sabato 18 settembre 2010

Bette Davis Eyes


Ieri sera sono andata al cinema: La solitudine dei numeri primi.
Avevo, come molti, letto il libro e mi ci ero, come molti, identificata quasi totalmente.
Il film non mi ha convinto molto direi, anche se le parti un pò horror-oniriche sono azzeccate e intense.
Brava lei, bravo lui per essere agli inizi, bravissimo il Mattia piccolo piccolo.
E' lungo, a tratti lento, ma non è riuscito a deludermi completamente come avevo temuto viste le recensioni decisamente negative. Probabilmente perchè dalla seconda parte del film la mia immedesimazione è stata totale, non solo per evidenti somiglianze fisiche con i miei fantasmi più grandi, ma perchè il personaggio di Alice rappresenta completamente la paura per il mio futuro. Quando scrivo di isole che non ci sono, di zero motivi per scendere dal letto, mi sento come lei che rotola tra le lenzuola e non si alza. Non ho disturbi alimentari, non sono nemmeno così drammatica, ma il terrore che ho è proprio quello di ridurmi alla solitudine più totale, continuando a rovinare quello che costruisco, chiudendo porte, allontanando gente.
E le buone speranze che aleggiano nel film non sono bastate a togliermi l'amaro.
La colonna sonora è splendida, sia quella all'interno delle scene, sia e soprattutto quella finale: una Bette Davis Eyes disperata che sta perfetta in quel ritrovarsi nel massacro.
Solo che per quella scena vale la pena di vedere il film, anche se è facile pensarlo se si ha la sensazione di aver assistito alla proiezione del proprio futuro.
Per chi ci andrà, buona visione.

4 commenti:

  1. Al di là delle sprezzanti parole rivolte a questo film da recensori vari e improvvisati (tra i quali ci sono pure io) non nascondo che alcuni temi meritano una riflessione.

    La solitudine, ad esempio, che terrorizza tutti.

    l'influenza dei genitori e come questi siano responsabili di tutte le turbe emotive e comportamentali dei figli.

    O il fatto che se sei il figlio di Costanzo puoi permetterti di fare un film mentre se sei un figlio di nessuno, bhe, non puoi fare altro che spaccarti le biglie o la schiena per guadagnarti il pane.

    Odio costanzo.

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  2. L'amaro è difficile da mandar giù. A meno che non sia San Simone.

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  3. Ciao Emix...
    Concordo, su ogni punto, dalla solitudine ai genitori.
    E anche sulle possibilità concentrate solo su certe persone.
    Meno male che c'è Kim Carnes :)

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  4. Ciao patèd'animo,
    io preferisco il Santa Maria al Monte.

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