martedì 9 agosto 2016

Il Pilates mi ha cambiato la vita


Sembra un post acchiappa visualizzazioni, mi rendo conto, una di quelle frasi gigione che usano tanto su youtube per fare il pieno di click e poi, nel video, non c'è traccia di ciò che preannunciava il titolo.
Però a me, il Pilates, la vita l'ha cambiata veramente e oggi vi spiego come e perché.

Mi sono avvicinata al Metodo Pilates ormai dodici anni fa, davvero tantissimi. Avevo appena avuto la trombosi, l'angiologo mi aveva consigliato di continuare a fare sport ma anche di abbandonare le attività troppo pesanti, in cui le gambe erano coinvolte con saltelli e sforzi eccessivi, in cui le piante dei piedi e i polpacci venivano sollecitati in maniera inadeguata.
Abolita la corsa, consigliato il nuoto, mi sono dedicata a quest'ultimo con immensa insoddisfazione. Sveglia alle 6.30 per essere in acqua prima delle otto, un'ora di vasche col magone, freddo polare negli spogliatoi, capelli impettinabili dopo una settimana di piscina, calze elastiche impossibili da infilare con la pelle ancora umida, tonnellate di borotalco, funghi e verruche alle porte, treni, autobus, lezioni all'università con l'accappatoio marcio nello zaino.

Nuoto abolito, come la corsa.


Tra i consigli del medico continuava ad ondeggiare sospeso questo esotico Pilates, l'avevo già sentito perché lo faceva Madonna, ma non avevo mai realmente capito di cosa si trattasse. Fino a che, a un passo da casa, ho scoperto che una piccola palestra teneva corsi collettivi a prezzi modici (all'epoca lo si trovava quasi esclusivamente a lezioni individuali, con un costo improponibile per me) e che questi corsi collettivi non solo mi facevano bene ma erano pure divertenti. Ho alternato per anni il Pilates allo Yoga, poi, per cause di forza maggiore, ho continuato solo con il Pilates e non ho più smesso. Quando sono andata a vivere da sola e mi sono trasferita lontana dalla palestra (e dalla mia amatissima insegnante, Deborah) ho subito cercato un altro centro dove poter praticare il mio sport del cuore e, udite udite, l'ho trovato sotto casa. Anche in questo caso sono stata molto fortunata e Luciano, il maestro che ho adesso, mi piace un sacco. Per quanto possa sembrare strano, infatti, il Pilates è tutt'altro che un'attività priva di controindicazioni: se effettuata male, senza fare attenzione alla postura, alla protezione adeguata della schiena, alla respirazione e all'allungamento corretto si rischia di farsi parecchio male. Un buon insegnante, dunque, è indispensabile.

All'opposto, se fatto bene, il Pilates vi cambia la vita.

Ho imparato a sdraiarmi e a rialzarmi senza coinvolgere i muscoli lombari ma aiutandomi con gli addominali, ho imparato a chinarmi "arrotolando e srotolando" la colonna come fanno i gatti, ho imparato ad auto curarmi i dolori alla schiena con piccoli ma super efficaci esercizi di stretching, sono diventata molto più aggraziata nei movimenti e mantengo sempre un buon allineamento collo-coccige senza nemmeno rendermene conto, che io sia in piedi o seduta al computer. Il bello di questo sport sono proprio l'inconsapevolezza e la gradualità con cui si raggiungono gli obiettivi: basta continuare a praticare un poco e gli atteggiamenti acquisiti vengono automaticamente mantenuti, come se il nostro corpo fosse ormai programmato in un certo modo.

Da qualche mese ho preso l'abitudine di fare Pilates tutti i giorni (come dimostra la foto quassù), almeno dieci minuti al massimo mezz'ora, dipende dal tempo e dalla voglia disponibili. Così sono certa di allenarmi con poco sforzo e di ricominciare a Settembre senza farmi sorprendere stanca e fuori forma: un buon metodo, credo, per scongiurare le mie tanto temute contratture muscolari.

Quando ho iniziato a scrivere questo post pensavo di raccontare anche delle novità incontrate ultimamente, prima fra tutte la Rivista Flow (ora come ora sono circondata dai due numeri, in francese e inglese, che ho appena ricevuto e che mi stanno riempiendo gli occhi di ispirazione, bellezza e piccole cose), ma alla fine il Pilates si è preso tutto lo spazio che voleva e che merita, perciò va bene così.
Delle new entry summer 2016 (niente, è giornata di titoli gigioni evidentemente) ci sarà tempo di parlarne la prossima volta, ma prima di chiudere voglio ricordare qui una sorta di mistica visione che ebbi il primo anno in cui cominciai il Pilates e lo Yoga insieme: durante il rilassamento, ad occhi chiusi, mi immaginai alla fermata di un autobus, in Canada, avvolta in una mantella impermeabile rossa con un paio di galosce gialle ai piedi. Attorno a me solo una lunga strada bagnata e un bosco con alberi altissimi, verdi e marroni, scossi dal vento. Quando riaprii gli occhi stavo piangendo, non di angoscia però, e ancora oggi, se vado in crisi, quell'immagine è la prima a cui mi aggrappo per sentirmi subito meglio.

Io ve l'ho detto che il Pilates vi cambia la vita.




5 commenti:

  1. Avevo iniziato pilates l'anno scorso a settembre ed ero felice di aver trovato finalmente l'attività fisica per me, io che ho sempre affrontato gli sport con molto imbarazzo. Poi ho avuto un calo, ma l'idea di ricominciare era sempre lì, da qualche parte nel mio cervello...
    Per cui niente, a settembre riprendo e se non lo faccio sei autorizzata ad obbligarmi a distanza :P

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    1. Cara Norma, considerami pure la tua personal trainer a distanza! :-)

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  2. Chissà che non ci arrivi pure io, al Pilates. Mia mamma fa una versione in acqua e spesso mi dice di cominciare, perché a lei ha fatto molto bene.
    E' che io pensavo ad una ancor più esotica danza del ventre per dare un ruolo più attivo alla panzetta dei quasi quaranta... vedremo :-)
    Bella la visualizzazione del bosco...
    Ti abbraccio
    Francesca

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    1. Se può servire confesso di aver fatto anche io danza del ventre (un paio d'anni)... mi sono divertita un sacco! :-)

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    2. Vedrò cosa riesco a conciliare con le esigenze di tutta l'allegra famiglia.
      Baci
      Francesca

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