lunedì 3 dicembre 2012

Everybody's gotta learn sometime

Passa il tempo.
L'orologio giallo appeso in cucina me lo ricorda prepotente ogni giorno. Fa rumore, soprattutto dopo il quarto, poi diventa inspiegabilmente più leggero.
Forse sa che la notte io faccio fatica e quindi quando supera la mezza e si avvicina alle ore più tarde rende soffici i secondi.
Tra meno di un'ora presentazione per il secondo anno di dottorato, sono agitata.
Tra poco più di dieci giorni esame di chimica bioorganica, non ho idea di come e cosa studierò.
Tra un mese e due giorni compirò 31 anni, se possibile peggio dei 30. Dopotutto un'età bella, se mi volto indietro e guardo i 21 mi viene voglia di accendere un petardo e brindare alla vita.
Poco dopo il mio compleanno saprò se per due anni la mia situazione economica cambierà e io potrò respirare e comprare, se vorrò, un matita per gli occhi o un biglietto per il cinema senza contare i soldi nel porta monete.
Passa il tempo e penso a chi arriva e a chi va via, a chi ha lasciato un segno e a chi ha tracciato una ferita, a chi mi ha dato amore e a chi mi ha fatto male, a chi vanno i miei pensieri di ogni giorno e a chi sembra non esserci mai stato.
Per anni ho giustificato, mi sono arrabbiata in silenzio, ho patologicamente rifiutato contatti e ancor più morbosamente cercato vicinanze.
Ora basta, passa il tempo e io non calcolo più.
Inutile cercare spiegazioni, molto meglio guardarsi negli occhi e parlare, mettere nero su bianco paure e difficoltà, dirsi dove stanno gli ostacoli e tendersi la mano per superarli, magari anche per dividersi subito dopo.
In uno dei libri che amo di più, di cui ho già scritto anche qui, c'è una frase importante: "Non era il mondo la grande menzogna salutare: lo era la sua volontà di renderlo bello e giusto". E' così, non ci sono cose che non vanno, persone inappropriate, comportamenti errati. Ci sono cose e ci sono persone.
Che se non portano positività nella nostra vita vanno evitate e basta, perché niente servirà a renderle belle e giuste.
Da piccola la mia innocenza è stata disfatta da persone così, in maniera irrecuperabile. Crescendo ho permesso io che mi si giudicasse, mi si calpestasse, mi si usasse perché in quel momento era comodo, mi si tentasse di cambiare, mi si aggredisse, mi si umiliasse, mi si trattasse come se il mio essere forte fosse sinonimo di invulnerabile, mi si lasciasse sola, mi si insultasse, mi si colpisse in faccia con le parole.
La chiave di tutto è in quel "ho permesso", perché non ci sono colpe, ma solo responsabilità. Innanzi tutto la mia che mi sono lasciata giudicare, spesso essendo più severa di chi aveva iniziato. La mia che mi sono sdraiata a terra come uno zerbino, che ho smussato e tagliato pezzi di me, che sono arrossita e ho ingoiato il magone davanti alle umiliazioni, che ho sorriso e mi sono fatta coraggio davanti alla vagonata di disgrazie in cui sono stata coinvolta, che sono tornata come uno stupido cane da chi mi aveva abbandonata tante volte, che ho risposto agli insulti cercando di capirli e che ho offerto l'altra guancia agli schiaffi di parole.
Non sono arrabbiata con nessuno, adesso. Ho solo compreso dov'è il mio posto, cosa desidero e cosa merito. Ho visto cosa mi piace fare, chi voglio frequentare, dove sono le mie persone e perché sono ogni istante nei miei pensieri.
Passa il tempo e non è cambiato nulla, solo ci vedo meglio.


2 commenti:

  1. A volte quando i problemi o le situazioni sono per me troppo dolorose tendo a chiuderle "fuori" dalla porta della mia coscienza, per un meccanismo di difesa. Chiaramente la cosa migliore sarebbe prenderne atto. E' vero anche che non sempre abbiamo gli strumenti per elaborare i nostri conflitti interiori e persone fidate a cui rivolgerci in cerca d'aiuto. Ho imparato anche io con il tempo ad essere la migliore consigliera di me stessa. Per fortuna ho anche un marito pronto ad ascoltarmi ed amiche intelligenti e preziose. Crescere è davvero un processo complesso, a volte molto doloroso. Ricordiamoci sempre che tutto questo è vita. Un abbraccio, Barbara

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  2. Hai ragione Barbara, non è quasi mai facile. Per me è così complicato che quando mi accorgo di aver compreso qualcosa in più di me stessa e dei miei meccanismi festeggio scrivendoci sopra un post!
    A capire gli altri, invece, ho rinunciato da tempo, li prendo come sono e va bene così.
    A presto

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