domenica 27 gennaio 2013

Auf wiedersehen

Ieri sera sono andata a vedere Django (Unchained), di Tarantino.
Bello. Lungo.
Cosa mi ha colpito di più? Temo di non essere particolarmente originale se dico la musica, la fotografia, i personaggi (tutti, nessuno escluso).
Però è così: Chistoph Walz, il dottore tedesco bravo da far paura con la sua strafottente eleganza e la parlata forbita, lo stronzissimo Di Caprio, squilibrato, perverso, con i denti marci e lo stesso talento dimostrato in Inception, Revolutionary Road e Shutter Island. Sono altrettanto bravi Jamie Foxx il bello, nero e determinato Django...la D è muta, Samuel L. Jackson intramontabile ossessione di Quentin e l'amata Broomhilda, che non ricordo dove ho già visto ma che mi ha stregata con le occhiate furbe, terrorizzate o dolcissime lanciate al suo uomo in ogni scena del film.
Io cresciuta guardando film western, io che piango ancora oggi se sento la colonna sonora dell'"Uomo con l'armonica", io che da piccola, ma nemmeno troppo, ascoltavo Apache (The Shadows) continuamente, non ho potuto non amare questo omaggio alla mia infanzia.
Montagne piene di neve, licheni lunghissimi appesi ai rami degli alberi, fiocchi di cotone bianchi spruzzati dal rosso del sangue, vestiti blu cobalto sulla pelle nera, lingue di fuoco nella notte, abiti di seta gialla nei campi verdi, boccali di birra attraversati dalla luce.
Le battute spiazzano, a tratti sono divertenti e a volte gelano il sangue. Qualcuna rimane intrappolata nei pensieri anche una volta usciti dal cinema, dal tormentone già citato "La D è muta" all' "Auf wiedersehen" pre esplosione, dal "Signori, avevate la mia curiosità ma ora avete la mia attenzione!" dello spietato Candy allo "Scusate...non ho saputo resistere" che incorona Schultz eroe indiscusso del film.
Poi ci sono le budella alla Tarantino, le sparatorie senza fine, i cani che sbranano, le botte che rompono le ossa, le dita che cavano gli occhi, i titoli in sovraimpressione, i rimandi ai vecchi film del regista e gli omaggi ai suoi idoli.
Fisiologico e inevitabile pensare a mio padre, con cui mi appiccicavo davanti alla TV aspettando gli occhi di Clint e la musica di Ennio. Mio padre che sarebbe saltato sul divano (perché al cinema non sarebbe mai venuto) davanti alla comparsa di Franco Nero, che avrebbe trovato citazioni e similitudini per tutte le tre ore e che, chiamandosi Gian ne avrebbe approfittato scegliendo per il futuro un più cinematografico Dgian...la D è muta.

P.S. L'ho sperato tanto, perché mi sarebbe sembrata una cosa figa, che la ragazza bandito con gli occhi azzurri, con la bandana rossa e solo due inquadrature, fosse una Uma-cammeo giunta sul set come il Quentin esplosivo, ma non ho avuto riscontri e mi tengo quindi questo pensiero come un'idea cinematografica che mi sarebbe piaciuta un sacco!

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