venerdì 19 novembre 2010

Ritenta, sarai più fortunata.


"...Gli evitanti si sentono come alieni sulla terra, diversi dagli altri, incapaci di condividere i loro sentimenti, distanti, inferiori; è come se vedessero la vita degli altri scorrere dietro a un vetro, ma si rendessero conto che loro non saranno mai “dentro” a quella vita “normale”..."
Ho deciso di dare una controllatina, in questa settimana di nodi che si incastrano nei pettini.
Cercherò di non appiccicarmi sta stella sulla giacca perchè altrimenti ci rotolo dentro cinquant'anni, ma ammetto che dare un nome alle cose mi aiuta a sentirmi un pò meno una merda. E' come se stessi camminando in un bosco e ogni tanto incontrassi segni incisi sui tronchi senza capirne minimamente il significato e sbagliando la strada ogni volta.
Ho momenti di vuoto talmente profondi che mi pare davvero di non esistere, se la gente non mi parlasse farei fatica a credere di avere un ruolo su sto pianeta; so di essere una statua di sale per chi ha a che fare con me ogni giorno, e mi dispiace.
Ma non riesco proprio a fare di più, a fare diverso.
Però oggi ho comprato una melanzana e ho fatto il sugo...non cucinavo da settimane.
Devo persino aver commosso Giulia, che ha mangiato diligentemente riempiendomi di complimenti e mi ha chiesto come stavo, cosa avevo, cosa sentivo.
Ieri ho studiato, arrampicato con Deborah, chiacchierato con lei davanti a una media bianca e sono tornata a casa. Come ogni sera, da giorni ormai, ho mangiato latte e biscotti, ogni tanto un pezzo di farinata o di focaccia, e sono salita nella tana; morta di freddo ho aspettato di dormire e stamattina mi sono trascinata fuori. Il sole ha aiutato molto e anche il buon umore della Soprintendenza...poi sono tornate le nuvole e io mi adeguo al tempo.
Cerco il file, rileggo le frasi che mi raccontano, rabbrividisco e mi sforzo di pensare a quello che mi fa stare bene, che riguarda me e che posso trovare da sola.
Ho dei mini momenti in cui mi pare di essere risalita un pò e poi nulla: "ritenta, sarai più fortunata".
Un paio di giorni fa ci ha pensato Erri a farmi sentire a casa, ma il prezzo che ho pagato è stato altino, un pò troppo per trovarne solo aspetti positivi: la bella addormentata nel giardino. Qualcuno direbbe: "è la produzione", io dico: "mamma mia che male!".
Basterebbe trovare il buono in ogni cosa, ma è uno sport in cui sono sempre stata scarsissima: invece di assaporare la sensazione di possibilità in un bosco da cui è difficile uscire, io me la faccio sotto e non mi fermo a ragionare sulla via migliore, ma sbatto contro ogni albero. Ogni difficoltà è gigante.
Per non parlare degli altri e di ciò che significa rapportarmi con il resto del mondo. Probabilmente dovrei tornare indietro, a quando ho deciso di lasciar perdere il mio percorso e riprendere da dove mi sono fermata, magari farei meno danni, a me stessa e a chi incontro nel bosco.

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