sabato 22 dicembre 2012

Fronte

Io ho la fronte alta e non mi piace.
Ho sempre cercato, da quando ho lasciato crescere i capelli, di nasconderla con un po' di ciuffo, per un certo periodo ho anche portato la frangetta, ma non c'è verso, esce sempre allo scoperto, prepotente.
La mia fronte è piena di rughe, linee lunghe, profonde e fitte che la attraversano in orizzontale, soprattutto se mi stupisco e inarco le sopracciglia più del solito.
Io non le sopporto, in particolare ora che stanno spuntando i primi (tanti!) capelli bianchi, mi sembra una congiura per ricordarmi che ho superato i trenta e che il tempo scorre più velocemente di quanto sembri.
In realtà, di solito, le altre persone non mi guardano la fronte come se fosse brutta quanto pare a me, al limite mi chiedono informazioni sul neo tondo che sta sulla destra, mi domandano da quanto lo abbia, il perché non lo tolga, se per caso sia il pulsante dell'autodistruzione (ah ah), eccetera eccetera.
Le prime coccole della mamma che io ricordi erano proprio lì, leggeri passaggi del suo indice dal centro della fronte alla punta del naso. Anche più tardi, i gesti di maggiore tenerezza che ho ricevuto riguardavano sempre questa parte del corpo, una carezza, un bacio, un tocco del dito dove inizia il naso.
In particolare, anni fa, ricordo i numerosi tentativi per cercare di spianare il mio proverbiale "corrucciamento", che non so se sia mai sparito o diminuito, ma che sicuramente mi contraddistingue da quando sono piccola.
Serate di chiacchiere e di punta delle dita che indugiavano proprio lì, tra gli occhi, dove concentravo inesorabilmente i miei cattivi pensieri.
Ultimamente mi è di nuovo capitato di pensare alla mia fronte e, questa volta, mi sono concentrata sulla parola e sul suo significato. Fronte come parte del corpo e come fronte di guerra. La finestra di fronte, frontale, frontiera, fronte/retro, frontespizio, fronteggiare, a fronte, al fronte...ma la mia preferita è affrontare.
Forse che le rughe che passano sotto il mio ciuffo non siano altro che percorsi? Passaggi affrontati? Problemi, dolori, difficoltà, fronti di guerra? Ma anche espressioni buffe ripetute tante volte per fare ridere le mie persone, per giocare con i bambini, per guardare storto la gatta che mi morde il gomito mentre scrivo, per ridere di gusto con gli amici, stupirmi delle cose della vita, mettermi il mascara, provare piacere.
Sulla fronte calco i cappelli che in inverno non tolgo mai, espongo questa parte al sole d'estate ed è la prima a diventare rossa, la metto in mostra con la coda alta mentre corro, faccio pilates e altre cose che non si scrivono qui, spunta fuori inevitabilmente se mi vesto elegante e raccolgo i capelli in un muccio, si lascia massaggiare dalle mie dita quando ho male alla testa, si appoggia alle braccia conserte sul tavolo nelle pause di lavoro.
Una personale linea di battaglia, un cortile assolato in cui far correre le emozioni, uno spazio ampio, anche troppo, dove liberare e liberarmi dai pensieri.





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