sabato 25 maggio 2013

Senza titolo

Una settimana abbondante dall'ultimo post. Sono successe tante piccole/grandi cose che hanno reso unici questi dieci giorni: i miei 5 sensi sono stati messi alla prova e le mie emozioni profonde hanno subito più di uno scossone.
Dal giorno del funerale dei portuali un'altra "morte grande" ha attraversato questa città. Don Andrea Gallo non c'è più.
Pure questa volta ondate di retorica hanno intriso social network, radio, giornali e, immagino, anche televisioni. Gente che non lo conosceva, persone anni luce distanti da lui e dai suoi principi, hanno scritto fiumi di inutili parole per ricordare i suoi insegnamenti, il suo viaggio accanto ai più deboli, la sua vena politica e polemica, il suo sigaro, la sciarpa rossa e tutto il resto. Io non lo farò, ho già scritto abbastanza. Lascerò il compito a Don Farinella (degno erede del passaggio di Don Gallo tra noi?) che, mercoledì sera, mentre mia mamma ascoltava un seminario nella sua parrocchia, ha brevemente interrotto l'incontro e ha detto al microfono "cinque minuti fa Don Gallo è morto". Basta. Nient'altro da dire, solo sperare di aver imparato anche solo un poco del punto di vista così prezioso di questo sacerdote.
In questi dieci giorni ci sono stati due viaggi, uno a Torino e uno a Milano. Il primo, domenica, al salone del libro. Mi sono annoiata, persa tra la gente, innervosita, consolata da Eataly e fuggita...senza comprare nulla! Per fortuna in Piazza Castello c'era una cosa che sembrava proprio fatta apposta per me: una specie di vascello d'altri tempi, sormontato da bianchi palloni aerostatici, ricoperto di piante di ogni genere, atterrato a Torino dopo essere partito da Bruxelles e pronto a volare verso Amburgo. Questa zattera, una via di mezzo tra un'idea di Tim Burton e un cartone di Miyazaki, ha lo scopo di portare con sé un grande messaggio, l'importanza della biodiversità, delle energie alternative, del valore del verde. Quindi, tra nasi all'insù, bambini stupiti, adulti curiosi, musiche suonate direttamente sulla strana astronave, fiori, macchine inutili e sole caldo, mi sono riappacificata con una giornata partita male e sono rientrata tranquilla e piena di fotografie.
Il lunedì, invece, è iniziato malissimo: strumenti che non funzionavano, lavori interrotti a metà, brutte notizie da parte di mamma...fino alla sera, quando ho deciso, in preda alla disperazione, di andare a sfogarmi in palestra. Nel brevissimo tragitto tra casa e tappetino una scena allucinante ha aggiunto la ciliegina mancante a quella giornata così negativa: la morte in diretta di un cane bellissimo, tragica quanto assurda, mi ha lasciato una diffusa e amara sensazione di vuoto, intensa quando la bella emozione regalata dalla nave verde il giorno prima.
I sensi del gusto e dell'olfatto stimolati tra i formaggi del Lingotto la domenica, quello della vista protagonista nel pomeriggio sotto il sole di Torino e in quella brutta sera nella piazza vicino a casa. Ancora gli occhi in primo piano al martedì, lezione di fotografia tra vecchi e famosi scatti e primi rudimenti di luce e colore. L'udito è stato con me più che mai mercoledì sera, a Milano, concerto dei Dark Dark Dark...bello, intenso, pieno di suoni diversi, dalla tromba alla fisarmonica, dal basso alla batteria, dal banjo alla tastiera. E mentre il sushi dell'Idroscalo ha terrorizzato il mio senso del gusto, quello di ieri condiviso con una dozzina di amici nel nuovo ristorante vicino a casa, ha risvegliato ogni papilla e ha aggiunto positività ad un venerdì sera già molto divertente. L'olfatto, stimolato dai mille fiori del giardino di mamma, davanti al bucato dei vicini non ha mai tregua e inevitabilmente le sensazioni che scatena corrono a bussare ai ricordi. Anche l'ultimo senso, il tatto, questa settimana è stato dolorosamente associato a pensieri lontani e semi sepolti: dopo la prima seduta dall'osteopata sensazioni fisiche e mentali fastidiose al limite del pianto e della nausea si sono intrecciate e chissà la prossima volta cosa verrà fuori.
Quindi, in questi dieci giorni che credevo sarebbero stati quasi esclusivamente dedicati alla preparazione del mio ultimo esame di dottorato, è successo di tutto, scene da film come un cane che vola, un brucomela che corre nella notte e un bambino vestito di azzurro che parla di scienza.
E poi, Baldo si è svegliato.

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