venerdì 10 febbraio 2012

Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma


E' un post difficile da scrivere, perché i concetti che vorrei esprimere sono complicati e restano un po' nebulosi anche nella mia testa.
Da qualche tempo penso che alla fine sia solo una questione di metamorfosi. Ieri discutevamo con i ragazzi del centro di come parlare ai bambini delle differenze tra rocce sedimentarie, magmatiche e metamorfiche. Le ultime erano le più difficili. Io ho proposto di chiedere loro se sanno cosa significa metamorfosi, se hanno idea del senso di questa parola tanto misteriosa, così, partendo dalle suggestioni dei più piccoli, magari sarà più facile spiegare il concetto di cambiamento.
Cosa intendiamo noi con questa parola? Cosa intendo io?
Me lo sto chiedendo spesso nell'ultimo periodo e penso alla fine che sia proprio quello che mi sta accadendo. Qualcuno di recente mi ha augurato "Buona muta" e ha fatto bene. Sto mutando. Come una serpe che si libera della vecchia pelle infilandosi nei cunicoli più stretti dei muretti, facendosi aiutare da pietre puntute e spigoli affilati per togliersi il vecchio e iniziare un nuovo momento della vita. Come una farfalla che esce dal suo "periodo bruco" per volare lontano. Io, però, mi sento più serpe. Perché non cambio completamente, non modifico in modo totale il mio aspetto, il mio pensare e il mio agire, semplicemente inizio una nuova età.
Non voglio credere che dipenda dai trent'anni appena arrivati, penso piuttosto che si tratti di una consapevolezza finalmente raggiunta, di una sorta di minestrone pieno di cose, buone e cattive che è il momento di servire nei piatti. Fumante. Credo che per qualcuno sia e sarà troppo caldo, per altri troppo amaro o troppo insipido, per altri ancora invece sarà una delizia. Sarà buono per chi ha amato, ama e amerà il mio cambiare, il mio essere felice per cose piccole e dolci, il mio essere rassegnata in modo adulto davanti a ciò che fa schifo e non dipende da me, il mio essere combattiva per cercare soluzioni a quello che credo possa essere risolto. Il minestrone che sto per servire sarà buono per me che l'ho preparato, dal soffritto al cucchiaino di pesto finale, tagliando verdure per anni, scegliendo quelle più giuste, eliminando quelle marce, togliendo le parti inutili e frullando quelle più dure. Mi sento diversa e felice di esserlo, mi sento sopra alle cose che accadono e nello stesso tempo completamente dentro ad esse. Sento il mio fisico che risponde allo sport, anche se meno di una volta, sento la mia mente che non si arrovella più su questioni troppo complesse e il mio viso che si distende davanti alle piccole conquiste quotidiane. Non credo però di aver perso nulla, di aver distrutto qualcosa, credo solo di aver trasformato la mia vita, penso solo di aver preparato un ottimo minestrone.

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