venerdì 25 marzo 2011

Ouch!


E mi son slogata una caviglia. E di brutto anche.
Arrampicando e cadendo in modo stupidissimo. A parte il male senza senso, la paura per una gamba che era già abbastanza stufa di casini, ora c'è la limitazione. Stampelle, lentezza, zero sport, no alle scale, poca vita sociale, male alle braccia e alle mani, punture in pancia, visite e tentativi di pensare positivo.
Come dicevo ieri a Sturm me la sono cercata, avevo bisogno di relativizzare, di smettere di vedere tutto grigio, di avere una ragione per guardare le cose da un altro punto di vista: ora che mi tocca stare a casa e vorrei invece correre fuori, diventano divertenti anche le uscite più banali, diventa bello stare in ufficio tutto il giorno, fare le scale di Campopisano, passare una mattinata in laboratorio con i bambini.
Perciò mi sta bene, solo speriamo che passi, che i legamenti non siano fuori posto e che questa zampa verde venga pian piano risostituita da un "piede normale".
Visto che dovrò rivisitare un pò le mie giornate, sotto con le letture! Il giallo norvegese da ammalata prima di dormire, gli articoli in inglese per il dottorato quando sono fresca, il libro di un amico nei momenti liberi, le dispense sulla chimica verde per le animazioni di lunedì..di certo non mi mancano spunti.
Dopotutto ci sono anche lati positivi, tipo tanto letto, tipo "maaaammaaaa mi porti...", tipo prendere il taxi per fare due metri, tipo non togliersi il pigiama per giorni, tipo mangiare cioccolata a manetta, tipo imparare a farsi le punture in pancia in un parcheggio sotterraneo...
Perciò, vediamo di abituarci in fretta a questa nuova condizione di raganella, ferma sulla foglia, con la zampa verde e palmata, mentre tutto intorno si muove comunque.

giovedì 17 marzo 2011

Cosa essere tu?


Con questa domanda da Brucaliffo provo a scrivere un pò di me, me come persona, con le mie caratteristiche, con pregi e difetti.
E' già qualche tempo che vorrei buttare giù questo post, ma mi ha sempre frenato il fatto che forse dovrebbero essere gli altri a giudicare il mio carattere e a osservare le mie abitudini, insomma, io rischio di essere un pò troppo di parte!

Intanto credo di essere abbastanza onesta, nel rapporto con le persone, verso la legge e tutto sommato anche con me stessa. Sono piuttosto diffidente, tendo (negli interessi) a fare molte cose e avere quindi una via di fuga se una delle mie passioni venisse improvvisamente meno, ma questo l'ho imparato col tempo, prima ero totalizzante anche nelle abitudini. Ora sono rimasta un tantino accentratrice solo nelle relazioni d'amore, ma anche in questo sto migliorando.
Ho paura di perdere le persone che amo più di ogni altra cosa, quindi gestisco male telefonate che non arrivano, allontanamenti e silenzi.
Adoro i gatti perchè fondamentalmente li invidio, mi piace la loro indipendenza, il loro saper dosare le attenzioni, le coccole che fanno e pretendono solo quando vogliono loro...il mio obiettivo è diventare un gatto, almeno nel comportamento, o rinascere felino nella prossima vita.
Sono claustrofobica, odio quindi ascensori, stanze piccole, locali sottoterra, tende troppo basse, autobus e treni super affollati, concerti baraonda, ma anche le persone che tendono a toccarti quando ti parlano e invadono gli spazi.
Manco abbastanza di autostima, ma anche su questo ci sto lavorando, sono dunque poco ambiziosa e tendo a non guardare in alto, ma a continuare per la mia strada con la testa bassa e la voce sottile.
Sono però una persona molto paziente, sia con gli altri, sia nelle situazioni in cui chiunque impazzirebbe: coda alla posta, rompicoglioni che parlano parlano parlano quando ciò che si desidera è solo un attimo di silenzio, lavori ripetitivi e alienanti. Nelle cose di precisione invece mi innervosisco, tipo sbrogliare una collanina che si è ingarbugliata, aprire scatole che non vogliono aprirsi, aggiustare oggetti.
Mi fanno schifo i ragni ma amo la natura, le passeggiate, il mare al mattino presto, gli aperitivi lunghi al tramonto e tutta una serie di cose che la mia città mi offre ogni giorno, come camminare nei vicoli finchè non sono stanca, gironzolare per negozi, mangiare un gelato al porto, leggere un libro corto sui divanetti della Feltrinelli.
Felicità per me è una serata davanti ad una buona cena, con buon vino, buona musica, buone parole e buon sesso.
Mi piacciono le moto, mi mettono di buon umore gli aironi e, quando sono da mamma mi piace alzarmi presto d'estate, arrivare al chiosco, sedermi in veranda con caffè, cornetto e giornale e con calma scendere in spiaggia. Poi di nuovo casa prima che arrivino i barbari con il treno delle 10 e mi piace tornare al mare alle 17 per risalire al chiosco al tramonto e prendermi un aperitivo.
Mi piace andare per funghi, non amo fare il bagno al mare di notte, mi fanno schifo i peli nella vasca da bagno/doccia, ho paura dell'aereo e dei passaggi a livello, ho la soglia del dolore piuttosto alta e non amo le sorprese. Anzi, si potrebbe dire che le sorprese le odio proprio, con questo non intendo un regalo inaspettato (che comunque mi spiazza), ma visite, feste, rivelazioni, notizie improvvise. Così come un telefono che squilla di notte, mi terrorizza.
Avere isole felici invece mi rasserena (ne ho già scritto l'anno scorso in un post), dormo con salamino, il mio cane di pezza, da quando ho 4 anni e non amo discutere e litigare, anzi evito, ma mi complico spesso la vita da sola mettendomi in situazioni difficili dalle quali poi fatico a uscire.
Mi piacciono i colori caldi della terra ma anche i viola, sono contenta quando mi riesce il mio lavoro, quando un bambino è stato bene con me, adoro organizzare serate per gli amici curate anche nell'allestimento, stare in giardino a leggere o in letto a dormire se fuori piove. Somatizzo molto quando qualcosa non va, mi trucco ma non tanto, porto sempre tre anelli alla mano destra, ho uno strano rapporto con i miei capelli che non riesco a domare e che domano me.
Voglio imparare a camminare sui tacchi, mi piacerebbe saper ballare bene, mangio tutto tranne ostriche, anice, cervello. Ascolto tantissima musica, di tutti i tipi, mi piace andare al cinema, di notte sogno spesso e ricordo i sogni, uso lo stesso profumo da anni, adoro gli stivali da pioggia e d'inverno porto quasi sempre il berretto.

