venerdì 28 gennaio 2011

"...And it's only the giving that makes you what you are..."


Potrei scrivere per ore, perchè è un periodo densissimo di cose da fare, di cose belle, di cose e basta.
Invece non scriverò nulla, o quasi. Reduce da una cena dalla Ale, con Aqualung alla radio per tutta la sera, preferisco andare a nanna ricordando con il sorriso anni passati e ancora comunque vivi. Sono felice di aver accettato il lavoro allo science center perchè prevedo di imparare davvero tanto e di divertirmi molto con i piccoli. Sono felice di essermi convinta a provare questo misterioso dottorato anche se implicherà fare le notti sui libri. Sono felice di aver avuto il coraggio di rinunciare al corso della Gigi Ghirotti, perchè tutto non si può fare purtroppo. Sono felice di aver conosciuto l'IMG perchè spero di collaborare, in qualche modo, a questo progetto così interessante. Sono felice di essere stata una serata intera a parlare e bere vino come se non fosse trascorso nemmeno un minuto dall'ultima volta, ma senza rimpiangere gli anni passati e farmi prendere dalla nostalgia.

Una canzone da ascoltare in macchina e cantare tra i prati fioriti e una foto che scalda il cuore:

Wond'ring Aloud (Jethro Tull)

Wond'ring aloud
how we feel today.
Last night sipped the sunset
my hands in her hair.
We are our own saviours
as we start both our hearts beating life
into each other.
Wond'ring aloud
will the years treat us well.
As she floats in the kitchen,
I'm tasting the smell
of toast as the butter runs.
Then she comes, spilling crumbs on the bed
and I shake my head.
And it's only the giving
that makes you what you are.

mercoledì 19 gennaio 2011

What's the frequency Kenneth?


A che frequenza sto vivendo? Che strada devo prendere?
Ho la febbre alta e spero che queste domande esistenziali altro non siano che un delirio da ebollizione cerebrale.
E' un periodo denso, pieno di impegni, novità, iniziative e opportunità da cogliere.
E proprio lì si nascondono i dubbi: sono da cogliere per davvero tutte queste possibilità o è meglio posticipare, rinunciare e lasciare perdere?
Non si può fare tutto, questo lo so...ma non ho certezze, nessuna delle opportunità che ho è per sempre: il dottorato è ancora in forse, il Belleville dopotutto mi impegna seriamente solo una volta al mese, il corso da project manager dei miei coglioni tra qualche settimana finirà, così come il corso volontari della Gigi Ghirotti. L'unica "proposta seria" è quella del Festival (della Scienza, non di Sanremo, capisco che visto il periodo dell'anno e la mia indiscutibile avvenenza potevo tranquillamente essere contattata per affiancare Belèn) e io ho accettato senza farmi troppe domande. Ho sbagliato forse, non so. E' una cosa bella, è mia e mi fa sentire in grado di fare. So che questa decisione dovrò difenderla dai mille altri impegni di lavoro, sicuramente per me più importanti e tanto tanto voluti, ma l'animazione mi piace e mi riesce, credo.
Perciò in questi pomeriggi febbricitanti, mentre aggiorno gli eventi di Terra!, leggo approfittando degli intervalli di effetto della Tachipirina e gioco con la gatta, penso a cosa sia meglio, più giusto per me e per il mio futuro.
Nel groviglio di pensieri non ci sono i sentimenti, non troppo per lo meno. Quelli li lascio fuori, mi bastano le mille incognite sul lavoro e sul resto della mia vita, non riuscirei ad analizzare anche le possibilità emotive che ho davanti a me, ammesso che ce ne siano...tra l'altro.
Per il resto non tutto il male vien per nuocere no? Quindi questi giorni di sudate, mandarini, fluimucil e coperte meglio sfruttarli per rilassarsi, depilarsi, coccolarsi, rispettarsi...

