domenica 23 agosto 2015

"Le cose che hanno lo stesso odore devono stare insieme"

Le "vacanze per me non sono ancora terminate, in verità.
Credo di rientrare ufficialmente al lavoro dal primo settembre, credo perché non lo so. Vedremo.
Tuttavia, anche se le ferie non sono finite, nella mia testa è tempo di tornare, è ora di riprendere in mano qualche filo semi abbandonato e di risalire sulla giostra degli impegni, delle scadenze, delle mail da inviare, degli appuntamenti da rispettare.

Credo che avere una settimana di tempo per abituarmi all'idea sia un grande lusso, e intendo onorare questa fortuna nel migliore dei modi: alternando un po' di lavoro da casa a un tuffo, una corsa, un film, una cena fuori.
A proposito di film, qualche sera fa ho visto La prima neve, di Segre. Lo volevo guardare da tempo, ne avevo sentito parlare bene e non ero riuscita ad andare alla proiezione organizzata a teatro.
Mi è piaciuto tantissimo.
Per mille ragioni, comprese colonna sonora e ambientazione.
La prima neve è un film semplice che si avventura lungo percorsi complicatissimi, strade di dolore, sofferenza, morte, abbandono, ma anche speranza, bellezza, vita, tranquillità, rispetto. Cammina lungo sentieri che entrano nei boschi dell'anima (e del Trentino).
I dialoghi, pochi, ti sferzano un momento sì e l'altro pure. Una frase su tutte (per me LA FRASE) è quella che ho scelto per il titolo del post "Le cose che hanno lo stesso odore devono stare insieme". E' proprio così che la penso anche io, da sempre, Segre lo ha "solo" detto al mio posto, spiegando a parole, con una dolcezza infinita, una mia eterna convinzione. E' quello che intendo quando sento la mancanza fisica dei boschi, dei sentieri, dell'erba e dei sassi. E' per questo che quando cammino spero sempre di vedere un animaletto e mi fermo ad annusare qualsiasi cosa.

Lo faccio per cercare il mio odore. Lo faccio per cercare me stessa in mezzo a tutto il resto. Il mio posto nel mondo.


Uno spazio che in queste vacanze ho trovato tante volte, molto più spesso di quanto mi sia capitato in passato, ma, soprattutto, in luoghi nuovi, in circostanze inaspettate, non solo tra gli alberi, non solo nel silenzio del verde.
Per esempio ho sentito il mio odore correndo: c'è un punto preciso che incontro dopo un paio di chilometri da casa di mamma, lì si ferma spesso una coppia di cormorani e lì, probabilmente complici tutte le belle sostanze che il mio corpo sotto sforzo comincia a sprigionare, mi ritrovo così tanto che credo potrei correre all'infinito. E mi scappa, ogni volta, da ridere forte.

Ho sentito il mio odore mangiando un piatto di pomodori, durante un pic nic di quasi pioggia, accanto ad un albero di ginkgo biloba. Quando ho visto i suoi ventagli verdi e gialli sparsi qua e là ho sentito di essere nel posto giusto. Ora le foglie stanno nella mia pressa di noce, perché le cose che hanno lo stesso odore devono stare insieme.

Non è mistero che io abbia preso peso. Cinque o sei chili più del dovuto, dieci più del passato. Non mi fa piacere ma non li perdo, non rinuncio abbastanza al cibo perché possa dimagrire e l'attività fisica che pratico più o meno costantemente a quanto pare non è sufficiente. Però l'altra sera ho indossato, per dormire, una vecchia sottoveste di mamma o addirittura di nonna e le mie nuove forme morbide l'hanno riempita bene, senza sparirci dentro, senza svilirne i pizzi, senza farmi somigliare ad un appendiabiti. Ora io e quella sottoveste abbiamo finalmente lo stesso odore.

Quando ho comprato i sandali di gomma non pensavo mi sarebbero serviti per trovarmi. E invece, una mattina tra granchi, scogli e meduse, ho camminato su un tappeto di alghe indossando la maschera, senza curarmi del sole che mi bruciava le spalle, della fame, della cellulite, delle cose che non vanno come vorrei. Appena ho sentito quei ciuffi marroni solleticarmi i piedi e ho visto i primi pesci sfrecciarmi davanti al naso, mi sono ricordata che anche il mare ha il mio stesso odore.

Sto scrivendo questo post a mano, con la biro, su un blocco a quadretti e fuori piove. Potrei continuare, potrei smettere. Smetto con un link a un nuovo progetto fotografico, che ho in mente da molto, ma che ho messo in pratica da poco. Spiego tutto nella didascalia della foto, peccato solo che non si possa sentirne l'odore, perché anche io, più spesso di quanto vorrei, mi sento a metà, ma se riesco a dare un nome ad entrambe le mie parti, il peggio è passato.

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