Mi pare di non avere più molto da dire, così è come mi vedo io, so che ci sono altre caratteristiche che però io non percepisco e che invece riescono ad osservare bene le persone che mi sono vicine.
Ognuno poi, mi vede con i suoi occhi.

martedì 8 marzo 2011

Equilibri


Quando andavo all'asilo sognavo di essere rapita e sposata da un trapezista con lunghi baffi biondi e tutina a righe.
Probabilmente subodoravo già la precarietà dei rapporti. Appesa lassù, nella speranza che l'altro non molli la presa, tentando di rimanere calma e concentrata sull'obiettivo.
In questo momento più che mai sento che è proprio una questione di equilibrio la vita, giorni su, giorni giù, dolori enormi, apatie totali, felicità improvvise, lunghe malinconie. Quando tutte queste cose si dosano, quando arrivano come onde leggere nell'arco delle ore, dei giorni e delle settimane, riesco a vivere in punta di piedi, camminando sulla corda ed evitando di guardare sotto.
A volte, anzi quasi sempre, non funziona così: giorni come oggi, in cui nulla riesce a buttarmi a terra, sono spesso seguiti da momenti di sconforto vero, in cui mi pare di non riuscire neppure a ragionare quel tanto che basta per uscirne.
Qualche sera fa, rannicchiata nella tana, il respiro si è fatto affannoso e mi sono sparata uno di quei pianti con tanto di testa sotto l'acqua per riprendermi, che erano mesi (per non dire anni) che non accadeva. Troppe emozioni inespresse, brutte ma magari anche belle, troppe cose trattenute, senza fingere, solo per istinto, perchè si sà, mi è più facile sedarmi che mostrare presenza. Il mio famoso sguardo lontano, il mio entusiasmo che dura cinque minuti e poi scompare, la mia incapacità di reazione a qualunque novità. In verità mi metto in moto, ma con lentezza, risolvo col metodo, sgranocchio quattrocento pensieri al secondo, li incasello, li analizzo, scarto quelli troppo dolorosi (che mi rallenterebbero ulteriormente), ignoro quelli gioiosi (che non è mai il momento di ascoltare) e mi concentro sugli incastri quotidiani, sugli impegni di lavoro, sugli appuntamenti, sulle telefonate da fare, sulle animazioni. Tengo tutto in equilibrio insomma, un chilo di mail, mezz'etto di riunioni, duecento grammi di autobus e treni...
Mi chiedo spesso come gli altri vedano questo mio barcamenarmi tra le difficoltà del quotidiano, o, ancora più in grande, come sia percepita la mia maniera di affrontare la vita. Sembrerò superficiale? O troppo paranoica? Darò l'idea di essere immatura o eccessivamente seria? Probabilmente non ha molto senso porsi queste domande, ognuno è come è, nonostante gli sforzi di tutti per smussare spigoli o calcare atteggiamenti. E' proprio come dicevo l'altro giorno in treno con la Vale: la vita a volte mi sembra come la trama di un libro giapponese, dove tutto è ovattato, intenso ma distante, dove le cose galleggiano nello spazio e nel tempo, mentre i personaggi si perdono in un mondo lontano dal reale.