martedì 1 luglio 2014

I portatori di conforto

Nel mio quartiere ci sono persone che fanno un mestiere strano, un lavoro che non avevo mai sentito e che sinceramente non pensavo neppure esistesse. Sono i portatori di conforto. Questi uomini (perché per lo più di maschi si tratta) hanno il compito di aiutare chi si sente in difficoltà. Sì, avete capito bene, non chi è in difficoltà, ma chi si sente in difficoltà. Che differenza fa direte voi? Beh, una differenza enorme. Chi è davvero in pericolo, malato, ferito può chiamare il medico, nei casi più estremi anche l'ambulanza, ma chi "ha solo" paura, si sente perso, si ritrova solo in una casa troppo buia e vuota per arrivare a sera, può ricevere un conforto da questi portatori. Ma chi decide quando è il momento di chiamarli? Come si fa a contattarli?
Non c'è una sede, non esiste un numero di telefono, eppure loro sono sempre disponibili e non conosco nessuno che abbia avuto bisogno e non sia riuscito a rintracciarli. Semplicemente perché i portatori di conforto camminano, notte e giorno, con gli occhi e le orecchie aperte, per assicurarsi che tutti stiano bene. La loro attività, come facilmente capirete, è prevalentemente notturna: quando i vicini dormono, quando nel vicolo si sente a malapena passare uno spazzino con la sua scopa dal rumore familiare, può capitare che i cattivi pensieri prendano il sopravvento. Un battito troppo accelerato, una vita che cambia all'improvviso, una vita che non cambia affatto, un conto in banca sempre più fragile, un lavoro sempre più precario, un parente ammalato, un amore lontano, un amore che non c'è, un affetto che non tornerà, un dolore che sembrava passato...di quante cose possono prendersi cura i portatori di conforto. Per essere aiutati però non basta aver paura, rintanarsi sotto alle lenzuola, piangere in silenzio e sperare che arrivi presto l'alba. Per ricevere una mano occorre farsi vedere, accendere una luce che filtri oltre le persiane, camminare un poco sul parquet tiepido, chiudere gli occhi e pensare fortissimo a loro, a quel passo lento e rassicurante, quei vestiti semplici e simili uno all'altro, quelle voci calme e quegli sguardi solidi di chi sa cosa fare, di chi conosce il rimedio al male di vivere. E allora sarà sufficiente un incontro per creare un legame, i portatori di conforto sapranno per sempre che oltre quella porta potrebbe esserci un cuore da ascoltare, che dietro a quella finestra fiorita una volta ci sono stati una paura da sconfiggere, un groviglio di pensieri da dipanare, una notte da salvare.

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