giovedì 6 febbraio 2014

L'acquario

In questi giorni si parla di acquari, di giusta distanza (questa) e di ascensori che salgono e scendono obliqui.
Ho comprato quattro libri, non tutti per me in verità, ma tra gli sconti, la voglia di ricominciare a tuffarmi tra pagine e storie, il bisogno di passare direttamente a domani sera, non ho saputo resistere.
Sono andata per libri nello stesso modo in cui vado per cibo. Con la fame, quando mi accorgo di aver finito le scorte, di aver mangiato tutto quello che potevo e letto ogni cosa, comprese le etichette degli shampoo.
In realtà qualche cecio in dispensa, un po' di pasta nel barattolo e un paio di yogurt nel frigo c'erano ancora, come del resto, ad essere sinceri, non ho letto proprio tutto tutto, ma ci sono libri che vanno presi a pezzi, una pagina ogni tanto, un capitolo qua e là e io ora ho proprio bisogno di storie da divorare in una notte, di vite raccontate in duecento pagine e di personaggi nuovi.
In questo periodo sto seguendo blog interessanti, come questo e questo, trovando in quest'ultimo un sacco di spunti, sogni e letture stimolanti: uno degli acquisti di oggi arriva proprio da lì.
Da dietro il mio vetro spesso guardo gli altri che guardano me, immagino mondi miei di serenità e naturalezza, coltivo distacchi necessari, utili e (spero) definitivi, libero vicinanze spontanee, dolci e piene di tranquillità.
Ascolto il mio corpo parlare, senza ignorarlo come un tempo, lo curo con tutte le armi che ho mescolando la chimica alla corsa, la terapia al pilates, i lunghi sonni alle coccole, l'alimentazione attenta al vino buono.
Ho paura che il vetro si rompa e che tutto si mescoli di nuovo, temo confusione e dolore, ma quando mi rilasso, quando lascio andare le cose così come vogliono loro, allora tutto mi appare più facile, più mio, senza dovermi per forza arrendere alla freddezza, alla diffidenza, al rancore, ma semplicemente vivendo la vita. VIVENDO LA VITA. Cosa c'è di più banale? Cosa c'è di più difficile?
Sono tutti pensieri in libertà questi, mi rendo conto, sono le riflessioni che mi scopro a fare ad alta voce mentre preparo la cena o stendo il bucato, ma per me sono traguardi importanti, obiettivi che ho provato a raggiungere mille volte (in quanti post parlo di queste difficoltà???), motivi di frustrazioni grandi e di crisi lunghe e faticose.
Per questo mi piacerebbe inserire delle sane abitudini anche qui, qualche appuntamento fisso, come la canzone al mese che ho istituito con l'anno nuovo, un'idea che alleggerisca i toni, o che mescoli un po' le carte ogni tanto.
Ho in mente qualcosa in effetti, voglio pensarci ancora un po' su (magari questa voglia di novità mi passa, chissà) e non voglio decidere nessun calendario stabilito: nel mio nuovo acquario i tempi sono dilatati e pure parecchio casuali.
Per ora quello che so è che vorrei seguire il filo di un'idea che da qualche tempo mi si è attorcigliato a un dito, vorrei scrivere sotto al segno di QB, Qualcosa di Bello e Qualcosa di Brutto. Mi spiego meglio, in sostanza quaggiù non cambierà nulla, ci sarà solo un'etichetta in più, ma mi piacerebbe raccontare con cadenza più o meno regolare un'esperienza piacevole e una negativa, provando ad analizzarle nelle loro caratteristiche più visibili e pure in quelle più nascoste. Cosa rende una cosa bella o brutta per me? Senza limiti...potrà trattarsi di un piatto, di uno spettacolo teatrale, di un vestito, un libro, un film, un paio di orecchini, una domenica, una colazione o un concerto. QB.
Vedremo.




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