martedì 31 dicembre 2013

Duemilaquattordici

Ultimo giorno dell'anno, in cucina c'è una bella luce e in sala il cristallo appeso alla finestra riflette decine di arcobaleni che incantano la gatta. Mamma fa fare i compiti a Christian che appena la vede con la tazzina di caffè in mano si preoccupa che abbia fatto colazione, è un bambino dolce Christian. I biscotti di farina di riso della Fra sono buonissimi e nonostante la nausea li mangio volentieri, mentre mi metto ancora una volta nell'ottica di scrivere questa diavolo di tesi.
Continuo a leggere post di bilanci, conclusioni, wishlists e speranze ma resisto ed evito di martellarmi il cervello con i miei obiettivi non raggiunti, da raggiungere o superati (questi ultimi, del resto, non li riesco a vedere). Ci sono cose belle nel 2013 che se ne va, ci sono piccole bolle di sapone dove sono riuscita a infilarmi e c'è una grande fortuna che mi ha accompagnato tutto l'anno: la mia casa sull'albero. Non so se ho mai spiegato qui il perché tra queste pagine venisse spesso fuori quella parola maiuscola e corsiva, l'Albero appunto, colgo l'occasione per farlo adesso. Il piccolo appartamento dove sono andata a vivere alla fine del 2012 è pieno di legno: c'è il parquet in ogni stanza, l'armadio vecchio e scuro del nonno, il tavolo da osteria nella cucina, la sedia a dondolo accanto al divano, il piccolo tavolino al posto della scrivania.
Nella mia casa c'è una parete verde alle spalle di chi dorme, ci sono piante appese e piante appoggiate, piante in serra (una mini serra di vetro posata sul frigo) e piante che colano in Vico di Coccagna. Ci sono i vasi sulla finestra del bagno, che è profonda e ospita i fiori che non si sentono tanto bene, ci sono i rami secchi che fanno ridere Andrea e la ghirlanda di fiori appassiti che dondola sotto alla mensola dei libri di botanica.
La mia casa è come un albero, un Albero della Coccagna, perché qui trovo pace e rifugio, anche quando mi sento lontana dalle mie stesse scelte. Il lettone comodo mi ospita per mangiare, dormire, leggere, studiare, scrivere e fare l'amore. Il gatto di carta attaccato ai vetri della cucina tiene compagnia a quello vero della finestra di fronte, mentre la radio suona ininterrotta e l'ennesima tisana fuma sul piano in muratura accanto al lavandino. La dispensa è chiusa solo da una tenda, con grandi alberi verdi disegnati, mentre in sala c'è la foto in infrarossi degli "alberi bianchi" di Villa Pallavicini, c'è il libro Raccontare gli Alberi che fa bella mostra di sé, ci sono l'albero di plastica posato sul muretto, quello di argilla e legno del Signor Sergio e quello piccolo da portare al dito arrivato diretto dalla Turchia. Per tutti questi motivi e perché stare a casa è per me come stare in un nido, io chiamo quel posto l'Albero, nella speranza che ci sia sempre spazio per tutti, per chi passa un attimo per poi volare via, per chi si ferma a mangiare qualcosa, per chi cerca un rifugio dove dormire e per chi ogni tanto vorrà condividere la mia tana. Quindi un buon augurio per il 2014 penso possa essere, per tutti, quello di trovare il proprio posto nel mondo, un luogo di cui avere nostalgia. A modo mio vi auguro buon anno con due link:
questo (che penso sarà uno dei primi acquisti 2014!)
e questo (che si conclude con la frase più appropriata che potessi trovare "...a song for someone who needs somewhere to long for homesick because I no longer know where home is")

4 commenti:

  1. grazie Elena per le bellissime parole e la musica. Pare di vederti nella tua casina sull' "albero" che cosi bene descrivi. Quest'anno oltre al tuo augurio ne ho ricevuto un'altro che mi è piaciuto: quello di un'amica che ha augurato a tutti di coltivare la speranza come il basilico. Per cui ti lascio con questa immagine profumata augurandoti il meglio. Trovare il proprio posto nel mondo è una frase che risuona profondamente dentro di me. Un abbraccio, Barbara

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  2. Barbara, che meraviglioso augurio quello del basilico! Grazie!
    Un abbraccio e tanti auguri
    Elena

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  3. Quando scrivi è davvero come se conoscessi il tuo posto nel mondo. Ti auguro di trovare la tua dimensione nel magico mondo della scrittura, parola di lettrice. Con affetto, Barbara

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  4. Eh...il magico mondo della scrittura...sarebbe una favola!

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