lunedì 10 febbraio 2014

Artefatti proiettivi e altre storie

Fatevene una ragione, gente. C'è gioia qui.
So che non ci siete abituati e nemmeno io se è per questo, però è così, accettiamolo. In questo periodo sono felice. Punto esclamativo.
Merito degli scalini superati forse, merito delle cure che mi concedo senza pensarci troppo, merito del tempo un po' più libero (da impegni, seghe mentali, paure e ansie varie ed eventuali), merito dell'affetto che sento e che ricevo...qualunque ragione ci sia, sto bene.
Non sto "normale" come rispondevo ormai da anni, né sto "abbastanza", sto bene. Non etichetto questo post QB per una questione di pudore, pensata una nuova rubrica non è che la posso propinare ogni volta, però devo ammetterlo, questi giorni sono Qualcosa di Bello davvero.
Due libri meravigliosi letti in un fine settimana, una sera di chiacchiere e dolcezza, una mattina in un posto che la foto quassù rende un decimo della realtà, una pizza con mamma gatta e cucina scaldata dal forno, una vacanzina super meritata in vista, una notizia potenzialmente terribile che diventa bellissima nel tempo di una frase ("è tutto a posto, signora").
I libri che ho letteralmente inghiottito sono Ragazzo Selvatico di Paolo Cognetti e Tempo di Imparare di Valeria Parrella. Così diversi, così intensi. Luoghi meravigliosi, natura, odori, suoni e libertà nel primo, paura, fatica, speranza, amore e delicatezza nel secondo. Il risultato è che oggi sono corsa di nuovo in libreria e mi sono portata via altri scritti di questi autori e due nuovi titoli che si vedrà.
Per quanto riguarda la mattina di ieri, beh, solo un elenco mi può aiutare un poco a descriverla...eccolo qui:
- Un sentiero che sale, sale, sale, tra mille tornanti, rami secchi, erba alta e acqua che scorre
- Le prime chiazze di neve, riparate dal sole, con le orme di un uomo, di un cane, di un capriolo
- Il paesaggio che cambia, aprendosi all'improvviso e mostrando nuove vette, punte bianche, spalle brulle
- Qualche pino malato, qualche croco coraggioso
- Il vento sulla costa, che ghiaccia il sudore e fa venire la pelle d'oca
- La nuova salita, l'ultima, che sembra non finire mai e spezza la schiena (la mia, in verità!)
- La sosta sul prato, sotto la cima, nella luce, accanto alla neve, di fronte al mare, a piedi nudi e con i sorrisi stampati in faccia
- La partenza tra gli alberi bassi circondati dal bianco (quelli in foto) e illuminati dal sole
- Il sentiero che sparisce e diventa una pietraia
- I balzi sulle rocce, le scivolate, i licheni dai cerchi concentrici, le mani che odorano di palude e i passanti perplessi
- Una parola che scalda il cuore dopo un percorso faticoso per la concentrazione ma bello assai
- Il sentiero nel bosco tra muschi, ripari e alberi alti
- La discesa che picchia sulle ginocchia e ci mostra la valle buia sull'altro versante
- Le tracce dei cinghiali e lo stomaco che brontola per la fame
- La macchina azzurra che ci aspetta e mille gatti sulla strada di casa

Buonanotte felice

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