domenica 23 marzo 2014

E brava Giulia...

La prima volta che ci siamo viste non volevamo essere dove eravamo. Adolescenti spostate da un mondo conosciuto a un mondo nuovo, soprattutto lei con la sua maglia di Vasco e il broncio, rannicchiata sulle scale di casa, mentre la banda suonava e la coda per le focaccette fritte arrivava fino alla strada.
Di anni ne sono passati quasi venti, cazzo. Venti.
E nel frattempo siamo cresciute, ne abbiamo viste di tutti i colori, ne abbiamo superate di tutti i colori e ancora oggi ci lottiamo contro ogni giorno.
Abbiamo imparato ad amarlo questo posto, io forse più di lei che è andata via tante volte, per lavoro, per i suoi viaggi matti e meravigliosi, che non ha mai mancato di raccontarmi nei minimi dettagli durante le cene dei mille ritorni.
E il gelato alla crema con miele e cannella, le zuppe, i miei sformati di verdura, le insalate dei sensi di colpa, il passito e soprattutto il baffo ghiacciato delle sere d'estate, lei abbronzatissima e io fucsia ma felice.
Siamo state lontane, siamo state Vicine.
Abbiamo parlato tanto, di tutto, senza paure, senza pregiudizi, senza dimenticarci mai cosa conta davvero.
Abbiamo parlato anche di te, di scelte, di futuro, di preoccupazioni e speranze.
Quando mi ha detto che ti saresti chiamata Giulia ho subito ricordato la maglietta di Vasco, i concerti a cui lei andava spesso, con gli amici e con lo zio, fan sfegatata di quel cantante che a me non è mai piaciuto ma che mi ha sempre fatto pensare a lei. E ora anche a te.
E mi vengono in mente anche tutti i concerti a cui siamo andate insieme: Guccini, la Nannini, la Mannoia, i Negramaro (solo perché avevamo dei biglietti gratis eh...), Conte, Elisa e forse qualcuno lo dimentico pure.
Sono stata fortunata ad averla trovata e ora sono fortunata ad aver trovato te, piccola figlia della mia migliore amica, che oggi mi hai guardata con un occhio solo (che lo so che mica ci vedi ancora, hai solo quattro giorni), appesa a quella tetta gigante, col pigiama pieno di gufi e una cascata di capellini neri.
Ben arrivata nipote, piacere di conoscerti!

P.S. La foto è un lavoro di mamma, un work in progress in verità. Si tratta di una piccola camicina, anzi di un piccolo camice, cucito per i bimbi prematuri che devono affrontare una Risonanza Magnetica Nucleare. Fa parte di questo meraviglioso progetto.

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