sabato 14 marzo 2015

Chanson egocentrique

Colonna sonora
Qualche giorno fa, con mamma, ho immaginato una storia. Eravamo sedute sul 20, all'ora di cena, reduci dall'ultimo esame di una serie infinita di visite mediche.
Un elettrocardiogramma.
Un ecocardiogramma.
Un ecodoppler.
E non è ancora finita.
Io non miglioro granché, ma per ora nemmeno peggioro, si vedrà.
Insomma che lì, sballottata dalla corsa veloce del filobus, stavo impazzendo dal mal di testa e ho immaginato che dalla fronte si aprisse una crepa e il cranio si spaccasse a metà, lasciando il cervello scoperto, grigio chiaro e con qualche sfumatura di lilla proprio come lo smalto per le unghie che mi sono appena comprata.
Allora mia madre mi ha chiesto: "Cosa ne faresti del tuo cervello?"
"Lo tirerei fuori un attimo, mamma, giusto per riposarmi un po'", le ho risposto.
E abbiamo continuato a fantasticare, su di me che mi sfilo quella poltiglia un poco soda dalla testa e la appoggio sul mobile della sala, per provare a rilassarmi e a non pensare a niente, almeno per qualche ora.
"Ma poi come faresti a ritrovarlo? Senza cervello non potresti vedere"
"Ah, cazzo, giusto...Dovresti venire anche tu allora, per rimettermelo a posto quando ho finito di riposarmi"
Oppure, abbiamo convenuto entrambe, potrei togliermelo in un posto che conosco bene e poi, a tentoni, recuperarlo quando mi sono stufata di stare senza.
Non so se le persone sul bus ci abbiano sentite, ad ogni modo dovevamo sembrare quantomeno bizzarre.
Sono nel frattempo trascorsi un paio di giorni e io ho sempre più voglia di togliermi i pensieri dalla testa, visto che i sintomi fisici fanno più resistenza del previsto.
Così mi riempio le giornate di cose da fare: due lavori nuovi in forse, uno piccolino in partenza da aprile, mille piedi in duemila scarpe, nel tentativo di non lasciare scampo a ragionamenti faticosi e sensi di colpa.
Come sempre le terapie migliori sono camminare, cucinare, fare cose belle (tipo andare a teatro a vedere questo spettacolo e quest'altro) e scrivere. Mercoledì scorso su A Casa di Cindy è uscita la puntata di marzo di Leggermente, la "rubrica libraria" a cui ormai sono talmente affezionata che la aspetto con impazienza, come se non fosse la mia.
Non so di cosa parlerò nel prossimo post, non sto leggendo per adesso, o per lo meno non ho nulla di recente di cui vorrei scrivere...probabilmente andrò a ripescare qualche vecchio amore, di quelli che non si scordano mai.
E quindi basta, continuiamo questo sabato dal tempo incerto, iniziato con un ciuffo di viole, le coccole della gatta, una bella passeggiata sul mare e un secchio di zuppa di fagioli alla palermitana.
Stasera turno Altrove.
Con il vestito nuovo e lo smalto color cervello.





4 commenti:

  1. Anche io penso spesso di farmi aprire la testa per vedere se il cervello si può aggiustare, più che altro per smettere di pensare certe cose, per stare più in pace con me stessa e con gli altri.
    Spero che la tua salute migliori.
    Un abbraccio

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    Risposte
    1. Credo sia una fantasia piuttosto comune! :-)
      Grazie
      A presto!

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