lunedì 24 settembre 2012

Ho imparato a sognare

Non so da che parte cominciare.
Inizio magari spiegando il titolo: un pezzo di canzone dei Negrita che a Cecilia piace tanto. Chi è Cecilia? Cecilia è una mia amica, che si è sposata sabato, con Gabriele.
Oggi scrivo del loro matrimonio, con la gioia vera nel cuore.
Una giornata di festa, una sfida, un gruppo di persone, una famiglia-tribù.
A me piacciono gli elenchi, chi mi legge lo sa, perciò anche stavolta (come credo in ogni post pubblicato quaggiù) tante parole in fila mi aiuteranno a raccontare il week end appena trascorso.
Intanto circolo, come circolo ARCI che è quello che siamo per gli altri, ma anche come circolo di amici, che è quello che siamo per noi.
Gli sposi ci hanno chiesto, pochi mesi fa, di occuparci del loro pranzo di nozze, che più che un pranzo è stato una festa, una grande abbuffata con musica, giochi, balli, fotografie, filmati e amore.
Io, Elli, Silvia, K e KK abbiamo iniziato a cucinare venerdì mattina al Belleville e finito sabato durante il buffet: è stato faticoso e divertente, impegnativo e stimolante, lungo e veloce al medesimo tempo.
Torte di zucca, di bietole, di cipolle e di riso, lasagne al pesto, farinata, roast beef, salumi, porchetta, carne cruda, formaggi, caprese, pasta con salsiccia e funghi, salmone al forno...tutto innaffiato da vino abbondante e servito con un misto di apprensione, gioia e soddisfazione.
Non siamo cuochi, siamo forse (il forse è per me, per gli altri è certezza!) portati per la cucina, ma quello che sicuro non ci manca è la voglia di provarci.
Cecilia qualche settimana addietro mi aveva chiesto di trovare per lei delle frasi che sapessero di sole, campagna, amicizia e amore, mi ha domandato di scriverle e distribuirle qua e là il giorno del suo sì, cosicché gli invitati alla festa potessero leggerle, portarle a casa o lasciare a loro volta un pensiero, con l'aiuto dei tanti pennarelli colorati usati come centri tavola insieme a lanterne di carta e gerbere lunghe.
Fare questo "lavoro" per la sposa mi ha permesso di guardarmi dentro, di cercare, innanzi tutto nella memoria, qualcosa che mi facesse tornare alla felicità di un giorno grande come quello di ieri, senza retorica e con una buona dose si sincero sentimento. Poi, scrivere su pezzi di carta straccia con un pennarello bianco, appendere i fogli su spago da cucina, usare piccole mollette colorate e cercare quelle di legno per il bucato quando le prime terminavano, è stato un gioco da ragazzi!
L'effetto, già romantico quando le pagine giacevano ancora a casa mia (vedi foto), sul posto era ancora più bello, tra il verde dei prati, l'arancio dei muri, le risate della gente. Quindi, un'altra parola di questo elenco sarà, appunto, parole. Come quelle scritte sulla carta e quelle dette dagli sposi durante il taglio della torta: parole di ringraziamento, elenchi di nomi, racconti di viaggio, tutto davanti alle centinaia di frutti di bosco adagiati dalla Fra sulla crema pasticcera della torta di nozze più bella del mondo, mentre il vicino-vicino scattava milioni di foto. Accanto ai flute c'erano angurie decorate con un piccolo coltello e un'enorme pazienza, spiedini di ananas, grappoli d'uva, fragole pucciate nella cioccolata, ciotole di mescolanza e confetti bianchi e verdi. Nell'angolo del gioco, dedicato ai più piccoli (tanti!) invitati alla festa, il mio albero disegnato ad acquerello è stato ricoperto di foglie coloratissime da piccole mani intinte nei colori a dita e chissà che Cecilia e Gabriele non decideranno di appenderlo a casa loro...
Questo post rischia di diventare lunghissimo, ma non posso non parlare dei fiori, dal bouquet di tulipani arancioni, ai crochi viola che spuntavano ovunque tra l'erba chiara, dall'erica bianca a quella rosa, dalle primule gialle alle gerbere di tre colori, dai fiori di vetro bianchi ai ranuncolini selvatici così delicati...Un posto magnifico, pieno di pace, di animali, di dolcezza. Un gruppo di amici, come scrivevo all'inizio, che non hanno mai perso la calma, che si sono divertiti, che hanno gioito con gli sposi, che hanno mangiato e bevuto, parlato in genovese, imprecato contro gli asini e il loro verso, prestato coperte, fatto battute, parlato seriamente, raccontato viaggi recenti, immaginato futuri possibili.
Non resta che augurare agli sposi di incontrare spesso sulla loro strada emozioni così belle, di avere sempre il calore degli amici attorno alle loro vite, di continuare a crescere come persone singole, ma trovando rifugio nell'abbraccio della parola due.

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