sabato 7 settembre 2013

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E' la prima cosa che leggo alzando gli occhi verso lo schermo. E credo che sia anche la prima ragione per cui mi sono iscritta a questo corso, ormai qualche mese fa, durante una pausa pranzo in ufficio, tra uno spettro XRF del piombo e un'insalata greca. Cinque giorni di Scuola Estiva di Comunicazione Scientifica, organizzata a Pollenzo (Cuneo), da Agorà Scienza, un'associazione torinese che si occupa proprio di divulgazione della scienza sotto ogni sua forma. Mentre scrivo sono una punta a disagio, temo di sbagliare i termini, perché qui, già dalla cena della prima sera, non si è fatto altro che distinguere disseminazione da divulgazione, comunicazione da diffusione, informazione da spiegazione. E queste differenze le ho più chiare di prima, lo giuro, ma non sono così sicura di saperle già usare con disinvoltura. Di disinvolto però ho fatto un sacco di altre cose, innanzi tutto ho chiacchierato: cambiando tavolo ogni giorno, a pranzo e cena, è facile morire dal ridere alle battute dell'astronoma toscana, ascoltare le disavventure di dipartimento della biologa piemontese o ricostruire le serate di Festival genovese con la geologa abruzzese. Così come è facile trovare compagnia per la passeggiata digestiva sotto il sole della morte o per la tisana scaccia alcool bevuta sull'erba prima di notte.
Qui ho anche dormito facilmente (!), mi sono rilassata facilmente (!!) ma, soprattutto, ho mangiato facilmente (!!!). Incredibile. Dopo mesi di mal di stomaco al termine di ogni singolo anche minimo pasto, qui sono a quota sette dolci, carne, latticini come se non ci fosse un domani e pure una degustazione di vini con la semplice gestibilissima conseguenza di qualche crampo qua e là.
Quello che mi manca di più è il movimento, gli ultimi mesi di dieta, camminate, nuoto e pilates mi avevano davvero rigenerata a livello spirituale e quassù, a parte qualche esercizio prima di dormire, non riesco a fare nulla.
Le prospettive di un concerto, una giornata in spiaggia e la marcia "Mare e Monti" al mio rientro a casa mi fanno ben sperare in un recupero veloce dell'energia pre partenza. Per quanto riguarda il corso che sto seguendo, sino ad ora la parte in assoluto più interessante è stata, a mio avviso, quella dedicata alla creazione di un blog per comunicare la scienza. Un mezzo progetto lavorativo su cui rifletto da qualche tempo prevede infatti la gestione di un'area snella del sito della Scuola di Robotica di Genova, con cui collaboro da ormai un anno. E' tutto ancora in forse e in divenire, ma qui ho avuto l'opportunità di aprire la nuova pagina web utilizzando una piattaforma che volevo imparare ad usare, facendo miei consigli e strumenti, riflettendo sulla strategia comunicativa più efficace per raggiungere un pubblico di piccoli, meno piccoli e genitori. Il resto invece è stato tutto interessante, ma forse ho bisogno di lasciarlo decantare un po'. La mia disillusione, l'inadeguatezza scientifica che sento profondamente di avere, l'inesperienza personale che ogni volta (se non altro per paragone) sale in superficie, fanno sì che i bei discorsi sulla divulgazione di un progetto, sul lavoro interdisciplinare, sulla progettazione europea, restino lì, sospesi davanti ai miei occhi come un film muto che passa in sottofondo. Quel che è certo è che scrivere continua a piacermi, più di ogni altra cosa, che le mie distanze informatiche tendono a pesarmi sempre di più per quanto riguarda i mezzi, mentre che avere una discreta esperienza da blogger mi ha fatto sentire più tranquilla e adeguata del previsto e che il confronto, lo scambio, l'ascolto (anche silenzioso) in posti "dedicati" come questo è sempre utilissimo come finestra (aperta) sul mondo.
L'ultima cosa di cui sono certa, serenamente certa, è che ora voglio tornare a casa per continuare a vedere le cose con occhi nuovi, con uno sguardo sempre più limpido e realistico, con fatalismo e ottimismo (questi sconosciuti) e con un po' di dolcezza in più, anche verso me stessa.

P.S.
Questo post è stato scritto più o meno a metà corso, durante una lezione. Nel frattempo lo scettro di migliore intervento lo ha vinto quello relativo alla Scienza in Museo, illuminante e rincuorante, ho trovato infatti molto vicino a quelli esposti dai relatori il mio modo di intendere i laboratori didattici e la spiegazione della scienza ai più piccoli.

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