sabato 31 gennaio 2015

b di blogger

Non so se sia un caso (ma forse no) che ultimamente mi capitino sotto gli occhi post e riflessioni sul concetto di blogger, sul significato cioè di questa parola presa in prestito da un'altra lingua per definire un ruolo che forse identifica anche me. Dico forse perché non ho ancora capito né cosa si intenda per blogger, tanto meno se io faccia parte di questa categoria.
Nell'ultima settimana mi sono imbattuta in diversi post e video che hanno tracciato, ognuno a modo suo, una sorta di via da percorrere per capire il significato di questo termine.
Il primo è questo, di Vendetta Uncinetta, in cui Gaia non scrive in senso stretto di blogger, ma racconta come è diventata quello che è diventata, o meglio, quale strada l'ha portata a fondare un blog seguitissimo e, prendetelo pure come un giudizio di parte, pure bellissimo.
Poi ho trovato il video di Federica (Sweet as a candy), che in realtà per me è una recentissima scoperta e, come Clio sta facendo da anni, rappresenta uno dei pochi canali Youtube in grado di farmi rilassare: lei parla, io nel frattempo riordino, piego i calzini, metto lo smalto, edito foto e, inspiegabilmente, mi rilasso. Nel video Federica sottolinea diverse volte di sentirsi maggiormente una blogger che una vlogger (scrittura vs video) e io, ascoltandola, mi rilasso continuo a fare la stessa domanda: ma cosa è, dunque, una blogger?
Sempre negli ultimi quattro giorni ho letto il post di Vagina , in cui il tema "significato vero della parola blogger" attraversa tutto, dalla prima all'ultima riga. Ci sono anche ben due articoli di Chiara (Ma che davvero?): questo e quest'altro, che in maniera se vogliamo diametralmente opposta ci danno due dritte per aprire un blog e ci fanno riflettere su come "il regno bianco, impomatato e super ordinato" che si respira nei blog sia in realtà la cosa più falsa del mondo.
Anche la bellissima Justine di Le Funky Mamas ha scritto sull'argomento, con tanta onestà mi pare, facendo un poco di chiarezza sulla questione compensi, blog=lavoro, soddisfazione personale, difficoltà nel far capire agli altri cosa davvero tu, blogger per professione, faccia per vivere (e raccontando in maniera divertente come scattare delle belle foto di famiglia "facendo sparire" il caos super normale che regna in una casa abitata da quattro persone, di cui due con i denti da latte o addirittura senza, più un cane).
C'è poi questa uscita di Cucina Precaria, che a me piace sempre tantissimo, divisa tra la voglia di scrivere di cucina, i bisogni del piccolo Martinotino, la sua spontaneità: anche lei, come tante altre blogger, ha scritto della necessità di cambiare registro, di sentire di nuovo (o di più?) suo lo spazio on line che aveva aperto per sé e che non percepisce più in linea con la sua vita.
Per ultimo ho deciso di citare il post di Patamaga, forse perché, in assoluto, l'ho trovato più vicino a ciò che intendo io per blogger.
E dunque, cosa significa questa parola così assurda e, a mio avviso, limitativa?
Già Wikipedia sta in difficoltà e se digiti blogger su Google ti rimanda alla "pagina di disambiguazione". Perché blogger può essere la piattaforma da cui scrivi (Ilmareingiardino, per esempio, sta su blogger) ma anche la persona che segue e si occupa delle pubblicazioni su un blog. E cosa è un blog? Il termine blog è la contrazione di web-log, ovvero "diario in rete". (Wikipedia).
Ecco che ci si avvicina a quello che intendo io per blogger. Dall'età di quattordici (forse pure prima) anni, ho scritto su un diario cartaceo tutto quello che mi capitava. O meglio, ho scritto quello che sentivo il bisogno di buttare fuori. Questa (bella? utile? comune?) abitudine è venuta meno crescendo e, soprattutto, andando in analisi: le cose profonde, i malesseri radicati, le difficoltà più urgenti, venivano dette durante le sedute. Naturalmente, in un'ora, il tempo per condividere anche i momenti collaterali, belli o brutti che fossero, non c'era (e continua a non esserci), dunque il mio blog è nato