venerdì 16 febbraio 2018

Emozioni di carta

Un post al volo, scritto in una mattina iniziata all'alba per le ennesime analisi, tra un ordine da Melissa Erboristeria (che mi meritavo tanto!), un laboratorio a scuola, una riunione e, si spera, una serata al cinema.
Tutto questo in vista di un week end di studio serratissimo che non so ancora se e quanto riuscirò a farmi fruttare come vorrei.

Detto ciò, eccomi a raccontare quello che è (mi) successo lo scorso fine settimana, a Milano.
Dopo l'ultima esperienza natalizia, fatta di bellissimi vagabondaggi per la città e meno belle visite al Fetebenefratelli, sono tornata su per un corso a cui tenevo davvero molto, tanto da iscrivermi mesi fa e fare di tutto per riuscire a partecipare.
Il corso in questione è questo organizzato da una Libreria meravigliosa che non avevo mai visitato e tenuto da Barbara Mazzoleni , un'insegnante bravissima, non solo molto preparata, ma piena di voglia di condividere, creare connessioni, regalare spunti e portare esperienze. Una vera rarità.

Quando ho deciso di iscrivermi al week end di full immersion nel mondo dei libri tattili l'ho fatto, come al solito, per più di una ragione:
1) La necessità di imparare sempre, che non è una cosa solo legata al mio lavoro, è proprio un bisogno che ho, indipendentemente dal tipo di corso da seguire o di impiego del momento. Si tratta di formazione, ma non solo.
2) La volontà di conoscere la tecnica di costruzione (ma anche di progettazione) di un libro tattile per aiutare al meglio la bambina non vedente con cui faccio attività di laboratorio da un anno.
3) Il bisogno di conoscere gente nuova, che potesse ispirarmi, prestarmi esperienze, aprirmi la mente con punti di vista diversi dai miei.
4) La voglia di condividere un po' del mio lavoro, dopo un anno dall'apertura della partita IVA e dopo quasi dieci anni di divulgazione scientifica.
5) Il piacere di tornare a Milano, una città che amo e che mi lascia sempre scoprire cose belle di sé.

Tutti questi punti sono stati ampiamente esauditi, probabilmente anche superando le mie già alte aspettative.
Non solo, come ho scritto, Barbara è stata fantastica, riempiendoci di materiali su cui studiare, offrendoci spunti per indagare in noi stesse (eravamo tutte donne), dandoci indicazioni pratiche molto utili per intraprendere un percorso nel mondo dei libri tattili. Un aspetto fondamentale, per me, è stato il contatto con le altre corsiste e, di conseguenza, lo scambio che ne è nato. Esperienze forti, storie di bisogni speciali, percorsi formativi diversi e ricchi, obiettivi differenti e pieni di senso, chiacchiere spontanee e belle.

Inoltre, lascio per ultimo un aspetto importantissimo, con questo corso ho guardato dentro di me, preparando tre tavole di carta e materiali vari con cui esprimere le emozioni più diverse. Inutile dire che i primi sentimenti con cui mi sono confrontata sono stati Rabbia, Solitudine e Paura, ma il mattino seguente anche Allegria, Noia, Serenità, Amore e tante altre emozioni sono venute a galla e si sono trasferite sul foglio rigido con estrema naturalezza.
Per me vuol dire molto, sia essere contenta del risultato ottenuto sia essere riuscita a tradurre con un gesto pratico, fatto di attenzione, ragionamento e istinto, un'emozione privata.

In ultimo, impossibile non sottolineare la ricchezza di titoli della libreria (ben tre libri sono venuti via con me!), i giri post corso in una Milano ghiacciata per una Genovese doc, la finale di San Remo dalla camera d'albergo :-)

E se per caso vi foste chiesti cosa diavolo sia la macchia colorata nella foto a inizio post qui sotto trovate la risposta.
Ecco la mia interpretazione tattile dell'inquietudine, a volte rigida, a volte morbida, a tratti pesante, oppure leggera.