venerdì 14 gennaio 2011

Un giorno perfetto


La stanchezza che ho stasera.
L'urgenza di questo post. In un giorno perfetto.
La sveglia prima delle sette, la doccia veloce e il treno...lento.
Quattro ore di corso per diventare project manager dei miei coglioni inframezzate da telefonate all'ARPAL, alle colleghe, al Prof. Strappo in macchina dell'ultimo minuto, pranzo al volo col panino più schifoso della storia dei panini schifosi.
Biblioteca per un paio d'ore, a casa per cambiarmi, mangiare qualche biscotto e bere un bicchiere di latte, perchè dalle sei turno al Belleville.
Un super turno in serata degustazione. Storie di castagne e birra...tutto ottimo, tanta gente, molti amici, parecchio da fare, fatica, bicchieri da lavare, organizzazione per i giorni successivi.
Ma mentre dietro al bancone preparavo i caffè stavo bene, ero contenta. Ho fatto l'ordine di Dolcetto da ValliUnite, ho mangiato arrosto ripieno con le patate al forno, biscotti e birra buonissima. Ho anche svuotato i barattoli di marmellata di castagne.
Ho salutato tutti e sono tornata a casa a piedi, con un vicino-vicino accanto che scampanellava con la bici a tempo di musica e la voglia di tana in ogni singolo muscolo. Domani si ricomincerà: analisi con camici da due quintali addosso, prelievi e resina, inagurazione della mostra fotografica del vicino-vicino con annesse scarpe col tacco.
Ma non importa. Tanto impegno, tanta fatica ma tranquillità. Mi sembra di essere in totale pace, più di così non mi sarebbe possibile fare. Non sto lavorando troppo, non sto cazzeggiando troppo, non sto dormendo troppo, non sto amando troppo, non sto mangiando troppo, non sto bevendo troppo, non mi sto arrabbiando troppo...ma sto facendo tutte queste cose, il giusto.
E quando passo da casa mi capita pure di essere inondata da una strana luce fuxia e salire in terrazza, per trovarmi davanti lo spettacolo che c'è in foto...
Buonanotte

domenica 9 gennaio 2011

L'albero delle farfalle


Ieri ho festeggiato il mio compleanno con un pò di amici.
Ho organizzato un aperitivo lungo nella solita sede e poi pasta e fagioli per tutti attorno alla stufa.
Inaspettatamente sono venuti in molti, avevo persino paura che il cibo non bastasse! In realtà, come al solito, era più che sufficiente, anche grazie ai contributi degli invitati, che hanno portato sia cose buonissime da mangiare, sia vino, birra e digestivi.
La tavola alla fine era davvero imbandita, un pò di candele, lampade di carta, un fiore e qualche festone fatto a mano. L'esperimento della serata però è stato l'albero delle farfalle: la foto probabilmente non rende l'idea, ma il risultato complessivo era carino e ha riscosso moltissimo successo!
Realizzarlo è semplicissimo, bastano un bel ramo secco, un pò di lana, pazienza e fantasia.

Ecco cosa occorre:
- Ramo
- Carta (colorata, da regalo, bianca, velina, rigida...come preferite!)
- Forbici
- Penna
- Pinzatrice
- Lana

Procedimento:
Allora, intanto occorre scegliere il colore (o i colori) base su cui puntare. Una volta deciso si cercherà la carta giusta, dalla consistenza che più ci piace, lucida o opaca. Poi, su un cartoncino se possibile, si disegnerà la sagoma stilizzata di una farfalla con le ali bene aperte. Questa sarà la mascherina attraverso la quale realizzare tutte le farfalle che ci servono. Con una penna, infatti, ripercorreremo i contorni del modello e ritaglieremo con le forbici le nuove farfalle. Per realizzare quelle del mio albero ho utilizzato due sagome incastrate l'una nell'altra e pinzate insieme, potete in questo modo giocare con le dimensioni, gli accostamenti di colore, i disegni.
Per appendere le farfalle ai rami io ho usato del semplice filo di lana bianco (naturalmete vanno benissimo anche la lenza, spaghetti di recupero o filo di cotone per esempio) passato attraverso un'ala e ho distribuito le farfalle su ogni lato del mio alberello.
Per rendere stabile la composizione l'ho inserita in un grosso vaso di coccio insieme a qualche tralcio di edera e alcuni cespugli verdi e ho poi posizionato tutto su un bel tavolino colorato su cui ho poggiato anche un'abatjour accesa. Il risultato era davvero romantico e, anche se forse sembra complicato, l'allestimento è piuttosto facile (ci vuole solo un pò di tempo libero) e si presta a mille varianti e modifiche a seconda dei gusti.
L'aspetto probabilmente più importante è che, come sempre, si tratta di un lavoro svolto completamente con materiali di recupero.
E, il che non guasta, è stato pure molto rilassante.