così, per scrivere delle piccole (grandi) conquiste (difficoltà) di ogni giorno in un periodo in cui, per questioni economiche, stavo rinunciando all'appuntamento settimanale sulla poltrona arancione. Dovevo ricominciare a gestire da sola le cose grandi e pensavo che condividere con altri, che magari non mi conoscevano neppure, esperimenti handmade, gusti musicali, ricette di cucina, piccoli pensieri faticosi, risultati raggiunti con sacrifici e gioia, potesse essere una buona idea. Non è nemmeno un anno che i post di questo blog finiscono anche sul mio profilo Facebook e non è nemmeno un mese che esiste la pagina dedicata a Ilmareingiardino.
Sono dunque una blogger anche io?
Boh, sì, se si vuole intendere una persona che ha la voglia di mostrare ad altri quello che succede nella propria vita, tenendo presente però che, almeno nel mio caso, quaggiù ci finisce ben poco di quello che mi capita tutti i giorni. Non sono una blogger di professione se si pensa che da questa passione io stia guadagnando qualcosa a livello economico, non ho nulla in contrario a ricevere denaro lavorando in rete, semplicemente io non lavoro in rete con il mio blog (mentre prendo compensi per gestire blog e immagine web di altre realtà con cui collaboro). Se per guadagno si intendono anche conoscenze e contatti, beh, allora sì, in questo ultimo anno soprattutto, permettendo alla mia immagine web di crescere e navigando molto di più nel mondo blogger, ho conosciuto tantissime persone che sono felice siano, ognuna a modo suo, entrate nella mia vita.
Per finire (so di essere stata lunghissima, ma è molto che penso a questo post) volevo esprimere la mia noia assoluta verso le polemiche inutili su "essere un blogger non è un lavoro vero". Può darsi, se pensiamo a cosa significhi timbrare un cartellino, curare un paziente, fare l'operaio, insegnare in una classe, gestire un negozio, costruire una casa. Io (quasi) non lavoro in rete e quindi non so cosa voglia dire passare la propria giornata connessi e sempre sul pezzo, anche quando di stare on line e a bomba magari proprio non ne abbiamo voglia, però posso immaginare che non sia semplice. Mettere in piedi un'attività fondata (anche) sul web, sull'immagine che si offre di sé al resto del mondo (e che, gioco forza, ormai il mondo si aspetta di vedere), in un periodo storico come questo così legato all'apparenza perfetta sempre e comunque, credo sia a tutti gli effetti un lavoro, che ci piaccia o no. Si può decidere di non seguire nessun blog, di snobbare tutti i siti del mondo, di boicottare con coerenza estrema questo sistema, di non comprare nulla su internet (io, per esempio, non l'ho mai fatto!), ma penso che si debba sempre evitare di giudicare il lavoro degli altri, se è un lavoro onesto e, soprattutto, se non lo si è mai provato.

P.S. A proposito di condivisione, ho scattato questa foto un mese fa, pensando di caricarla su Instagram, poi non l'ho fatto. Stavo pranzando in rifugio per festeggiare il mio compleanno e stavo bene.

6 commenti:

  1. Io sono nel tunnel dei canali You Tube e ti consiglio quello di Magalì Zanardi. Io la amo tantissimo. E anche quello di Teatime @ Mrs. Bunbury. Ci sto sotto di brutto, lo so! :-D

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  2. Magalì la conosco...Ora mi cerco Teatime. MomokoPlush tu la conosci? :-)

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    1. Certo che sì. T'ho detto che sono nel tunnel o no? Se vuoi apro la parentesi anche di quelle straniere, eh. :-D

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    2. Aprila aprila...che poi io la chiudo! :-)

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    3. A parte Lisa Eldridge, che vabbè chettelodicoaffare, Zoella e From Head to Toe. Mi rilasso da matti, non fosse che mi viene voglia di comperare la qualunque! 😃

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    4. Vabbé la Eldridge ciao <3
      Le altre vado subito a cercarle!
      Alèèè!

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