sabato 1 agosto 2015

Summertime Sadness

Colonna sonora
Qui a casa di mamma lo studio è tappezzato di fogli. Poesie, aforismi, testi di canzoni, stralci di libri, citazioni.
Ieri sera, da una famosissima poesia della Szymborska, ho agganciato con gli occhi questa frase: "so che finché vivo niente mi giustifica, perché io stessa mi sono d'ostacolo" e ho pensato che è proprio così. Non credo di essere l'unica, beninteso, che boicotta i propri successi, che affonda speranze e illusioni, che davanti a qualcosa che funziona mette sempre quello che non riesce. Però ecco, questa frase pinzata per caso, in una sera più difficile di molte e più semplice di tante altre, mi è rimasta in mente perché nel mio cervello si collega in un lampo ad un'altra frase, che non conoscevo, e che un mio caro amico mi ha detto qualche giorno fa.

Nadie me quita lo bailao
Nessuno può toglierti quello che hai ballato


Lì per lì ho pensato che fossero poche parole, rivoluzionarie. Poi ho scoperto che è un modo di dire sudamericano molto comune, e che il senso è proprio quello che salta all'occhio alla prima lettura. Anche se le cose vanno male, nessuno può toglierti quello che è andato bene. Ciò che hai ballato.
E così ho "deciso" (quando mai riesco a decidere qualcosa ed alimentare un pensiero positivo per più di, diciamo, ventiquattro ore?) che una buona idea potrebbe proprio essere quella di voltarmi a riguardare i miei vecchi balli e provare a proiettarli nel futuro. Se c'è un momento che non va, se vivo un periodo immobile, di quelli che odio e che sembrano ricordarmi costantemente in che razza di palude io mi sia cacciata, posso sempre immaginare quanti altri balli mi aspettano. Perché anche nelle circostanze più difficili ci siamo rialzati, più o meno tutti, e abbiamo ricominciato a danzare.

Mentre scrivo penso a questi giorni appena trascorsi nel dolore fisico, che prepotente (e per nulla imprevedibile) si è fatto strada a ridosso delle ferie, non appena ho provato a fermarmi e a dedicarmi a quello che preferisco (camminare, scrivere, leggere, fotografare, guardarmi intorno).
E poi penso all'autunno in cui potrebbe cambiare tutto o non cambiare nulla, con enormi conseguenze in entrambi i casi.
Penso al mare che sta a duecento metri da questo pc e alle nuotate che voglio concedermi non appena tornerà il sole.
Penso alle corse che mi regalo ogni giorno e che mi fanno stare bene.
Penso alla passeggiata di questa mattina, in totale solitudine, sotto una pioggerella leggera, costeggiando l'acqua fino al piccolo cimitero lassù, per un saluto veloce.
Penso a chi si trova esattamente dove vorrebbe essere e a chi invece ha davanti a sé settimane e mesi difficili.
Penso alle vite che dondolano nelle pance delle mie amiche e ai viaggi di nozze che stanno per iniziare.
Penso alle mille commissioni che ho già sbrigato e a quelle che mi attendono la prossima settimana.
Penso al corso di francese che comincerà a settembre e che dovrò incastrare con i laboratori per il bando che ho vinto, prima che inizi il Festival e prima che il mio cervello venga assorbito dall'enorme disagio che quel periodo si porterà con sé, come ogni volta.
Penso a ciò che mi spettava e che non mi è stato dato. E questo pensiero, nuovo e sconosciuto, mi fa inorridire.
Penso che potevo essere meglio, ma anche molto, ma molto peggio.

Termino questo post e vedo che sta proprio qui l'errore, che qui è tutto sbagliato. L'elenco che ho appena scritto è un inno al non farcela e al concentrare pensieri, forze e attenzioni su mille cose tranne che sul qui e ora. Ma io non lo so fare. Il mio qui e ora non mi piace. Magari il qui e ora che ci sarà tra cinque minuti sì, ma questo proprio no.

2 commenti:

  1. Il qui e ora è più spesso un mito che qualcosa da conquistare con facilità e ciascuno di noi vive più o meno prolungati periodi di disagio per quello che sta vivendo e pensa e spera che il futuro sia migliore. Io sono sempre in crisi eppure dovrei essere più risolta e invece mi porto dentro inquietudine e insoddisfazione.
    Ma sono consapevole che il futuro si disegni con i gesti del presente, le scelte e i comportamenti, non a caso il mio motto è il domani è oggi. Nonostante questa percezione, però, non mi è semplice applicare questa filosofia di vita e più spesso vivo nel pantano di un presente che non riesco a gestire e che mi preclude un futuro migliore.
    Non ci resta che restare aggrappati a noi stessi e tirarci su dopo essere caduti, costruendo ogni giorno la forza che ci permetterà di riscattarci, di spiccare quel volo che ci porterà dove vogliamo arrivare.
    Scusa se mi sono dilungata, ma ti sento vicina e vorrei solo poterti dire che andrà tutto bene, perché lo vedo, anche se non ti conosco, quanto tu sia brava in quello che fai e ti ammiro per tanta creatività e determinazione.
    Un abbraccio

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    1. E a tutti quelli che non capiscono perché senta il bisogno di scrivere, o perché il mio piccolo blog sia diventato un grande contenitore di storie, risponderei con i tuoi, i vostri, commenti. Grazie <3

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