domenica 30 dicembre 2012

You are my sunshine

Ci si alza la domenica mattina e si esce al sole.
La mia domenica è iniziata così, nei posti dell'infanzia, tra le colline che conosco, immersa nella luce, con l'emozione del primo giorno.
Camminare in silenzio, camminare parlando, camminare e basta.
Percorsi che già porto dentro, che un paio d'anni fa sono stati testimoni di momenti dolorosi e che oggi mi hanno accolta con comprensione, nel senso di capacità di capire.
Stanca dall'ultimo allenamento su un corpo per nulla pronto, ho attraversato il sentiero pensando quasi esclusivamente ai miei piedi, guardandoli posarsi sulle pietre, tra l'erba, nella terra. Poi bastava alzare gli occhi per farsi circondare dalla luce, bianchissima, che ha reso nere le sagome degli alberi (proprio come piace a me) e mi ha riempito il cuore ogni minuto.
Una schiena che conosco mi ha camminato davanti tutto il tempo, spesso in silenzio, a volte raccontando vita di montagna, a volte semplicemente fermandosi per aspettarmi. Qualche incontro nei momenti di riposo, per lo più cagnoloni pieni di voglia di giocare e tanti panorami da mozzare il fiato.
Ieri sera cinema, l'ultimo di Clint come ogni anno, niente di che secondo me, un po' di sana (e inquietante) autobiografia, una bella canzone che canto fin da quando ero piccola e che dà il titolo a questo post.
Ma, questa mattina, ciò che per me è sunshine era lì, sul mare d'argento, nel verde del muschio, all'ombra delle rocce, tra gli sterpi secchi, sul pino dritto in mezzo al sentiero, con i fiori viola della partenza, sul pile rosso che mi precedeva, nell'acqua fredda della fonte.
Non capisco mai nulla di me: le insicurezze, le paure, l'amore profondo, i ricordi, l'inadeguatezza e le speranze si fanno mille volte più potenti in questi giorni di casa, montagna e sole, ma ne vale sempre la pena.
Vale la pena di chiedersi, domandarsi, guardarsi dentro, guardarsi negli occhi, ascoltarsi, prendersi sul serio, riderci su, volersi bene e camminare.



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