suoi istanti belli con nostalgia e guardavo al futuro riponendo in esso aspettative e speranze (le mie famose isole felici) che spesso finivano infrante facendomi stare malissimo. Ora vorrei, invece, trarre energia dai ricordi, usandoli come incentivo a ricercare piccoli momenti felici, senza arrendermi e senza perdermi in eccessive malinconie.

Comincio subito e butto giù trentaquattro pensieri positivi, uno per ogni anno che sono al mondo, che questo 2015 mi ha lasciato in eredità:
1. I sori gialli delle felci (quelli di due settimane fa, poi, erano spettacolari), 2. La prima corsa dell'anno (ma anche tutte le altre) nei luoghi in cui sono cresciuta, 3. I cespugli di euforbia a picco sul mare di Punta Manara, 4. Gli ultimi colori del sole che filtrano nel bosco ormai buio, 5. Il corso di francese, 6. Uno dei miei maglioni preferiti con le mie scarpe preferite, 7. La scoperta di un ginkgo nel posto dove mai avrei pensato di trovarlo, 8. La meraviglia del Museo del Legno, 9. Il primo Leggermente scritto per Cindy, 10. Tessa la pressa, 11. L'Hotel Savoia, 12. Uno dei regali meravigliosi che ho ricevuto per il mio trentatreesimo compleanno, 13. I corsi seguiti da Papê, 14. La gita a Manarola nonostante una nausea che mai dimenticherò, 15. Portovenere che non avevo ancora visto, 16. Il mio Secret Santa 2014, sempre con me finché non l'ho perso, 17. L'eclissi di sole, 18. Il progetto fotografico #onehandadayproject, difficile ma pieno di spunti e di stimoli, 19. La sperimentazione continua di nuovi modi per raccontare la scienza ai bambini, 20. Uscire di casa dopo una broncopolmonite che mi ha spaventata assai, 21. La mia prima tillandsia e la seconda, 22. Il corso di fotografia stenopeica di Totem, 23. Usare le mani, ogni volta che posso, 24. Le gonne lunghe d'estate, 25. I Rolli days per scoprire la mia città, 26. I laboratori con i bambini della Valpolcevera e di Camogli, 27. Il corso alla Holden, con la mia prima volta da Melissa e gli aperitivi in solitaria, a zonzo per Torino, tra abiti vintage e gatti, 28. L'Instawalk di #shootyourport con Cindy, Paola e gli amici, 29. Il giorno di nostalgia in cui conobbi Ezio, 30. Le gite d'autunno, 31. La mia gatta, sempre e comunque, 32. L'estate a Pieve e alla piscina del porto con gli zoccoli corallo, 33. La giornata a Torino con mamma e la mia seconda volta da Melissa, 34. Gli ultimi giorni del 2015 nella neve, dove è nato questo post e dove ho raccolto un barattolo di licheni meravigliosi che profumano di inverno.