sabato 23 gennaio 2016

Giorni, gocce e foglie gentili

Questi, per me, sono giorni gentili.

È un periodo di impegni nuovi che devo ancora imparare a gestire e su cui ho deciso di provare a investire comunque, nonostante le incertezze, gli ostacoli inevitabili e non dipendenti da me, le difficoltà.
Ho iniziato il ciclo di laboratori in una primaria: quattordici bambini curiosi, vivaci quanto basta per tenere la mia attenzione costantemente vigile, educati anche nei momenti di maggiore entusiasmo. Per ora, preparare i materiali per andare da loro e trascorrere un pomeriggio di scienza e creatività è solamente un piacere.

Oggi, invece, mi sono dedicata al mio nuovo lavoro: ho passato la giornata al Cimitero Monumentale di Staglieno, il posto dove in futuro starò probabilmente più a lungo (e non solo da morta :-/). Siamo andati lì per l'ora di pranzo, con l'intento di scattare le prime foto per realizzare le schede diagnostiche, ma alla fine ci siamo lasciati inghiottire da viali, cipressi, gallerie, scalette e ne siamo usciti giusto in tempo per evitare di rimanere chiusi dentro. Che, detto tra noi, non deve essere propriamente una cosa divertente.
Stare tutto il giorno lì ha sortito il solito effetto: ogni oretta mi prendeva lo sconforto, mi veniva tristezza, mi facevo buia buia e poi, così come era arrivato, il malumore se ne andava. Chissà se a forza di trascorrere ore tra le tombe questa cosa prima o poi finirà (ecco il progetto a cui parteciperò).

Ad ogni modo sono felice, perché quello che per anni è stato un lavoro, la materia dei miei studi, l'argomento di due tesi e di tanti pomeriggi sui libri, potrebbe di nuovo essere la mia occupazione principale, almeno per un po'.

I giorni gentili sono gentili perché sono anche giorni ragionati. Passo ore su ore a lavorare, a scrivere, a inviare e-mail, a organizzare riunioni e a volte mi accorgo di aver pranzato davanti al pc. So che così non si fa e, nell'attesa di trovare un ritmo buono e giusto ho provato a dedicare un giorno ogni tanto al relax. Che magari ha significato pulire casa, ma che a volte, invece, è stato passeggiare con Cindy negli angoli preferiti della città, trascorrere qualche ora con mamma e Agata, dormicchiare leggendo un libro sul divano.
E poi c'è il corso di stampa 3D il lunedì sera, lo spettacolo di Celestini proprio ieri e domani si va niente popò di meno che all'East Market di Milano, con mostre di Basilico e Maier annesse.

Sono queste le ragioni per cui scrivo meno quaggiù, ma non solo: come forse ho già detto, il fatto che scrivere sia diventato un mezzo lavoro, rende meno spontaneo l'aggiornamento del blog. Non so che farci ma è così, magari sarà una cosa passeggera, magari no. Chissà.
Nel frattempo ho avuto l'immenso piacere di vedere la prima bozza grafica del mio libro e chissà che questo anno bisestile non porti con sé anche la pubblicazione; io tengo le dita incrociate!

Le ultime due cose che voglio condividere sono i soliti progetti strambi in cui mi imbatto, mi lascio coinvolgere e mi fisso finché non ho raggiunto l'obiettivo prefissato: il primo è questa meravigliosa iniziativa di Tulimami, ispirata a sua volta da Dear Stranger, a tea for a day! e ripresa da moltissime altre blogger e crafter come La casa degli Antouche e la cara Effe. Io, naturalmente, ho abbracciato l'idea con tutto l'entusiasmo possibile e, un po' per gioco, un po' per mettere alla prova la mia novella passione per i timbri hand made, ho fatto nascere le #fogliegentili. Cosa sono? Queste (e queste o queste). Sono biglietti di carta morbida su cui stampo a mano una foglia, inseriti in una piccola busta con l'albero, il primo stampo che ho costruito utilizzando un vecchio kit da intaglio di mio papà. Ogni biglietto viene casualmente abbandonato dove capita, per ora i posti prescelti sono stati i bagni pubblici di una stazione e lo scompartimento di un treno. Chissà chi avrà trovato la foglia gentile, e chissà se sarà finita dritta dritta nella spazzatura oppure no.

Il secondo progetto che proverò a portare a termine quest'anno è ritrovare la mia penfriend, una ragazza inglese dal nome più comune d'Inghilterra con la quale mi scrivevo a dodici anni. Sarà un'impresa, ma ho la speranza che con una buona dose di fortuna, l'aiuto dei social network e la perseveranza che in questi casi mi contraddistingue... ce la farò!

2 commenti:

  1. Leggere queste tue parole mi infonde molta serenità e mi fa sentire tutta la tua determinazione e soddisfazione. Che bello!
    Ti ringrazio per la menzione e ti mando un abbraccio forte forte.
    la effe

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