lunedì 7 luglio 2014

Bosco Mondo!

Io non lo so mica se riesco a scrivere un post su questo libro, una recensione dico.
Lo ammetto, ero partita prevenuta, un po' perché di questa Mastrocola ne avevo sentito parlare parecchio, un po' perché non tutti i pareri erano positivi, nonostante ci fossero di mezzo anche dei premi (o forse proprio per quello).
Comunque, a me Una barca nel bosco è piaciuto, e pure tanto.
E' uno spaccato della scuola fancazzista, dei ragazzi che non ne hanno voglia, della società tutta marche e giudizi, delle difficoltà delle famiglie meno ricche...ok, è scontato, ma basta avere pazienza. La prima parte della lettura scorre veloce e a mio avviso è pure piacevole, porta con sé quel divertimento che divertimento non è, quell'ironia tragica che conosco così bene e che è subito capace di mettermi a mio agio.
Insomma, è nella seconda metà che tutto cambia. O meglio, che tutto resta uguale ma arrivano le piante.
E per chi ama le sorprese attenzione: SPOILER! Si fermi qui.
Altrimenti è così, arrivano le piante nel vero senso della parola. Il protagonista, in perenne lotta con la sua inadeguatezza, comincia a comprare alberi. Il primo pretesto per l'acquisto di un pioppo glielo dà una ragazza, che in verità manco se lo merita quel pioppo. Querce, piante tropicali e felci arriveranno poi, da sé. E dove le metterà tutte queste piante vi chiederete voi? Semplice, in casa!
Le persone muoiono e gli spazi restano, questo lo sappiamo tutti bene. Non c'è modo migliore per riempire gli spazi vuoti che con delle piante, che non abiteranno soltanto la vostra casa, ma anche il vostro cuore. Saranno un pensiero felice, una preoccupazione, arriverete persino a parlarci e questo il vicino-vicino lo sa bene, non molto tempo fa l'ho beccato guardarmi perplesso mentre salutavo l'edera con un "ciao bellezza, come stai oggi?".
E quindi un libro in cui il protagonista costruisce un "trasportino" di corde per portare a spasso il suo pioppo o una carrucola per cullarlo in casa non può che piacermi. E' facile per me immedesimarmi nei difficili viaggi in bus carichi di foglie e rami, ma anche nel lavoro al bar perché tutto il resto è andato male, nel papà che muore e non gli hai mai detto nulla di quello che volevi dirgli, nella certezza che è giusto essere come sei tu ma che qualcosa per piacere agli altri si dovrà pur fare, che qualcosa per scollarsi da quel termosifone è necessario trovarlo. Sempre.

"Non importa, dominus. Non si preoccupi. Nulla importa davvero. A noi son state date piccole cose a cui badare, qualche foglia che ingialla, un rametto spezzato. In queste minuzie ci siamo beatamente perduti. E ci siamo resi, così, imprendibili.
Eh, sì, non ci prenderete mai! Abbiamo certi rivoletti e sentierini, noi, che voi neanche immaginate, cari signori del mondo. Non ci prenderete nella vostra rete, maramao.
Ci resta soltanto, caro dominus, un sottile dolore, come una puntura che ci prende, a volte, all'imbocco dello stomaco. Questo sì, un punctum. Qualcosa che non va né su né giù. Come un cucchiaio di minestrone e noi lì come cretini, senza un bicchiere d'acqua che riesca a mandarlo giù."

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