domenica 18 marzo 2018

What else is there?


Musica, maestro.

Domenica sera, fuori pioviggina (come sempre negli ultimi giorni), io ho un mal di schiena incredibile e mi preparo per iniziare una settimana di fuoco, che culminerà con doppia risonanza nel week end.
Mi chiedo come farò, domani, a uscire di casa alle otto, a rientrare dopo le venti e a fare tutto quello che devo nonostante la schiena a pezzi e le mille medicine che mi circolano in corpo. Ma, del resto, se mi volto indietro vedo prove allergologiche, giornate a scuola, pomeriggi di studio e prelievi all'alba: sono sopravvissuta alle settimane passate, se mi impegno posso farcela di nuovo!

Nonostante le difficoltà, come sempre da quando mi conosco, ho reso tutto più semplice (non organizzativamente parlando, ovvio) iscrivendomi a un workshop che mi interessava un sacco e che, indubbiamente, ha dato i suoi frutti fiori. Il corso in questione è questo, la fiorista si trova proprio sotto casa mia e, nonostante il diluvio universale di domenica scorsa, partecipare è stato bellissimo. Oggi non ce l'ho fatta, ma la prossima sessione spero proprio di non perdermela.
Comunque, per darvi un po' un'idea di quello che ho realizzato sotto la guida di Eleonora, ecco qualche foto:


Probabilmente risulterà difficile, a chi mi conosce solo in campo lavorativo, capire perché io mi iscriva (con gioia!) a un corso di decorazione floreale dal momento che, per vivere, mi occupo di divulgazione scientifica e in particolare di didattica della robotica.
La risposta è semplice: senza il corso di decorazione floreale non riuscirei ad insegnare bene, con spirito di iniziativa, creatività, capacità di mescolare le carte e trovare vie d'uscita. Poco tempo fa, in una classe, abbiamo costruito degli insetti impollinatori con un kit programmabile Lego: parlare delle strategie di alcune orchidee, che si fingono bombi per essere impollinate mi è venuto spontaneo ed è stato vincente. In questo modo, i ragazzi, hanno elencato tante altre tipologie di impollinazione e ne è nata subito una bella discussione piena di spunti. La storia delle orchidee non l'ho certo imparata su un libro di robotica, ma l'ho ascoltata con piacere ad una conferenza organizzata dall'Orto Botanico della mia città.

Ora questa tecnica di avere attorno tanti maniglioni antipanico da aprire di colpo quando tutto mi sta stretto la uso molto anche per lavoro, un tempo, invece, mi serviva per prendere aria e ricaricarmi. Il fatto che il lavoro stia entrando anche in questo lato della mia vita non so se sia un bene o meno, di certo mi accorgo che le fughe si sono diradate e che mi mancano moltissimo. Mi piacerebbe tornare a rifugiarmi su un sentiero ogni volta che ne sento il bisogno, anche (e soprattutto) se l'unica conseguenza che ne otterrei probabilmente sarebbe solo di distrarmi un attimo da tutto il resto.

Chissà, confido in un giro di boa (che sono certa arriverà prestissimo) e nella Primavera, che, lo sappiamo, non bussa ma entra sicura. Basta spingere il maniglione antipanico.

venerdì 2 marzo 2018

Salita su un treno per sbaglio, in una mattina d'inverno

Nevica da due giorni, qui a Genova.
Per la verità nevica un po' dappertutto in Italia, anzi, a Genova c'è stata una nevicata ridicola se la compariamo a quella di Bologna o a quella, incredibile, di Roma.
Il freddo però pare fosse tanto e le scuole sono rimaste chiuse. Scrivo "pare" perché non ho mai messo il naso fuori casa nelle ultime quarantotto ore, date le mille cose da fare al pc e la poca pochissima voglia di ammalarmi (di nuovo).
A proposito di cose da fare al pc, proprio un attimo fa stavo seguendo la mia ottava ora di video lezioni per provare a sostenere il secondo esame dei 24cfu. Se non sapete cosa siano i 24cfu, credetemi, siete fortunati e non vi consiglio minimamente di andare a scoprirlo. La settimana scorsa ho dato il primo esame, i risultati ancora non ci sono, ma le speranze che io l'abbia passato sono prossime allo zero.
Fa niente, visto il periodo in cui sono immersa fino al collo da un paio di mesi non posso rimproverarmi più di tanto.

