sabato 4 agosto 2012

Disintossicazione profonda

Primo post di Agosto, di un Agosto che si preannuncia caldissimo.
Io ho bisogno di disintossicarmi. Da cosa? Dal veleno che mi riempie, che scorre dalla punta dei miei piedi alla cima dei miei capelli. Da dove arrivi non lo so, o meglio posso immaginarlo, come si combatta mi è completamente ignoto.
Ignoto era anche il titolo della mia tesina di maturità, avrei dovuto già allora capire che non sarei stata una ragazza lieve. Non ricordo quasi nulla degli argomenti che avevo tentato di collegare nelle varie materie, so che per storia avevo parlato dei campi di concentramento come di un posto che nessuno conosceva prima di finirci, avevo portato il concetto di entropia per cercare di agganciare anche fisica, e avevo introdotto le teorie sui buchi neri per scienze.
Credo che in questi giorni potrei tranquillamente ridare l'esame di maturità con il massimo dei voti: non c'è quasi nessun campo in cui abbia una vaga idea di quello che mi aspetti. Il lavoro di cui non mi va di scrivere nulla, la mia salute che pare discreta fino a che non mi guardo allo specchio e vedo il mio trapezio sinistro più alto del destro di almeno tre centimentri o non osservo il cielo e con lui i fili neri che mi passano davanti gli occhi, la salute di mia mamma che è al centro dei miei pensieri in quanto non propriamente buona, la condizione della casa che procede con mille dubbi, ripensamenti, insicurezze, paure.
Non ci sarebbe nulla di particolarmente strano se non vivessi questa situazione con una sorta di rabbia perennemente incastrata tra i denti, che poi non viene sempre fuori come rabbia, ma piuttosto come veleno serpeggiante, sottoforma di risposte acide, preoccupazioni eccessive, insonnie notturne, aggressioni estemporanee.
Qualcosa mi aiuta, per esempio camminare (del resto il medico che me lo ha prescritto lo ha fatto nella speranza che mi servisse ad eliminare le perfide tossine post virus), oppure leggere perché mi immedesimo nelle vite di altri o mi limito a seguire le difficoltà altrui accantonando le mie.
In questa giornata fatta di mega negozi di mobili pieni gente e aria condizionata improponibile, sono riuscita a ritagliarmi un momento per infilare le scarpe da running e le cuffie e uscire con il sole che tramontava, per scrivere un articolo, per bermi una Moretti e, a brevissimo, per leggere un po'.
Notte.

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