lunedì 24 dicembre 2018

A Natale (non) puoi

È arrivato un altro Natale.
Quaggiù non era poi così scontato.
E invece siamo tornate al paesello per svernare qualche giorno, in casa è un andirivieni di vicini in visita, io sto persino riuscendo a leggere e a riprendere possesso della mia persona (leggi depilarmi, darmi lo smalto...).
Ieri abbiamo addirittura fatto l'albero, come i vecchi tempi, raccogliendo un ramo vicino a casa e addobbandolo con poche cose, ma buone. Quest'anno, in particolare, c'erano le decorazioni di ceramica prodotte al corso, a mamma piacevano un sacco e allora le abbiamo usate tutte senza pensarci su.

Detto ciò, non so nemmeno io perché stia scrivendo un post.
Se dovessi essere istintiva chiuderei il pc all'istante e lo riaprirei solo per lavoricchiare un po', come ho fatto stamattina. Allo stesso tempo, però, sto cercando di mantenere una parvenza di normalità e di pensare alle cose positive che ci circondano, nonostante sia sul punto di scoppiare dalla rabbia un minuto sì e l'altro anche.

Se mi concentro sul qui e ora, che più qui e più ora non si può, c'è il tramonto arancione dietro alle sagome nere più familiari del mondo, c'è la passeggiata del dopo pranzo a vedere il mare, camminando una accanto all'altra, c'è Agata che dorme sul divano dopo aver passato in rassegna le piante sul terrazzo più e più volte, ci sono i datteri giganti nel frigo che aspettano solo di essere farciti, ci sono i fiori fucsia in giardino esplosi come fuochi d'artificio, ci sono i pantaloni di velluto marrone di quando andavo all'università che mi rientrano perfettamente, c'è il libro di Haruf appena terminato che vabbè, cosa ve lo dico a fare, c'è il libro di Paasilinna appena iniziato che mi garba parecchio, c'è il berretto nuovo che cresce sferruzzato da mamma, ci sono i ciclamini bianchi da piantare a Natale, c'è il mio pile Patagonia che mi scalda un sacco anche se non serve (grazie L'Altrosport!), ci sono le foto delle gite fatte come se ci fossi anche io, ci sono i menu che forse verranno disattesi o forse no, c'è l'opportunità così rara di cambiare piani anche all'ultimo minuto, ci sono le notti quasi tranquille e le colazioni in due, ci sono i pandolci con il latte per la sera, c'è il pilates sul pavimento del soggiorno.

Ci sono anche tante altre cose, in particolare c'è un senso di distacco enorme (e probabilmente tanto ipocrita quanto scontato) da tutto ciò che non conta un cazzo. Non che in passato fossi molto legata al Natale, mio padre è morto quasi quattordici anni fa e da allora abbiamo "festeggiato" in sordina una giornata che, quando la famiglia era ancora al completo, spesso portava con sé crisi, litigate e barcate di ansia.
Probabilmente è destino che proprio per me, che amo allestimenti, festoni, tavole decorate, inviti, pacchetti, biglietti, mazzi di fiori, candele e lucine, la vita abbia in serbo una sorta di educazione siberiana, di drastica conversione al sottotono, portata avanti senza pietà regalandomi periodicamente motivi enormi per non festeggiare mai una mazza.
Quest'anno poi, cara vita, ti sei davvero superata.
Buon Natale anche a te.

venerdì 7 dicembre 2018

Istinto di sopravvivenza

Ho lasciato questo blog con un post pieno degli animali che sogno nell'ultimo periodo, oggi ho deciso di cominciare dallo stesso argomento elencando gli ultimi arrivati nella mia fattoria notturna: un serpente lunghissimo (si parla di almeno dieci metri), tre o quattro pipistrelli neri enormi, un porcospino molto vecchio e molto assonnato, una manciata di gattini grigi, minuscoli come al solito. Se qualcuno in ascolto sapesse interpretare la presenza semi costante di bestie varie ed eventuali nei miei sogni commenti pure qui sotto, sono curiosa come una scimmia (appunto).

