venerdì 4 novembre 2011

Comunanza


Eccomi. Tornata dopo dieci giorni di Festival pieni di tutto.
Non riuscirò ad essere euforica come vorrei in questo mio racconto perchè qui fuori è l'inferno, alluvione terribile che sta facendo vittime e danni spaventosi.
Chiusa nella mia tana, avvolta nel poncho di lana, col termometro sotto all'ascella, penso alla mia bella città devastata e al dolore di chi ha perso tutto.
Nel mio cuore c'è però il calore dei ragazzi del Festival, che da tutta Italia chiedono notizie, offrono letti, aiuto e parole di conforto. Persone che quasi non conoscevo, che ho amato da subito nella loro spontaneità e nel loro essere sempre pronti a condividere progetti, idee e momenti.
Ora ci si scambiano foto, video, ricordi, si ripensa alle bevute in Bottega del Conte, alla festa del Ducale, al compleanno di Sex con tanto di super pizza a domicilio, a posti assurdi come il Nick Masaniello, ai robot che fanno sumo, alla foresta di X, alle favole dei Ranocchi e alle Isole di Fonso.
La mia città annega e gli abbracci delle altre regioni si sentono davvero, amici che su Facebook usano una foto di Genova come foto del profilo, che postano solidarietà ogni due minuti e ti fanno squillare il telefono in continuazione.
Questa è l'aria che si respira durante il Festival, una ricerca costante di contatto e amicizia, dove un gruppo di persone che arrivano da fuori città affitta una casa che chiamerà Comune per due settimane, in cui tutti entrano, mangiano, chiacchierano, cantano e dormono come se fosse casa loro, dove per entrare ti fanno un pass da morire dal ridere, dove se vuoi due coccole dalla X basta girare il campanello e dire buongiorno.
Nonostante la fatica di conciliare tutto, lavoro, casa, impegni e dottorato, lo rifarei da domattina, ricomincerei a sgolarmi per i bimbi, a mangiare un pezzo di focaccia al volo, a strappare un ora al lavoro per vedere il laboratorio di un'amica, a correre al Belleville per una cena improvvisata, a bere cocktails annacquati alla super festa del Ducale, a ripiegare esausta al Conte dispensando sorrisi a chi mi è stato vicino con dolcezza i tutti questi giorni.
Pensando al Festival e alla mia amata città in ginocchio, chiudo questo post con un pò di tristezza nel cuore.

2 commenti:

  1. Ciao Elena, ti mando un abbraccio e non ho altre parole, anch'io ho sentito forte l'affetto di chi non è della nostra città, verso di noi e verso la nostra amata Genova, fa bene al cuore.

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  2. Ciao! Sì, davvero terribile...ma ce la faremo! un abbraccio a te!

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