Sono in quella fase in cui quando dico "domani ho un esame" il mio interlocutore è costretto a domandarmi se sia un esame medico o universitario. E ho detto tutto.

Comunque, smorziamo i tristi toni, condividiamo per un attimo le cose belle:
- Il mio ordine da Melissa Erboristeria
- Il mio acquisto in super saldo: un paio di Veja molto simili a queste
(chi volesse sapere qualcosa di più su questo marchio sostenibile qui c'è la pagina Facebook, il sito è in manutenzione)

Per quanto riguarda l'ordine da Melissa è il terzo che faccio e non c'è stata volta in cui non sia rimasta soddisfatta. Potessi comprare lì abitualmente e di persona lo farei, ma purtroppo non vado a Torino così spesso! Per fortuna uso pochi prodotti, quelli urgenti e per il viso li trovo vicino a casa e con meno di un ordine l'anno me la cavo.

Sembra strano ma le cose da dire le ho scritte tutte, il libro che sto leggendo (bello, per ora) procede a rilento visto il poco tempo a disposizione, viaggi in vista non ce ne sono (almeno nei prossimi due mesetti, poi medito una fuga che se mi riesce... evviva!), corsi belli invece ne ho uno, che seguirò però tra due domeniche e ve ne parlerò più avanti.
Vorrei poter scrivere che mi attendono serate fuori, giornate a spasso per posti nuovi, cene da sogno in ristoranti meravigliosi, pomeriggi di lettura e relax sotto il piumone. Bene, tutto questo non è in previsione, quello che mi attende sono risultati di esami (medici e universitari, visto che ormai è impossibile distinguere), giornate di studio e lavoro, weekend di lezioni e laboratori.

C'è una cosa, però, che è successa qualche tempo fa e che mi sembra spieghi bene come mi sento, oltre a dimostrare la totale assenza di equilibrio nella mia mente.
Una mattina, di ritorno da casa di mamma, ho preso un treno. Appena salita mi sono seduta e ho visto che sul mio zaino si era posata una cimice rossa e nera, di quelle che sembrano carabinieri in divisa.
Probabilmente era salita mentre stavo aspettando sul binario e ora si trovava lì con me, in uno scompartimento semi vuoto di un Savona-Genova qualunque. Quando il treno è partito ho cominciato a seguire gli spostamenti dell'insetto con una certa ossessione: all'inizio sembrava spaesato, girava su se stesso e non si decideva a muoversi verso una direzione precisa. Poi, piano piano, ha cominciato a camminare lungo gli spallacci dello zaino, si è spostato sul sedile di fronte al mio e si è arrampicato sul finestrino. Lì si è fermato, sembrava guardare fuori. Arrivati in galleria è ripartito, ha seguito il bordo di alluminio e ha proseguito dove non ho più potuto vederlo. Immagino abbia cercato una via di uscita e, sinceramente, spero tanto che l'abbia trovata. A distanza di settimane penso spesso a quella cimice, al senso di spaesamento che avrà provato una volta "scesa" in un posto sconosciuto, mi chiedo se abbia trovato la libertà presto, quando ancora c'era speranza di campagna, o tardi, in una stazione sotterranea e piena di rumori. Ovviamente sono conscia che tutti questi sentimenti non appartengano agli eterotteri, ma a me, però scriverne la storia è un buon modo per metterli nero su bianco e spiegare meglio come mi sento.
Salita su un treno per sbaglio, in una mattina d'inverno.

P.S. Nella foto la mia fedele compagna in questi giorni di gelicidio: la tazza di Flamingo Bergamo con dentro la Tisana della Nonna di Melissa Erboristeria