sabato 11 agosto 2012

Un senso

Sono successe tante cose sensate. Che hanno cioè dato un senso a questo periodo, a questo momento della mia vita in cui facevo un po' fatica a capire cosa dovessi fare per muovere le acque e sentirmi meno zombie. Non ho fatto nulla e tutto si è mosso da solo.
Una mail inaspettata ha girato in positivo la mia giornata di giovedì, alle 8.00 ero già così eccitata che mi sono scordata di fare colazione e quando è arrivata la Ale avevo così tante cose da condividere con lei che la fame non si è fatta più sentire fino a metà mattinata. Siamo andate alle Terme (il mio regalo di compleanno per la mia migliore amica), io sapevo dai racconti di mamma che era un posto pieno di sorprese, ma non credevo così tanto. Immersa nell'acqua della vasca a 35 gradi, piena di bolle che mi stimolavano le piante dei piedi, mi rovistavano la pancia, mi gonfiavano il costume, mi spianavano la schiena e mi massaggiavano il collo, ho pensato che in fondo siamo così simili agli ippopotami, a mollo nei fiumi quando fuori fa troppo caldo, vicini ai propri simili ma quasi ignorando la loro presenza. Alle Terme ho anche pensato al primo romanzo di Gramellini, quello che anni fa mi regalò lo Sminatore, ma ho fatto fatica a ricordarne i passaggi. Ho pensato anche alla Divina Commedia mentre entravo nella stanza del vapore a 50 gradi e poi passavo in quella fresca dell'aerosol termale. Ho trascorso un giorno intero come in una bolla, come in quei sogni così particolari che ti accorgi di essere addormentata proprio a causa dell'assurda atmosfera in cui ti trovi. Ho chiacchierato con Ale camminando in fiumi freddi e in fiumi tiepidi, spalmandoci olio di jojoba sdraiate al sole, mangiando l'insalata di pasta che avevo preparato la sera prima all'ombra di un gazebo. Ho dormito rannicchiata su un divano mentre Ale leggeva il suo libro sui Mori, sono rientrata in vasca, andata alla ricerca di una tisana e verso sera ho permesso che mi facessero il primo massaggio della mia vita. Relax naturalmente. Riposata, distesa, con i capelli a boccoli e il sorriso tranquillo sono tornata a casa e sono scesa al ristorante sulla spiaggia per cenare con mamma. Lì ho trovato lavoro: per tutto il mese di agosto darò una mano al bar e in sala, racimolando i soldi per comprarmi il frigorifero e forse pure qualcosa di più. Nel frattempo il primo articolo che scrissi per la rivista al momento dell'assunzione è stato pubblicato ed uscirà tra qualche giorno, uno è già di là sulla mia scrivania, uno è in stampa proprio in queste ore e uno mi è stato commissionato ieri mattina. Avrò poco tempo per prepararlo dato l'impegno nel locale, ma incastrerò come al solito tutti i pezzi e ricomincerò a costruire cose per me, compreso ritagliarmi lo spazio necessario per una nuotata o per una camminata a picco sul mare, almeno quando le mie gambe saranno un po' più allenate a trascorrere otto ore dietro al bancone di un bar.
Immagino che tra un po' dovrò anche pensare di fare un salto dal parrucchiere per gestire i serpentelli che si annidano nella mia testa e che in settimana dovrò trovare il modo di seguire i muratori che iniziano i lavori nell'Albero della Coccagna.
Tre giorni e mille cose, tre giorni e una sensazione di senso.

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