mercoledì 16 febbraio 2011

Into dust


Questi sono post che non dovrebbero mai essere scritti.
Non ho nemmeno una foto adatta. Sono ormai 12 ore che vorrei buttare giù queste righe, ma mi continuo a imporre di aspettare, di calmarmi, di attendere che le sensazioni migliorino. Per ora non funziona e io devo studiare. Sono le 13.08 e qui mi fermo, poi si vedrà. Salva come bozza.
Devo prepararmi per il test di domani, non ho avuto tempo di fare altro se non stampare le dispense e leggerne quasi metà. Tra meno di un'ora uscirò per il nuovo corso di formazione, diluvia...
Ho iniziato a leggere un libro, non è particolarmente ben scritto ma mi angoscia, non riesco a interromperlo ma dovrei. Ho comprato altri libri ieri, libri libri libri. Bah.
Stasera proverò ad arrampicare, tanto ormai per studiare mi resta ben poco tempo. Magari, visto che non dormirò un cazzo, potrei tentare la tirata notturna, giusto per evitare domattina figure penose di copiata selvaggia a trent'anni.
Somatizzazioni in agguato, pensieri che tornano ad ondate, parole che rimbombano, frasi lette e rilette per convincersi che l'"utilità" delle cose in fondo non serve. Inutile utilità? Salva come bozza.
L'arrampicata è stata un toccasana. Ho dato, non troppo, ma ho dato.
Cena con gli avanzi, confessioni tra coinquiline. Liti tra sorelle, visita alla vicina di sotto, chiacchierate in chat. E lo studio? Ciao...
Non lo so, sono trasparente. Faccio mille cose, è sempre il solito discorso, ma la verità è una: faccio mille cose per fare qualcosa. Ma alla fine della giornata il sapore non c'è.
La famosa utilità. Cosa è utile per gli altri? Nulla. Per me? Nulla. I bimbi dimenticano le animazioni, mamma in vacanza non ci va nemmeno con me, gli amici stanno benissimo anche senza le mie incursioni.
Io domani ho un esame. E non ho studiato. E' come se non esistessi. Relativizzare.
Avvolta nella polvere, senza una mia dimensione. Faccio un sacco di cose belle, ma non ne sento nessuna. Mi sento spettatrice e mi sembra, anche in questo istante, di scrivere cose trite e ritrite.
Sono dispiaciuta, per chi ci crede, per chi pensa che sia giusto così.
Dura da tre giorni, forse passerà domani, quando dopo aver finito l'esame, correrò a dormire nella tana fino alla cena di Sturmi.
Forse durerà. Allora dovrò gestire la cosa, come se fosse un grosso progetto. Dovrò leccarmi le ferite, ascoltarmi, lasciarmi spazi di manovra.
Sono stanca, perchè faccio mille cose. Non dovrei esserlo perchè non mi accorgo di fare tutte queste cose. Salva come bozza.
Terzo giorno con queste righe in ballo. E' ora di chiuderle. E' arrivato il week end e quello di cui ho più bisogno è dormire, andrò a pilates e poi letto.
La somatizzazione è arrivata persino più del necessario: calo di difese e l'ho presa pesante a sto giro. Quindi i propositi di cura saranno: cibo sano, meno alcool, tanto sonno, studio tranquillo, lavoro il giusto, aria buona se il meteo permette.
Ho bisogno di me.
Pubblica post.

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