lunedì 7 giugno 2010

déjà vu


Una giornata come tante.
Suona la sveglia, la spegne. Risuona e la rispegne. Alla fine si alza, le fa male una spalla, scende e accende sotto al caffè mentre si veste velocemente. Controlla le e-mail, prepara l’occorrente per il pranzo da portare in ufficio. Lava i denti. Esce.
Percorre la solita via, prova a fare un bancomat ma gli sportelli sono fuori uso. Sbriga tutte le commissioni della mattinata, va in ufficio, pranza lì. Fa il punto della situazione con le colleghe, un’altra controllata alle e-mail, un po’ di cazzeggio in rete.
Prende un autobus, va all’appuntamento del pomeriggio. Finisce presto e fa un giro veloce per negozi, ha rotto gli occhiali da sole e deve ricomprarli. Rientra a casa, rinuncia all’allenamento e si sdraia sul futon. In un attimo dorme.
Passa un’ora, squilla il telefono. Esce. Prende una birra veloce, raccoglie due seggiole abbandonate accanto ai bidoni della spazzatura e torna a casa. Non cena.
Controlla le e-mail, lavora un po’, chiacchiera con chi arriva. Legge.
Ascolta un po’ di musica, si rimette al computer. Ha il capogiro. Sempre più forte.
Spegne tutto e si sdraia. Va in bagno a fare pipì, dà uno sguardo allo specchio e si accorge che i suoi occhi sono diventati improvvisamente grigi, come una lastra di ghiaccio. Completamente grigi come un lago di montagna, come il parabrezza di un’auto, come una roccia, come il metallo.
Poi sorride della sua immaginazione, prepara una tisana rilassante, fa una doccia, si spalma la crema, si mette il pigiama e si siede al computer per scrivere un po’:
“Una giornata come tante.
Suona la sveglia, la spegne. Risuona e la rispegne. Alla fine si alza, scende, accende sotto al caffè mentre si veste velocemente…”

3 commenti:

  1. So come finisce.

    (C'è mica un tizio che spunta con un coltellaccio mentre lei si fa la doccia?)

    RispondiElimina
  2. Guarda magari...avrebbe risolto la metà dei miei problemi!

    RispondiElimina