sabato 19 maggio 2012

E' cosa buona e giusta

Questo è un post scritto a caso, senza una vera motivazione, o forse per riordinare tutte le cose che mi passano accanto quasi senza fare rumore. Per quanto mi piacciano gli elenchi, mi rifiuto di stilare una lista degli avvenimenti degni di nota che mi sono successi in questi dieci giorni di assenza. Scrivo poco, non ho tempo. Non ne ho nemmeno troppa voglia in verità, mi pare di non avere nulla da dire quando invece la mia testa sta scoppiando. Non ho foto da utilizzare perchè la mia schedina della macchina fotografica è andata persa in una delle decine di borse che lascio appoggiate qua e là e l'idea di comprarne una nuova non mi sfiora nemmeno un pò...perciò continuerò ad attingere dalle tante immagini scattate negli anni, quando finiranno, ci penserò. E' forse questo il problema? "Quando finiranno, ci penserò". Il fatto che abbia scelto la foto della mia ombra non credo che sia un caso, è come se fossi smaterializzata. Non è certo la prima volta che mi capita, ma ora le cose che stanno accadendo è come se fossero semplicemente di passaggio, inutili, momentanee, senza sapore. Così immateriali che le vivo pensando "Vabbè facciamolo. Quando finirà ci penserò". Dopo quasi 48 ore senza medicine il collo ricomincia a tendersi e a farsi sentire, era prevedibile visto il periodo allucinante che sto vivendo e la probabile relazione tra la salute e la mia incapacità ad uscire dalle situazioni emotivamente insostenibili. Rispetto al passato c'è però una novità: sono finalemente in grado di vedere chiaramente le responsabilità delle cose, di godere dei momenti buoni e di riconoscerli subito, di prendere le distanze dalle occasioni di stress banale, da quelle situazioni cioè che semplicemente non si ha voglia di vivere ma che fino a pochi mesi fa avrei comunque accettato perché era quello che ci si aspettava da me. Nelle cose grosse sono ancora in alto mare, non sono capace di dire aiutatemi, di far capire agli altri con un pò di convinzione che la mia misura è colma e la mia forza quasi esaurita. Ci sono però giorni in cui chiacchiero al Porto Antico con un po' di facce sorridenti e di teste intelligenti, che faccio animazione ad una classe di bambini così consapevoli delle difficoltà di questo mondo da essere commoventi, che mangio una pizza buonissima e passo il resto della serata esattamente come ho voglia di trascorrerlo, che lascio libera la mente qualche ora rimandando le cose di concetto a quando mi sentirò più riposata per affrontarle. Ci sono mattine in cui guardo passare gli aironi davanti a casa, elenco su un foglio le cose da fare e poi scopro di aver scritto: - rilassare la schiena - scrivere impegni sull'agenda - riordinare la stanza - dormire un poco - leggere qualcosa - farsi un caffè - scrivere un post. Leggo le cose che ho scritto e mi faccio tenerezza da sola perchè non ho dovuto ricordarmi di lavorare ma di dormire, perchè quando ho preso in mano l'agenda gli impegni li avevo già scritti e ho dovuto solo annotare una possibile (e tanto sperata!) cena dalla Ale, perché non è giusto prendere appunti sulle contratture muscolari o esortarsi da soli a leggere qualche pagina.

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