sabato 1 gennaio 2011

10, 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1...


01012011.
Primo giorno dell'anno. Prima foto dell'anno. I miei piedi febbricitanti sull'uscio di casa.
Non vorrei fare bilanci, nè scrivere righe di buoni propositi...ma per me l'inizio dell'anno coincide con una nuova età (29 tra due giorni) ed è inevitabile guardarmi attorno e tirare le somme, cercando di capire dove potevo fare meglio, quando sono stata brava, in che occasione ho sbagliato.
Qualcuno che ben conosco mi direbbe di non pensarci su, qualcun altro probabilmente starà facendo la stessa cosa, elencando con cura ogni avvenimento degno di nota di questo 2010 che ormai ha svoltato l'angolo.
Io posso solo guardare in faccia la realtà, questo è stato l'anno più denso di cose che io abbia mai vissuto probabilmente: è nata la società in cui tuttora lavoro, sono andata ad abitare da sola, ho perso alcune amicizie importanti, ho lasciato che il mondo dell'animazione mi conquistasse (wwf, festival della scienza...), ho fatto nuove bellissime amicizie (Sturmi e il vicino-vicino...che si contendono il podio), ho lasciato un grande amore, ho cominciato ad arrampicare, mi sono iscritta ad un corso da project manager (chi lo avrebbe mai detto...), ho iniziato a collaborare con i ragazzi del Belleville, ho trovato un nuovo modo per essere presente in Terra! compatibilmente con le mie possibilità, ho vinto un dottorato, ho cominciato a camminare più vicino ad una persona per me molto importante e ho dato vita a questo piccolo-grande blog.
Ci sono anche un sacco di cose che ho mantenuto dagli anni passati, cercando di incastrarle tra le novità e difendendole strenuamente dal tempo che passa: il mio pilates con la De (sempre più amica oltre che maestra), i week end nel giardino incantato con la gatta che mi saltella intorno, le cene dalla Ale (che mi attende stasera per iniziare l'anno insieme), i saluti dai vicini, i bagni la mattina presto quando in spiaggia non c'è ancora nessuno, le bevute da Wincy...
Cosa c'è che mi manca? le letture in treno, la metro è veloce e sull'autobus soffro se leggo. Il rumore del mare. Gli odori della campagna alle 7.30, quando si corre per prendere il treno. Lo scampanellio delle mucche la sera. La privacy (chi l'avrebbe detto) che mamma mi ha sempre garantito. Una corda su cui stendere le lenzuola. Il mercato al venerdì mattina. Le verdure cucinate da mamma. Nuvola e Ciobin durante le riunioni di Terra!.
Qualcosa che resta, qualcosa che se ne va.
Il bilancio l'ho fatto alla fine, mancano solo i propositi.
PARLARE. Al primo posto, devo dire quello che penso, devo far presente i miei sentimenti se serve.
GUIDARE. E non dipendere più da nessuno.
CONTINUARE A FARE ATTIVITA' FISICA. Come sempre, senza drastiche diminuzioni, sennò la schiena (e la ciccia) ne risente.
LEGGERE. Come in questo 2010 appena passato, un anno ricco di libri.
LAVORARE. Per il gusto di farlo.
STUDIARE. Per non sentirmi mai fuori posto.
AMARE. Innanzi tutto me stessa, ascoltandomi ogni volta che posso.

Buon Anno.