sabato 28 dicembre 2013

And if you're still bleeding, you're the lucky ones

Colonna Sonora (scelta semplicemente perché i Daughter, insieme ai Beach House credo che siano la band che ho ascoltato di più in questo 2013, con ben due concerti visti e un sacco di lacrime versate, come al mio solito!)
Siamo alla fine dell'anno, giorni di tradizione: datteri ripieni di mascarpone, scambio dei regali, corse dal medico con somatizzazioni da manuale, lunghe ore di riposo, nebbiolina leggera, post di bilanci e propositi.
Ma questa volta mi frego, cinque pastiglie al giorno sono sufficienti per decidere che no, non mi guardo indietro e non cerco cosa ha funzionato e cosa si è inceppato. In verità non voglio neppure cercare nel domani, non mi interessa. Cazzate. Mi interessa eccome ma non ne ho la forza. Sto leggendo un libro, L'Orologiaio Miope di Lisa Signorile, un saggio sull'evoluzione di animali che vivono in posti estremi e sulle strategie di sopravvivenza raffinate negli anni per migliorarsi e riuscire a farcela in questo mondo di merda. Ecco, non guardare indietro e non guardare avanti è, per me, una strategia di sopravvivenza.
So che mi ero ripromessa di guidare, leggere, studiare, parlare, volermi bene...lo so perché mi conosco, ogni anno è così e ogni anno, puntualmente, mi deludo caricando i futuri dodici mesi di aspettative che so solo io, che condivido solo con me (perché ok che ne scrivo qui, ma cosa significa? A cosa serve?) e che immancabilmente disattendo alla fine dell'anno successivo. E vai di delusione al cubo.
Quindi per questa volta non scrivo nulla, anzi, mi concedo un solo obiettivo, non tanto da raggiungere quanto da perseguire ogni giorno: fare cose che mi fanno stare bene ogni volta che ne ho la possibilità.
Dal lavoro non si scappa e così dalle sue responsabilità, ingiustizie, fatiche.
Gli stronzi ci sono sempre, sempre ci saranno e le persone, anche quelle che credevi più vicine, più leali, più importanti possono fregarti in un attimo (questo non lo dimentico mai per fortuna, solo ogni tanto, quando sono stanca, debole o stranamente ottimista, tendo ad assumere la posizione della squadretta da educazione tecnica).
I problemi di salute propri e degli affetti non si cancellano, spesso non si possono prevedere, di solito arrivano e basta. Di solito ma non nel mio caso: io me li faccio venire. E il mono proposito di quest'anno dovrebbe (si spera) ovviare un poco anche a questa tendenza, perché una persona che sta bene e che insegue il benessere magari tenderà a massacrarsi di morbi psicosomatici un tantino meno.
L'incertezza economica, strettamente legata al punto sul lavoro, sarà lontana ancora per tutto il 2014, ma in questo anno dovrò darmi da fare per garantirmi un minimo di serenità futura...don't worry adesso, ci si penserà da febbraio, chiuso l'incubo dottorato.
Visto che lo sento l'istinto a progettare, programmare, rimproverare rimproverarmi, prevedere, scuotere la testa, lo chiudo qua questo insolito post di fine anno, prendendo in prestito un pezzo della colonna sonora segnalata all'inizio, che mi serva per riflettere ancora una volta sugli errori da non fare, sulle cose importanti da ricordare, sul bene che ci dobbiamo volere.

"Shadows settle on the place, that you left.
Our minds are troubled by the emptiness.
Destroy the middle, it's a waste of time.
From the perfect start to the finish line.
And if you're still breathing, you're the lucky ones.
'Cause most of us are heaving through corrupted lungs.
Setting fire to our insides for fun
Collecting names of the lovers that went wrong
The lovers that went wrong.
We are the reckless,
We are the wild youth
Chasing visions of our futures
One day we'll reveal the truth
That one will die before he gets there.
And if you're still bleeding, you're the lucky ones..."


Buon Duemilaquattordici

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