Ultimamente le giornate procedono simili le une alle altre e questo è un bene, perché, dice il saggio: "nessuna nuova buona nuova". Qualche novità, in verità, c'è stata: la chemio è saltata di nuovo causa emoglobina bassa, ma i valori sono rientrati presto da soli e i dolori sono sotto controllo. Le transaminasi sono più basse e tutte le varie operazioni per migliorare la situazione di mamma sono diventate meno frequenti perché meno necessarie. Oggi è così, domani non lo so, perciò, a costo di diventare di una banalità imbarazzante, dichiaro che l'unica cosa buona non terribile che mi ha portato questo maledetto cancro al pancreas è la capacità di godermi l'istante, così com'è. Parlo per me eh, perché se fossi in mamma sarei sicuramente molto più arrabbiata.

Il lavoro continua ad essere un'ancora di salvezza, le serate finiscono prestissimo causa stanchezza ai massimi storici, i primi mal di gola di stagione sono arrivati puntuali come le tasse a fine Novembre.

L'istinto di sopravvivenza di cui scrivo nel titolo è, fondamentalmente, fatto da tutto questo tran tran protettivo e da una serie di acquisti più o meno sostenibili in previsione del futuro, cosa che, di questi tempi e in questi luoghi, non è affatto scontata. Li scrivo qui sotto, non sia mai che possano interessare a qualcuno che, semplicemente, sta cercando qualcosa di simile e non sa che pesci pigliare:

- Giacca Skunkfunk verde per affrontare l'inverno che non arriva, nel tentativo di salvare capra, cavoli e animali da pelliccia (e pure un po' di ambiente, va). Ora come ora è fin troppo calda, ma confido che le temperature, prima o poi, scendano sotto i 10 gradi, così come sarebbe buono e giusto.
- Prodotti Saponaria, che volevo provare da un po' perché il prezzo mi allettava e il made in Italy pure. Qualcosa già lo conoscevo bene (lo scrub per il corpo è ottimo), qualcosa mi ha piacevolmente colpita (siero opacizzante e deodorante roll on super!), qualcosa voto ni, ma solo causa odore troppo intenso per i miei gusti (crema viso).
- Agenda 2019 Inchiostro and Paper, nonostante ne avessi già una ampiamente usabile anche l'anno prossimo, ma con le agende notoriamente non ho quiete, ne ho acquistata un'altra con cui vorrei entrare a piè pari nel mood bullet journal (vedi punto successivo). L'occasione è stato il Green Friday, grazie al quale con l'acquisto avrei contribuito al rimboschimento delle foreste trentine, piegate dalla tempesta di poche settimane fa. Impossibile resistere.
- Occorrente per il Bullet Journal (vedi punto precedente), acquistato un po' ovunque e recuperato nei fondi dei cassetti di casa. Il primo timido tentativo è stato un fiasco e mi sono subito sentita catapultata negli anni delle medie, quando l'aver sbagliato sulle prime pagine del diario mi dilaniava per giorni. Credo non mi restino altro che i tutorial su YouTube, ma non avendo né tempo né voglia di seguirli conviene fare pace con me stessa e con le sbavature di inchiostro nero (AAARGGGH).
- Prodotti CasaGIN, perché finalmente ho trovato un produttore sostenibile di intimo et similia e perché quest'anno ho riscoperto la comodità infinita dei body. Le loro stoffe sono di una morbidezza mai vista prima, non ho ancora indossato tutto ma la fiducia è altissima. Persino i calzini sono stati promossi da mamma e dalle sue gambe gonfie: dieci più!
- Body The Nude Label, perché lo puntavo da un po', perché ho avuto il coraggio di prenderlo nonostante la scollatura, perché il colore melanzana-mattone era bellissimo. L'ho trovato da Paccottiglia.
- Sciarpe di Lo fo Io, super calde (soprattutto il simil scialle nero) e passpartout, ad un prezzo davvero competitivo. Io le ho prese qui, ma ho visto che sul sito ce ne sono molte altre. I filati sono per la maggior parte rigenerati e a me sembra già un ottimo motivo per sceglierle.
- Libri vari ed eventuali. Un regalo per mamma, un libro indispensabile, un regalo per me, un libro che uso anche per lavorare (ottima scusa, eh).

Ci sarebbero anche un sacco di cose nella wishlist, ma credo occorrerebbe un post a parte e le finanze attuali non mi permettono di sognare oltre (se qualcuno però volesse regalarmi un maglione di Gaia Segattini non mi offendo!)
Torno a sopravvivere.
Alla prossima!

P.S. Foto bretone. Perché di alta e bassa marea qui ne sappiamo qualcosa...