domenica 28 novembre 2010

Place to be


Place to be
When I was young, younger than before
I never saw the truth hanging from the door
And now I'm older, see it face to face
And now I'm older, gotta get up clean the place

And I was green, greener than the hill
Where flowers grew and sun shone still
Now I'm darker than the deepest sea
Just hand me down, give me a place to be

And I was strong, strong in the sun
I thought I'd see when day is done
Now I'm weaker than the palest blue
Oh so weak in this need for you


(Nick Drake)

Una delle canzoni più importanti per me, perchè legata alla persona che ha avuto più spazio, tempo e presenza nella mia vita, nel mio cervello e nel mio cuore.
Sono passati gli anni e ora ascoltarla provoca un sorriso leggero, un "dolce ricordo" come disse lui.
C'è stata la festa della zucca, il prossimo post sarà su una delle ricette a tema che ho portato al pranzo...ottimo successo tra l'altro!
Oggi, nelle stanze calde di stufa, c'erano quasi tutte le mie persone.
Le mie "prime bimbe" che hanno rispettivamente 12 e 16 anni, i miei "secondi" di 12 e 11. Io di 28.
Sono venuta ad abitare qui che avevo 12 anni, come due dei miei bimbi. Ero piccola e non sapevo un cazzo.
Non sapevo che sarebbe stata dura non potersi spostare, avere un bus ogni ora, non poter usufruire di treni o metro o simili e doversi spostare quasi sempre a piedi. Non sapevo che la sera sarebbe stato impossibile uscire, che tornare da scuola significava mangiare alle 3.
Non sapevo un cazzo.
Non sapevo nemmeno che svegliarsi presto d'estate volesse dire fare il bagno per primi, vedere i gabbiani e prendere il caffè col giornale. Che tornare tardi non fosse possibile, che lavorare sul lungomare significasse saltellare sulla linea di mezzeria alle 3 e mezza del mattino, che camminando nei dintorni si incontrassero Ciobin e Nuvola o le mucche di Giò.
Non sapevo che avrei vissuto per poco tempo questi posti con mio padre, che la sua sagoma di spalle che si fuma una sigaretta sulla veranda di cafè de mar guardando il mare mi sarebbe rimasta impressa per sempre, che il rumore delle radio mi sarebbe mancato così tanto, che la sua jeep l'avrebbe guidata qualcun altro. Non pensavo che avrei trovato il riso in bianco dai vicini di sotto quando mangiare nella cucina di papà era troppo difficile, non immaginavo che alle sigarette delle adolescenti nascoste nel frantoio con la Ale sarebbero seguite le cene meravigliose degli ultimi anni.
Non avevo idea che avrei incontrato un ragazzo in Guzzi che ascoltava Nick Drake e che sarebbe diventato amico dei miei vicini-famiglia, che avrebbe parcheggiato la sua moto qui per anni e che avrebbe partecipato a tutte le feste del mondo organizzate nella piccola scuola.
Non pensavo che questo ragazzo si sarebbe allontanato, nè che un'altra moto avrebbe cominciato a parcheggiarsi qui di fronte al mio cancello. Non conoscevo ancora il ragazzo in CBR che avrebbe imparato ad amare questi luoghi e i suoi abitanti, a modo suo.
Ora che non ci sono più nè Guzzi nè CBR vicino a me, ma che le feste a Vesima continuano, io ci sono sempre. E comunque.
Con nuove persone, vecchie facce, esperimenti culinari e farinate tradizionali...come oggi.
E' il posto dove stare, con le mie persone cresciute o invecchiate, con l'albero sempre più alto e forte, con me disorientata, insicura e bisognosa di ogni sguardo familiare, di ogni carezza di vicini-famiglia, di ogni ex bimbo che mi cerca e chiede consiglio.

E tra poco sarà pure Natale...

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