giovedì 21 luglio 2016

La piscina

Oggi in piscina c'è una bambina speciale. Speciale per me, speciale ai miei occhi.

Nuota da sola, ogni tanto si ferma, ogni tanto parla con qualche altro bambino.
Non indossa né salvagente né braccioli, non so quanti anni abbia, forse otto, forse nove.
Va a dorso, da ore, non è molto brava, tiene i piedi troppo sotto, (così) non schizza nessuno. Attorno a lei tutti urlano, corrono a bordo piscina, si tuffano, dimenticano la cuffia o la perdono in acqua, lasciandola scendere sul fondo come se fosse una medusa.
Lei la cuffia la sistema spesso, si tira su facendo forza sulle braccia magre, si siede sullo scalino, aggiusta la coda di cavallo e la nasconde bene sotto la stoffa blu. Ha un herpes ormai secco sul labbro, lo sguardo concentrato e tranquillo: pensa a qualcosa, chissà a che cosa. Le altre bambine portano costumi a fiori, indossano il bikini come le mamme, hanno la cuffia rosa. Lei no, lei è lì con gli slip bianchi e la cuffia scura, nuota cambiando traiettoria ogni secondo, si ritrova con la testa contro il bordo senza capire come ci sia finita, si guarda attorno e ricomincia a nuotare.

Sembra una persona abituata, sembra abbia accettato di dover aggiustare il tiro continuamente. Vorrei parlarle, e chiederle di spiegarmi come fa. Poi però, quando esce dall'acqua e va a giocare con gli altri bambini, come se non fosse successo nulla, come se non avesse avuto alcun pensiero difficile, mi rendo conto che non ho nulla da imparare. So già tutto, anche io ero così da bambina, solo che crescendo ho perso il ritmo, ho pensato che le cose sarebbero cambiate, insieme a me.

Non vorrei più chiedere nulla a quella bambina, ma mi piacerebbe dirle grazie, per aver aperto una finestra su quella che ero, per avermi costretta a sentire cosa sono ora. Come domenica a pranzo, davanti a un piatto di spaghetti con le vongole, vicino a un benzinaio sotto il sole, con Nino Buonocore e Lucio Battisti che rendevano tutto spaventosamente familiare, italiano, perfetto. In quell'istante non ho avuto dubbi su ciò che amo, sul futuro che voglio, sulle cose davvero importanti, sul cammino che mi piacerebbe percorrere, sulla fortuna che sono certa di avere, sulle possibilità che davvero, davvero, davvero vorrei vivere fino in fondo.

Sbattendo spesso sul bordo, magari perdendo la direzione, ma ricominciando sempre a nuotare e uscendo ogni tanto a giocare.

2 commenti:

  1. Bello! Capirsi, conoscersi e ri-conoscersi, perdersi e trovarsi. Bello.
    Abbraccio te e la bambina che sei stata.
    Francesca

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