sabato 5 gennaio 2013

Attese

Queste sono giornate appese, di attesa.
Si aspetta che finiscano le feste e ricominci la quotidianità del lavoro, si aspetta che inizino i saldi, si aspetta di iscriversi in palestra per smaltire i chili presi a Natale, si aspetta di cominciare quel nuovo corso che parte a Gennaio, si aspetta di mettersi a dieta, diminuire con l'alcool, fare volontariato, smettere di fumare.
Anche io, quest'anno, ho le mie personalissime attese. Sono attese grandi, che mi porteranno a risultati che cambieranno comunque la mia vita. Qualunque essi siano.
E io, purtroppo, le attese le odio.
Mi piace aspettare alla posta, in stazione, dal medico, dal fruttivendolo, al cinema, ma odio attendere i risultati. Odio i responsi, i giudizi, le valutazioni, i voti. La pressione generata dal non sapere come andrà, i consigli degli amici, le pacche sulle spalle, gli incoraggiamenti, mi sono insopportabili perché con la testa io sono già là, al risultato, senza poterlo vedere.
Non penso certo di essere l'unica, per carità, immagino che questo comportamento sia comune a molti. Per quanto riguarda me, credo risieda nella poca autostima di cui sono dotata: sentirmi già in partenza incapace di gestire il risultato, in particolare quello negativo, rende dolorosa l'attesa. Vivo nella fatica, mi faccio prendere dall'ansia, senza riuscire a tenere sveglio l'unico pensiero sensato in questo momento, ovvero "Non fasciarti la testa, finché non ci sarai non potrai sapere come comportarti".
Oggi, per gestire meglio il tempo, mi sono svegliata presto, ho studiato in modo da non perdere di vista un obiettivo importante e sono uscita a camminare, con la solita compagnia silenziosa al mio fianco. Sentieri, prati, case abbandonate, panorami, legno, odori e parole che sono carezze.
Tra poco un film al cinema mi assorbirà per un po' e domani, tra libri, formule chimiche e riassunti ricomincerò a riflettere su uno dei risultati che aspetto.
Quindi, cercando di distrarmi, rimanendo sul chi va là ma senza ossessioni, riflettendo sulle prossime mosse senza alienarmi e abbandonare quelle presenti, non mi resta che attendere. Dopo tutto, ogni attesa, credo insegni sempre qualcosa.

P.S. Credo di aver già usato una foto simile in passato, ma non è la stessa perché questa l'ho scattata oggi, con il naso all'insù. Quanto odio le attese tanto amo le sagome nere degli alberi.

2 commenti:

  1. cara Elena, le mie attese somigliano alle tue, a parte differente età e l'aver concluso da tempo gli studi, l'impegno più grande è per me ritrovare i miei spazi interiori. E' sempre bello leggerti, pur non conoscendoti di persona avverto sintonia. Merita la foto che hai postato. Buona festa della Befana, caso mai la festeggiasti. Con amicizia, Barbara

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  2. Ciao Barbara, grazie della vicinanza e degli auguri, anche se non festeggio la Befana. Buona domenica a te!

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