mercoledì 11 agosto 2010

Tenera è la notte...


Ho fatto un sogno un paio di giorni fa...e mi sono svegliata terrorizzata.
Conferme da mammà che ha sentito gli urli e ha visto la mia faccia pallida come un cencio. Una fifa blu, una paura folle.
Un incubo che ha intrecciato posti, persone, ricordi, fobie, aspettative in una storia breve e cattivissima, nella quale io ero la vittima delle vittime.
Un film dell'orrore.

"Suona il telefono e dall'altra parte c'è una mia zia (che nella realtà non è mia zia): mi dice di andare a casa ad aiutare mio padre con le medicine. Allora percorro tutta via Balbi in discesa, è autunno, forse inverno, perchè piove ed è buio.
Arrivo in una piazza, entro in un vecchio edificio scuro e salgo nell'appartamento di mio padre. Lui è disteso su un letto, non gli somiglia in realtà, ha tratti conosciuti e confusi. E' vestito di nero, come un prete. Sul comodino accanto al cuscino ci sono alcune siringhe, lui ha l'attacco della flebo sul polso, ha bisogno di una puntura grande (40 ml) e di una piccola di antidolorifico (20 ml). Appena mi distraggo lui si fa due punture da 40 ml, una dietro l'altra. Io mi spavento molto, mi allontano e chiamo a casa, temo che abbia cercato di uccidersi. Mia madre non risponde, in compenso risponde di nuovo quella mia zia, che mi dice di non preoccuparmi, è tutto sotto controllo sostiene.
Nel frattempo mio padre si è addormentato e io comincio a vagare per la casa, vuota. Apro qualche porta finchè incontro due persone, due donne. Sono le mie sorelle, una bionda, elegante, con capelli lunghi lisci e ordinati e l'altra con i capelli più corti, rossi, vestita con un paio di jeans e una maglietta grigia.
Ascolto quello che dicono, le osservo un pò e capisco dai loro discorsi che qualcuno sta per partorire. Si riferiscono alla stanza di mio padre e questo mi stupisce e mi inquieta: non c'erano donne nella sua camera.
Mi allontano, cammino lungo il corridoio e trovo un bambino: è seduto sul mio futon e la stanza sembra quella di Campopisano. E' accigliato, ha il broncio e i capelli a spazzola. Indossa una maglietta a righe e un paio di jeans, sono uguali a quelli che portavo da bambina. Mi pare sia spaventato ma non parla. Allora mi siedo anche io e cerco di consolarlo, lui comincia a piangere disperatamente e mi racconta della fine che ha fatto la sua sorellina. Mi dice che un giorno, quando era piccolo, entrando nel bagno aveva trovato sua mamma (mia sorella bionda) e sua zia (la rossa) sedute sul pavimento, che con le forbici facevano a pezzi la sorellina neonata. Mi racconta terrorizzato del sangue sulle mani, sui visi e sulle piastrelle, delle risate delle due donne e della sua paura.
In quel momento comincio a capire, esco dalla stanza e vedo che la porta della camera di mio padre è aperta. Arrivano voci dal bagno in fondo al corridoio. Sono convinta che stia succedendo qualcosa di orribile, temo stiano per uccidere mio padre e mi metto a correre, urlando che ormai la polizia sta arrivando.
In quell'istante dal bagno esce la sorella con i capelli rossi, ha la faccia mostruosa. Ride e tiene in mano un paio di forbici lunghissime. Io mi fermo e mi accorgo, con orrore, di avere una pancia enorme. Sono incinta.
Ero io quella che doveva partorire, il bambino nella mia stanza stava solo cercando di avvertirmi.
In un attimo vengo sollevata di peso, ci sono anche la sorella bionda e un uomo alto, con cui ho un conto in sospeso nella realtà.
Sento dolore alle mani, mi stanno mordendo. Cerco di urlare ma non mi esce la voce, mi infilano un asciugamano in bocca e mi tengono ferma. Mi sveglio, di soprassalto, solo nel momento in cui mi aprono la pancia con le forbici"


Forse alla sera avevo mangiato troppo pesante...

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