martedì 4 giugno 2013

Menti Perdute

Sono a Rimini per lavoro.
Sto scrivendo su un foglio di carta riciclata, con una penna riciclata, consegnata direttamente attaccata a un quaderno riciclato chiuso in una valigetta di cartone riciclato. Sono a un congresso di chimica applicata all'ambiente e ai beni culturali e tutto questo riciclo è dovuto al taglio green del convegno. Lunch e coffee break al limite del biologico compensano un albergo in cui doccia e wc sono spaventosamente sinonimi. Il tempo fa schifo e Rimini, senza sole, mi sta deprimendo non poco.
Il ciclo in arrivo, la puzza di disinfettante ospedaliero che c'è in camera, le infradito ricoperte di polvere in vendita ad ogni isolato, la sensazione ormai nota di essere un pesce fuor d'acqua, rendono questo soggiorno una bella fatica.
Per fortuna che la mia collega silenziosa condivide con me queste ore di seminari interessanti e di alto livello, cibo, caldo ai piedi e inadeguatezza. Mal comune...
Ora un bell'intervento sul recupero delle pellicole cinematografiche distrae il mio sguardo dalle decine di scritte sui muri dell'aula, tra le quali “Menti Perdute” ha rapito la mia attenzione. “Menti Perdute”.
A parte il caldo insopportabile, il lungo viaggio in treno di ieri mi ha permesso di arrivare quasi alla fine del romanzo leggero cominciato qualche tempo fa, così, le prossime sere, tra un report e un progetto, potrò iniziare il volume sugli alberi che ho comprato da poco.
Ora parla una ragazza mora, occhi neri, con l'accento del sud, Napoli mi pare. Ha una bella maglia e una bella presentazione. E io mi sento sempre più fuori posto.
Nel cortile si vede un poco di sole, stasera ci sarà una specie di aperitivo legato al convegno, argomento: lavoro, ricerca e chimica. Bah.
Il programma è cambiato all'ultimo e, non avendolo controllato in tempo, resteremo qui quasi un giorno in più. Se il meteo rispetterà le previsioni pioverà. Il Tempio Malatestiano è chiuso per manutenzione, il Castello oggi era chiuso perchè é lunedì. Gli interventi della sessione scorsa hanno scatenato arrabbiate riflessioni sulla figura del chimico per i beni culturali, ma le soluzioni non mi sembrano solo lontane, mi sembrano impossibili.
Nella mia ricerca di spazio, nel mio tentativo di individuare una strada futura in cui praticare l'amore per me, per le mie cose, per le mie persone, io mi sento ancora una “Mente Perduta”.


P.S. Per dovere di cronaca: questo post è stato scritto ieri. Alla sera, tornando in albergo, mi hanno rubato il cellulare. Così, “perduto” pure questo. Ora me ne sto qui, più libera del solito, a leggere il mio nuovo bellissimo libro su cui scriverò presto qualcosa.

3 commenti:

  1. A volte pare che la cosidetta sfiga ci si attacchi addosso come una calamita,
    allora è tempo di fermarsi e andar per boschi proprio come suggerisci tu, Elena, nel tuo ultimo bellissimo post.
    Un saluto, Barbara

    ps: bella la foto, immagino sia tu

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  2. Hai ragione cara Barbara, è proprio così...
    E sì, nella foto sono io, in mezzo agli alberi, raramente ho usato mie fotografie, ma il controluce e lo sfondo "lenitivo" mi hanno costretta a scegliere questa!
    a presto

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  3. L'ho comprato e spero di leggerlo presto, così ti dico.
    Intanto, in attesa di altri post un abbraccio, Barbara

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