martedì 23 novembre 2010

Microcosmos


Sotto alla tana il mio pannello si riempie.
La prima cosa che si nota nella foto sopra è che è completamente fuori fuoco, ma c’è che odio il flash, che le batterie della macchina sono finite e che oggi volevo proprio scrivere questo post.
Perché oggi?
Perché è una buona giornata.
Ne ho tanti post in coda, alcuni li scriverò presto, altri dovranno aspettare la prossima occasione culinaria in cui riuscirò a scattare una foto: devo raccontare della mia gatta prima o poi (usando magari un’immagine datata che le renda giustizia, non le più recenti dove si notano la pancia molla e il naso nero), devo scrivere dei laboratori per bimbi di Terra! dei quali sto curando le illustrazioni, devo diffondere la ricetta della super pasta al radicchio rosso che ho preparato ieri sera per gli amici di Giulia e devo dedicare uno spazio agli addobbi di Natale auto costruiti e con materiali di recupero.
Se poi terminerò il libro che sto leggendo (e che è talmente bello che spero non finisca mai), cercherò di condividere le emozioni che suscita nella mia testa incasinata.
Perciò, ritornando al post di oggi, la foto è davvero sfocata.
Ma dentro c’è tutto il mio mondo, o quasi.
Procedendo con ordine occorre che dica che questo è il mio soppalco, il mio letto a ponte in realtà, quello che di solito chiamo tana, in cui mi rifugio quando non ne posso più e dal quale fatico a scendere nelle mattine difficili.
Alle doghe della tana sono appese diverse cose, nella foto se ne vedono almeno quattro:
- le campanelle, una che mi fu regalata anni fa da una sorella di Andre e una che ho comprato questa estate a Monterosso, con i piccoli Snorky-Arrampicatori. Entrambe fanno rumore se le scontri, se dormendo ti volti, se a letto fai altro, se fai altro appoggiato al soppalco, insomma, fanno rumore spesso. Ma sono belle.
- le bandierine tibetane che la Ale mi ha portato dal Nepal
- il cappotto di lana marrone e arancione che mi ha fatto la mamma seguendo il mio modello e che metto nelle grandi occasioni
- nella foto manca la tillandsia, la mia piantina che vive senza acqua e che infatti è morta
Sul pannello di legno che ho attaccato alla parete appena mi sono trasferita ci sono io:
- Io che guardo i quadri di Baldovino esposti sul lungomare di Pegli prima di portarmi a casa quello con gli ombrelli
- Io che vago tra le sale di Palazzo Ducale a una mostra sul Giappone
- Gli ingredienti per preparare uno spritz perfetto al compleanno di Sturm, in una serata calda in cui mi sono vestita da femmina e ho ballato fino alle quattro per poi barcollare in Via Garibaldi col vicino-vicino
- Il simbolo NO-SUV che mi ha accompagnata anche a Palermo e che è stato il mio primo approccio con Terra!
- La cartolina verde mela che ho rubato con Sturm nella collezione del vicino-vicino
- La lista della spesa dove ho scritto male crechers e dove Giacomo mi ha disegnato una capra per correggere il mio sbaglio
- Il messaggio di Sturm e Carmine che hanno dato l’acqua ai pomodori sul mio tetto mentre gestivo duemila bambini wwf
- La foto di Cartier Bresson che tanto mi era piaciuta alla mostra e che la produzione ha passato al vicino-vicino mentre mangiavo nella sua sala
- La foto del vicino-vicino, con i grossi papaveri rossi, scattata alla Festa degli Orti e su cui prima o poi scriverò “Remigio Stazione”, così riderò ogni volta che andrò a dormire
- Il manifesto di Erri e Aurora, lo spettacolo più bello e difficile degli ultimi tempi per me, nonostante di spettacoli belli e difficili ne abbia visti tanti
- I semi che quando cadono fanno l’elica e che ho raccolto andando in ufficio e infilandoli in un libro
- Una cartolina di viaggio della Ale, che mi dice sempre dov’è e appena torna mi porta insieme a lei in giro per il mondo con i suoi racconti
- Il mio progetto per arredare il terrazzo, con vasi, rampicanti, fiori, pomodori, ulivi e lavande
- La locandina del restauro della Cassa di Mele, con un Nino emozionato-emozionante e l’angioletto dalle guance rosa
- Il pacco regalo di Marina, che ha aggiunto un Baldovino e tanto affetto alla mia piccola stanza
- E la presa elettrica del ventilatore, mio inseparabile compagno di notti in questa Campopisano rovente
Questo è il mio microcosmo, ci sono gli amici, le passioni diventate lavoro, ci sono i bambini, c’è Terra!, ci sono le letture, il teatro, le mostre, i viaggi e ci sono gli amori.
In un giorno come oggi, di notizie apparentemente buone, sushi, mascara, dvd in solitaria, zuppe e coperta verde, in questo lungo post ci sono io, con le mie felicità.

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