sabato 10 novembre 2012

Alla fine ho smesso di sapere cosa stessi cercando così a lungo

Le cose non accadono mai per caso, o almeno così si dice.
Qualche giorno fa il mio professore di italiano del liceo ha segnalato questa poesia di Wislawa Szymborska, che, inutile dirlo, mi piace molto.
Ma non è solo una questione di gusti letterari ovviamente, qui si tratta di sentimenti spostati, eccitati, svegliati, non a caso il titolo è "Nel sonno".
In questo periodo di cambiamenti, tra scatoloni, libri ingialliti, pezzi di me che si fanno lontani non appena li accarezzo, le parole di Wislawa sembrano fatte apposta.
Eccomi:
"Rovistavo in armadi, scatole e cassetti, inutilmente pieni di cose senza senso"
"Scuotevo fuori dalle tasche lettere secche e foglie scritte non a me"
"Tiravo fuori dalle mie valigie gli anni e i viaggi compiuti."
"Correvo trafelata per ansie e stanze mie e non mie"
"Mi ingarbugliavo in cespugli di spine e congetture"
"Spazzavo via l’aria e l’erba dell’infanzia"

Eccola:

Nel sonno

Ho sognato che cercavo una cosa,
nascosta chissà dove oppure persa
sotto il letto o le scale,
all’indirizzo vecchio.

Rovistavo in armadi, scatole e cassetti,
inutilmente pieni di cose senza senso.

Tiravo fuori dalle mie valigie
gli anni e i viaggi compiuti.

Scuotevo fuori dalle tasche
lettere secche e foglie scritte non a me.

Correvo trafelata
per ansie e stanze
mie e non mie.

Mi impantanavo in gallerie
di neve e nell’oblio.
Mi ingarbugliavo in cespugli di spine
e congetture.

Spazzavo via l’aria
e l’erba dell’infanzia.

Cercavo di fare in tempo
prima del crepuscolo del secolo trascorso,
dell’ora fatale e del silenzio.

Alla fine ho smesso di sapere
cosa stessi cercando così a lungo.

Al risveglio
ho guardato l’orologio.
Il sogno era durato due minuti e mezzo.

Ecco a che trucchi è costretto il tempo
dacché si imbatte
nelle teste addormentate.

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