domenica 21 febbraio 2016

Mari e Monti


Quarantotto, le ore di un week end.
Otto, le ore trascorse al mare.
Sette, le ore trascorse dormendo.
Di nuovo otto, le ore trascorse in montagna.

Inizio questo post così, seduta al tavolo del rifugio, con la tovaglia a quadretti rossi e la stufa ancora tiepida.
Ieri mattina sono andata all'Acquario e sono rimasta lì fino a metà pomeriggio. Non ci tornavo, secondo me, da quando ha aperto e meditavo da un bel po' di visitarlo di nuovo. Quindi, appena si è presentata questa opportunità non me la sono lasciata scappare. In occasione del battesimo di tre cuccioli nati da poco, infatti, l'ufficio stampa ha invitato alcuni instagramers e bloggers per coprire l'evento a livello mediatico, proponendo loro un tour un po' speciale, differente dal percorso canonico.
Oltre a presenziare alla festa per Striscia, Tino e Indy, siamo stati accompagnati nel "dietro le quinte" dell'Acquario, dove abbiamo potuto osservare quello che quotidianamente accade lontano dagli occhi dei visitatori. Tubature enormi, filtri, nursery per minuscoli cavallucci marini, vasche piene di meduse di ogni età, stanze di monitoraggio delle tartarughe e tantissime altre curiosità che non avevo minimamente idea esistessero.
Cos'altro ho fatto? Ho visto l'addestramento dei delfini.
E, nonostante la mia proverbiale fatica davanti ad animali che rispondono così automaticamente alle richieste di un essere umano, le spiegazioni sul concetto di gioco e sulla vita in cattività mi hanno aiutata a comprendere e apprezzare anche questa parte del tour. Tra i cuccioli in odore di battesimo c'era Striscia, piccolo squalo zebra, che però a righe lo nasce soltanto: ora, in verità, è un meraviglioso animale a pois!
La tappa che mi è piaciuta di più è stata sicuramente quella davanti a Tino, cucciolo di lamantino timido e talmente tenero che me lo sarei portato subito a casa, se solo fosse possibile tenere un cucciolo di lamantino in casa. Purtroppo, poco prima della festa per Indy sono dovuta scappare al Museo del Mare, dove i bimbi del mercoledì mi aspettavano per visitare insieme la mostra dei loro lavori sul mondo marino e per partecipare alla premiazione.

Ieri è stato un giorno lungo, un giorno di mare. E oggi?

Oggi mi hanno accolta i monti, perché insieme ai vicini fotografi sono andata qui. Abbiamo deciso di partecipare soltanto all'ultimo minuto, anche se l'idea ci aveva stuzzicato fin da subito.
Perciò, questa mattina presto siamo partiti armati di macchine fotografiche e speranza e siamo arrivati al Rifugio Pratorotondo in tempo per un tè caldo e per una marea di bianchissima e compattissima nebbia. Un muro di latte che non ci ha mai abbandonati, per tutto il giorno, tra i faggi, i prati, i sentieri, le rocce e i cespugli.
Nebbia, nebbia e ancora nebbia.
Obiettivi fradici, fotocamere nascoste dentro la giacca, piedi nel fango, nella neve e nel ghiaccio, dita congelate.
Abbiamo sperato in un raggio di sole che ci aiutasse un pochino, giusto per scattare una foto che sapesse davvero di paesaggio e che non si limitasse a sagome nere, rami soffusi, gocce appese per miracolo e foglie secche... ma non è mai arrivato.
Non ci siamo minimamente fatti scoraggiare e abbiamo partecipato al concorso, condendo il tutto con taglierini, polenta e salsiccia. Non abbiamo vinto ma ci siamo lo stesso divertiti un sacco.
Dopotutto, se ci fossimo lasciati abbattere e fossimo rientrati subito a casa, quando avrei imparato a fare foto nella nebbia?
Probabilmente mai.

In questi due giorni super intensi sono stata fortunatissima, perché il caso mi ha regalato delle belle opportunità. Ora sono stanca morta ma felice, una delle sensazioni che senza dubbio amo di più.

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