lunedì 26 ottobre 2015

Controluce

E' questo il momento che amo di più in assoluto. Quello che arriva un attimo dopo lo spiegone e un attimo prima dell'attività pratica vera e propria.

Quei minuti preziosi in cui i bambini cominciano a cercare i materiali da usare, a prendere confidenza con essi e a immaginarli come parte dell'oggetto che costruiranno. Lì in piedi, controluce, visualizzano il loro personalissimo progetto e scelgono ciò che meglio rappresenterà l'idea che hanno avuto.
Osservo sempre in silenzio questo tempo prezioso, li guardo interagire, scambiarsi opinioni, arrabbiarsi se qualche compagno prende un materiale al posto loro o essere generosi con chi è rimasto senza.

Ci sono giorni che mi pare di non farcela, giorni come questi, in cui corro da un laboratorio ad un altro, in cui mi sembra di non riuscire a dare il meglio di me, di non essere in grado di lasciare qualcosa ai ragazzi con cui trascorro quelle ore.
Passo minuti interi in piedi su una gamba sola, cercando di spiegare al meglio il concetto di equilibrio e tutto quello che si porta con sé. Dov'è il baricentro? Cosa è il bilanciamento? Quanto conta la forza di gravità?
Dai sei ai quindici anni, per ora, chissà nei giorni che verranno.
Mi piace avere i loro occhi addosso, mi piace dare la parola a tutte le mani alzate, una dopo l'altra, perché nessuna domanda, nessuna storia, nessuna questione, è meno importante di un'altra.

Ma non è quello il momento che amo di più.

L'istante migliore è, come scrivevo all'inizio, quello in cui io non ci sono più.

Quello in cui a malapena ci sono loro.
Quello in cui sicuramente hanno spazio le idee. Sembra di vederli, i pensieri, che prendono forma piano piano, ognuno dalla testa del singolo, ma tutti pronti ad aggrovigliarsi e diventare un'unica, grande, idea.

E' in questo momento che anche i più timidi riescono a dire la loro, magari con un aiuto, magari semplicemente sfruttando la titubanza dei compagni che di solito si mostrano sicuri e infallibili.
E' così che i gruppi più fragili costruiscono l'oggetto migliore. Che i bambini più piccoli finiscono per primi la loro creazione. Che le femmine stupiscono tutti con i risultati più soddisfacenti. Che i bulli della classe aiutano le vittime di sempre, non solo perché sono finite per sbaglio in squadra con loro, ma anche perché davanti a un obiettivo comune non c'è differenza che tenga.

Ed ecco, alla fine, ciò che mi massacra ogni volta.
Accorgermi che è questa la cosa che mi manca di più, tutti i giorni, in tutte le circostanze, con tutte le persone: non avere (quasi) mai un obiettivo comune, ma ritrovarmi sempre maledettamente sola lungo la mia strada. Non per forza giusta, non per forza sbagliata, ma molto spesso vuota.



4 commenti:

  1. Sono sempre stata convinta che l'Uomo sia profondamente solo, di fronte a sé stesso, alla Vita e alla sua Anima.
    Nonostante questo sentire, credo che l'incontro con le altre solitudini sia il dono più grande che possiamo farci, perché il camminare insieme è un modo per alleggerire il peso del nostro destino. Per questo, ogni giorno, cerco con tutte le mie forze di intrecciare la mia vita con quella degli altri nonostante questo comporti molta fatica e molti sforzi, sia nella sfera personale sia in quella lavorativa (qui sicuramente di più).
    I rapporti umani richiedono grande impegno, investimento di energia, disponibilità d'animo e desiderio di mettersi in gioco e di dare. Non è sempre facile e non tutti quelli che incontriamo sono disposti a fare lo stesso, nella stessa misura in cui lo facciamo noi. Per cui, altra condizione necessaria è l'accettazione delle modalità degli altri, e anche questo non è affatto semplice.
    Siamo comunque meno soli di quello che sentiamo, a volte ci si deve mettere in ascolto.
    Con affetto
    Francesca

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  2. "I rapporti umani richiedono grande impegno, investimento di energia, disponibilità d'animo e desiderio di mettersi in gioco e di dare", la tua frase è proprio vera e mi dispiace tanto accorgermi che sono cose così poco sensate, in questo momento della mia vita, che dovrei imparare a smettere di farle. Chissà se ci riuscirò.
    A presto <3

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